sabato 19 luglio 2025

Conosciamo i vincitori e i votati del Faraexcelsior 2025

 Concorso Faraexcelsior 2025 Poesia

Un grande grazie alla giuria – composta da Adalgisa Zanotto, Alessandro Pazzaglia, Benedetto Ghielmi, Daìta Martinez, Davide Valecchi, Fabrizio Azzali, Manuel Cohen – che ha così deliberato (per la sezione Narrativa/saggio v. qui):


 

I classificato assoluto


Atlante delle ferite

di Stefano Calemme (Rimini)


 

Sono nato il 24/03/1999 a Napoli, dove ho vissuto fino al 2005, anno in cui mi sono trasferito a Rimini. Ho conseguito il diploma scientifico nel 2018 al liceo Serpieri di Rimini e la Laurea Triennale in Lettere Moderne nel 2022 all’Università di Bologna, ateneo dove sto per concludere anche il percorso di Laurea Magistrale nella facoltà di Italianistica. Scrivo poesie dalle scuole medie e il mio sogno è quello di diventare insegnante. fb/stefano.calemme


La parola quale necessaria bussola sintattica in apertura ad una ferita che in sottrazione si riporta segno di un tragitto significato entro coordinate spazio-temporali indicative di una poesia sussurrata tra le crepe del vuoto. Elegiaca cadenza di un volo interno nell’intero di un suono di luce. (Daìta Martinez)


Mediante una scelta lessicale raffinata e fortemente connotata in senso lirico e metaforico, unita ad  una struttura sintattica accurata dall’andamento ampio e riflessivo, l’autore sa conferire respiro classico alle alterne vicende del vivere quotidiano, che vengono poeticamente trasfigurate. Il lettore si immerge così in un’atmosfera pensosa e dolente in cui prendono vita i temi salienti di questa silloge: la problematica ambivalenza dei rapporti amorosi, la perdita degli affetti, il paesaggio e  le immagini enigmatiche del reale, il tempo lento che tutto muta, Il dolore del vivere e le sconfitte ad esso connesse, l’insinuante malinconia dei ricordi. (Fabrizio Azzali)


Atlante delle ferite è una raccolta innervata da una lingua poetica solidissima, musicale, solenne, un flusso dal passo lento che non concede mai nulla al superfluo e che anzi fa di uno stile sorvegliatissimo ed elegante la sua cifra definitoria. Ma la materia poetica non si esaurisce in un mero esercizio di retorica, anzi: in questi testi si vola alti sulle ali dell’emozione perché ciò che viene messo in scena, nel nucleo di ispirazione principale della raccolta, è il contrasto sempre fruttuoso tra la finitezza e l’eterno, la dicotomia tra il mondo della voce scrivente, materiale, opaco, oscuro ma eminentemente umano e l'incontro con un’alterità numinosa, declinata al femminile, che assolve a una funzione salvifica e che spesso si presenta accompagnata da immagini di luce. Atlante delle ferite è un’opera matura e compiuta, destinata a lasciare il segno nella mente e nel cuore di chi la leggerà. (Davide Valecchi)


I versi sono incalzanti e vari e non hanno un filo conduttore da rispettare. Il poeta è coraggioso, osa, la sua scrittura è in grado di autointerpretarsi e di lasciare traccia viva.
Osserva: “ai bivi dei fiori notturni brulicano, vive, nere radici.”

Esplora: “Quando voi siete diventati quelle parole ho perso la direzione delle orme“.

