venerdì 5 settembre 2025

Entrare “nel cuore della Storia, sul cuore della terra”

anna dalle crete, non arresi, Fara 2025

recensione si Silvia Venuti


Masse
 di popoli si muovono nella Storia, come onde di dolore, supplicando di essere liberate dal male, dalla sofferenza. La scrittura è greve, afflitta, fosca. Prevale un discorso razionale che rende narrativo il linguaggio poetico.

L’Autrice adotta la cifra comunicativa delle Sacre Scritture, ne fa l’ossatura della propria espressione. La vocazione sapienziale domina la parola: i testi, costruiti su riflessioni letterarie bibliche, si aprono al contemporaneo conservando le radici del sacro. 

Le parole sondano il destino umano, operano autopsie sulla realtà, sia storica sia presente, poco concedendo alla luce della vita: la luce che celebrano è soprattutto quella metafisica raggiunta attraverso la teologia. 

Nell’eco dell’Antico Testamento e del Vangelo la scrittura rimanda alla storia biblica, costantemente presente nelle tragedie umane; e nei perenni cicli di scontri, tra oppressori e oppressi, di carestie, di guerre, di sconfinate devastazioni, insieme si consuma, anche, la rivolta degli elementi cosmici causa di distruzioni, disfacimenti, rovine. 

L’Autrice si propone di entrare nel cuore della Storia, sul cuore della terra e, la sua parola, è lava fiammeggiante che scende inarrestabile sul pendio dell’esistenza. 

Nell’aria soffocante da tregenda lupi famelici/ vi latrano al mezzo / infuriati tra cielo / e terra.

Tra angoli di luce e buio si muove la mente, in febbrile ricerca di Verità, nel tutto che si frantuma.

Nei testi dell’ultima Sezione Simposio serbo ritorna con forza il pronome personale e l’Autrice apre infine alla speranza: la concentra tutta nei versi che danno anche il titolo alla raccolta potrà anche me amare? / - Chi all’estremo ha cercato / ucciditori e detrattori, / la pecora sperduta ha amato / - l’amore ha parlato - / Potrò non cercarlo? / vivo tra le pagine vive / nella luce del giorno abbacinante / per le roventi strade, / nella notte di gelo sugli spalti, / tra le ronde di guardia … / e noi non arresi …

Come levandosi dal grembo del mare, l’umanità trapassata e vivente intona un coro d’amore a cui anche l’Autrice partecipa con completo abbandono e se fosse più d’uno / se di oranti un coro si adunasse / se cori insieme dal silenzio? / da sussurri parole prendessero / corpo e suoni e voci.../ concerti all’unisono / d’anima e d’amore (…).

La raccolta propone un percorso spirituale dove la fatica del vivere si specchia anche nella scrittura di poeti dalla vocazione ascetica quali Agostino Venanzio Reali, Cristina Campo, Margherita Guidacci, oggetto di frequentazione, approfonditi studi e saggi da parte dell’Autrice. 

L’illuminante prefazione di Alessandro Ramberti esplicita come Anna Maria Tamburini, sempre infervorata a cercare in ogni uomo il Volto di Dio, interpreti il mondo contemporaneo senza illusioni ma, insieme, con una grande tensione alla speranza suggerendone la via.

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