Pensa: “Non saprei disegnare nulla a saperlo fare bene come te quando allacci il filo all’inchiostro nero di noi”

Desidera: “in qualsiasi solco di terra mi trovassi le tue erano sillabe di luce”

Mi sembra che le sue poesia rendano eterno l’istante e invitino a guardare la fragilità della vita con indulgenza e compassione. (Adalgisa Zanotto)



II classificati ex aequo


Una segreta primavera 

di Alessandro Burrone (Pechino)


 

Alessandro Burrone (1994) è cresciuto tra Torino e Cigliano (VC) e vive a Pechino, dove sta conseguendo un dottorato di ricerca. Ha collaborato con riviste e blog letterari, tra cui: Pangea, Studi Cattolici, Il Sussidiario, farapoesia, La poesia e lo spirito. Con Fara ha pubblicato una raccolta di poesie, La sete, il sonno (2022), il romanzo La promessa di vita nel tuo cuore (2023, vincitore del concorso Narrapoetando), la silloge Le mie mani non sanno (I class. al Narrapoetando 2024).

N
ell’affrontare il libro inevitabile sentirsi attirati dentro un giro linguistico dal ritmo incessante che piena la mente quale traiettoria verbale dipanata lungo tutto il percorso scelto dall’autore abile di una stesura poetico-narrativa affrontata nella soluzione discorsiva con il sé reso al sé altro in gradazione prospettica con baricentro declinato nella struttura compositiva di un sentiero ricondotto, per appartenenza stilistica, a una morfologia psichica quale verità di una presenza che denuncia l’incastro nel nulla pur non dimenticando la stretta connessione con il chiarore che resiste. È come trovarsi nel quadro di una stanza in ombra nel mondo, ciò nonostante, scorgersi ancorati in una flessione di coscienza scandita da parole necessarie a posare un sogno nel segmento esistenziale. (Daìta Martinez)


La poesia non serve a nulla 

di Leonardo Colletta (Gatteo, FC)



Mi chiamo Leonardo Colletta, sono nato nel 2003 e attualmente studio Storia presso l’Università di Bologna. Vivo in provincia di Forlì-Cesena, dove coltivo la mia passione per la letteratura e la poesia, che mi ha portato a entrare a far parte del Circolo Letterario Albari di Bologna, un luogo di confronto e ispirazione che è possibile scoprire online qui: circololetterarioalbari.it
Nell’anno 2023: ho esordito con il mio primo libro di poesie, L’incedere del tempo, pubblicato dalla casa editrice cesenate Il Ponte Vecchio. Sempre nello stesso anno, sono stato finalista al concorso di poesia organizzato da Alcova Letteraria il 4 dicembre 2023, un’esperienza che ha ulteriormente arricchito la mia crescita artistica. Inoltre, una mia poesia è stata selezionata e inclusa nell’agenda letteraria delle Edizioni Ensemble. 


A mio avviso la raccolta che desta più curiosità. Espressioni mai esagerate. Componimenti che non ridondano in eccessiva lunghezza. Immagini evocative. La trovo molto vicina, in alcuni componimenti, alla poetica del Realismo Terminale. È un lento trasudare umano, un pellegrinaggio verso una ricerca di umanità, libertà e comprensione. (Benedetto Ghielmi)


Non male. Peccato per quell’eccesso di giudizio. Bella l’idea del riuso della tenzone. A volte la lingua non si addice a testi gettati al presente. (Manuel Cohen)



La voce del sangue 

di Matteo Pasqualone (Cesenatico)



Matteo Pasqualone nasce a Cesena (1987). Scrittore e teologo, da anni il suo studio si concentra sul rapporto fecondo tra la letteratura e la teologia. In modo particolare, gli autori letti e studiati di più sono Flannery O’Connor, Louise Glück, Cormac McCharty, John Steinbeck e John Ronald Reuel Tolkien. Ha cominciato a studiare da poco l’ebraico per approfondire meglio la conoscenza della Bibbia. Ha pubblicato articoli su riviste teologiche e le sillogi poetiche Scommessa d’eterno (Il Ponte Vecchio, Cesena 2016), Ogni nascita è dal caos (Fara, Rimini 2020) e Le tre margherite (Fara, Rimini 2024).


Un continuo combattimento sembra animare le pagine, i testi, i singoli versi di questa raccolta. Sotto vesti grafiche variegate, e dietro linguaggi tra i più disparati e disperati, si anima la vicenda di carne e di sangue, tra reale e virtuale, tra solitudine e social, tra chat e smarrimento privato. Ne deriva una silloge che, pur attingendo a varie strutture e a vari piani della comunicazione letteraria e del giornalismo (si pensi ai titoli strillati, ai testi assemblati come pezzi di quotidiani cartacei), al ricorso continuo a calendarizzare le sequenze con orari precisi e indicazioni di luoghi. Tutto questo ricercare il senso e il filo di continuità del discorso si realizza spostando continuamente i piani sequenza delle scene, delle azioni, delle immagini, e trova il proprio correlativo in un verso soggetto a continui décalages e a un particolare sound teso a restituire musicalità al corpo vivo della parola. Potremmo sospettare di una vera e propria musica, o melos, favorito da successioni di ritorni sonori che subentrano alle “vecchie” rime. Un ritmo cantabile che implica e mima il movimento testuale e il destino generale del soggetto dell'opera stessa in una proposta di notevole fascino e intelligenza. (Manuel Cohen)


Ragli d’asino
di Egidio Capodiferro (Lagonegro, PZ)


Egidio Capodiferro vive in Basilicata e fa l’insegnante. Ha pubblicato poesie, romanzi, racconti, testi teatrali e per bambini. Ha autopubblicato su Youcanprint altre raccolte di poesie e libri illustrati per bambini scritti in versi.

Tra le pubblicazioni in versi si evidenziano: Piramo e Tisbe (Oedipus, testo teatrale in versi), Acquerelli (Puntoacapo), Maculae (Iemme) e Segmenti (Transeuropa).


Poesia ermetica e coincisa, densa e potente. I versi riflettono la corrispondenza fra l’ambiente e l’anima di chi scrive, perseguendo note per lo più malinconiche e brulle (senza mai scadere nella retorica). Più in là compaiono alcune poesie giocose, che completano il quadro rotto di un’esistenza dolceamara, compagna di gioco del dolore e ogni tanto solleticata da qualche soffio di vento. Un «rantolo di luce» alla fine di ogni verso. (Alessandro Pazzaglia)



Opere votate


Ho fatto un sogno
di Michele Caliano (Montoro, AV)


Michele Caliano è nato ad Avellino nel 1963. Vive a Montoro (AV). Astrofilo dagli anni Ottanta, ha conseguito l’attestato in Astrofisica presso l’Osservatorio di Montecorvino Rovella (SA). È appassionato di cosmologia, evoluzione dell’universo, del concetto di infinito nelle scienze e in filosofia. Socio del Gruppo Culturale “Francesco Guarini” è divulgatore scientifico nelle scuole medie statali e presso alcune radio del territorio. Con Fara ha pubblicato Theory of Infinity (2019), Pensieri Filosofici o filo soffici (2020), Canna-bis (2022).


In queste realtà fugaci intrise di distopia, i pensieri dell’autore si fanno mente (indagatrice) e corpo (per lo più sofferente), influenzando la sua sopravvivenza e sbattendolo ogni volta con la faccia sul pavimento, come se fosse caduto dal letto. Questo gioco continuo di restare in bilico fra sogno e “realtà della stanza” mantiene alta l’attenzione, così come l’utilizzo continuativo della rima baciata porta a un carattere di fiaba, che arricchisce i substrati dell’opera. Punti volutamente aspri e autoironia sono le cartine al tornasole di una scrittura che sa intercettare l’attualità e graffiare quando serve. (Alessandro Pazzaglia)



Cuoia
di Gianni Marcantoni (Pedaso, FM)



Gianni Marcantoni (San Benedetto del Tronto, 1975) vive nelle Marche, è laureato in Giurisprudenza. Le sue pubblicazioni: Al tempo della poesia (2011), La parete viva (2011), In dirittura (2013), Poesie di un giorno nullo (2015), Orario di visita (2016), Ammessi al paesaggio (2019), Complicazioni di altra natura (2020), Panorama dei lumi (plaquette, 2021), Sedime (2024). Inserito nella Enciclopedia dei Poeti Italiani Contemporanei (Aletti 2017) e su Italian Poetry, diviene nel 2020 co-fondatore di Wikipoesia. Sue citazioni e liriche compaiono in diverse antologie, cataloghi d’arte, siti poetici, blog letterari, periodici e riviste. Ospite in alcune rubriche letterarie e reading, ha ricevuto vari premi e riconoscimenti.

Silloge singolare e intensa, puntuale verso il proprio io interiore, capace di coerenza e rigore verso se stesso. Abbandonandosi. Nello spossesso di sé, nell’abbandono fiducioso alla vita, la vita abita nei gesti e negli incontri e questi diventano una sorta di “guarigione”. Versi che ora ti coinvolgono, poi ti fanno saltellare, ti conducono a uscire o a restare, ti incoraggiano a scoprire. Versi lucidi e vigili alle risonanze più intime, quelle in cui non è netto il confine tra meraviglia e sconfitta, tra sogno e malinconia. (Adalgisa Zanotto)



Ritmi incerti


Giuseppa Corri Filomé è nata Lentini e vive a Verona. Audiolibro Palestina cristiana (quaranta poesie lette dall’attore regista Alessandro Quasimodo. Tre poesie: Insettoidi ossessi, Entità spettrali, Intravedere paesaggi (Enciclopedia di poesia italiana, Premio Mario Luzi. 2023). Tre poesie: Finestre estirpate, Quanti ancora? e Profumi semitici (Premio Mario Luzi, Enciclopedia Contemporanea Poesia 2024). Testo teatrale Il cocktail del gatto randagio (finalista Premio Mario Luzi Enciclopedia Contemporanea Poesia 2025).

Ritmi incerti è una raccolta in cui ogni componimento rappresenta il testo di un messaggio elettronico tra due personaggi, un ragazzo e una ragazza, che condividono gli spazi di un treno di pendolari, due giovani perduti nell'incomunicabilità verbale che si parlano soltanto attraverso uno schermo, condividendo sogni, ossessioni, un viaggio immaginario in Amazzonia alla ricerca di popoli incontattati, le loro fragilità e una profondità d'animo di cui sembrano aver pudore, ma che emerge in modo deciso. Con toni che si alternano tra il dialogico e il letterario, spesso con sottile ironia, la raccolta è un buon tentativo di fare poesia genuinamente contemporanea, a tratti anche sperimentale e di ricerca, con un buon esito finale. (Davide Valecchi)



Ripassando lungo i bordi
di Paolo Bavosi (Fano, PU)
 


Paolo Bavosi è nato a Fano (PU) il 17 aprile 1973. Vive a Fano, con la moglie Sara e il figlio Giovanni. È laureato in Economia e Commercio e lavora come impiegato a scuola. Le passioni che gli hanno fatto e gli fanno “compagnia” sono i libri, il cinema e lo sport (ora da spettatore). 


Una silloge che presenta un ampio caleidoscopio di forme e strutture, poggiandosi sempre su una scrittura assertiva, chiara, comunicativa. Anche quando le allusioni a una cultura sedimentata in più ambiti implicano una complessità di fondo, la parola, fedele a una medietà linguistica, tende a sciogliere nodi, a rendere più agevoli argomenti che agevoli non sono. La proposta di testi e versi di più ampia partitura, accanto ad altri, brevi e rapidi, tende ad evidenziare la particolare attenzione dell'autore a farsi carico della complessità del presente. Di particolare pregio risulta, ad esempio, Dittico dell’onnipotenza, con il verso libero che si distende in direzione di una scrittura prosastica, e, più in generale, quei testi che presentano digressioni, spesso risolte in rapidi elenchi di cose o di figure. I titoli, o gli inserimenti da lingue allotre o straniere, acuiscono nella lettura la percezione di trovarsi di fronte a una plurivocità multiforme e stratificata. Il concatenarsi di “domande” e di “risposte” porta e prevede soluzioni aperte, possibilità ulteriori offerte anche dal ricorso ampio alle parentesi e alle parentetiche che confermano o minano la logica dei testi. Lungo i bordi di una scrittura al cui centro vi è un pensiero poetante e una sempre più rara intelligenza del mondo, questa raccolta interroga l'uomo contemporaneo, ponendo dal basso di un orizzonte comune dubbi inquieti e inquietanti; dubbi attivi sull’essere e sull'umano consistere. (Manuel Cohen)



DRAMA RUMAGNÓL - Dramma romagnolo 
di Marco Marchi (Longiano, FC)


Marco Marchi, nato a Longiano il 10 giugno 1944 ha soggiornato a lungo in America Latina per poi ritornare al suo paese. Ha scritto 5 romanzi: Quelli dell’Eldorado (Longo 1986), Il gelato è una cosa seria (Diabasis 2004), Quelli dell’Eldorado (Perdisa 2007), Terra e Destino (Perdisa 2008, premio Pescara), Sulle orme di Rocky Marciano (Edizioni Europa 2017, premio Milano International), Gianni di Bologna (Persiani Editore 2019). Alcune raccolte di poesie: Os-cia! (Ponte vecchio 2020), A i sarèm sempra (Ci saremo sempre) (Fara 2023, I al concorso Narrapoetando) e L’arióut (La rivincita) (Fara 2023, II al Faraexcelsior), La nòsta zénta – La caminéda (2024).


La raccolta in dialetto romagnolo condensa, in sagace alternanza di versi essenziali di fresca vena realistica (talvolta  strutturati secondo la fulminea modalità dell’epigramma, altre volte secondo la concisa cadenza dei proverbi o delle drammatizzazioni del teatro popolare), situazioni di tutti i giorni, ricordi, rimpianti di un tempo remoto, salaci ritratti di personaggi e situazioni, umili affetti nel contesto di una civiltà antica che ha la dimensione e il respiro del villaggio. Allo stesso tempo, però, questi quadretti così pervasi dalla saggia morale della gente comune, si aprono ad una dimensione esistenziale universale e divengono il riflesso dell’intera umanità alle prese con le tematiche più assillanti: il fare i conti con i ricordi, la vita e il suo significato, la prospettiva della morte, l’accettazione della propria umana inadeguatezza, l’assurdo che pare governare l’esistenza. Su tutto quel piccolo mondo sovrana regna l’ironia sottile, rassegnata e agrodolce di chi tanto ha vissuto e ha compreso “il gioco” e la sua comica tragedia. (Fabrizio Azzali)


Le migliori sono le più brevi: un concentrato gnomico, tra massima e visione, tra sentenza e paradosso. Veloci, incisive, frecce acuminate. Qualche caduta nel bozzetto (i dialoghi, certi luoghi comuni dialettali). I testi lunghi, dialogizzati, devono forse troppo al vecchio teatro dialettale. (Manuel Cohen)  



Tra le parentesi di un silenzio
di Martina Parri (Milano)


Martina Parri è Autrice, ghostwriter, producer, traduttrice ed esperta di teatro contemporaneo. Nel 2021 si è laureata con lode in Scienze della Musica e dello Spettacolo all’Università degli Studi di Milano. Dal gennaio 2022 lavora per la casa di produzione audiovisiva Movie Magic International come ghostwriter e responsabile dei trattamenti di regia. Parallelamente, si occupa di progetti culturali, in qualità curatrice di mostre e ricercatrice nell’ambito della drammaturgia femminile europea. Ha curato, tradotto e redatto introduzioni critiche per testi teatrali (Mi senti? - Editoria & Spettacolo) e collaborato con il XIX Festival dell’Eccellenza al Femminile – Teatro Nazionale di Genova in qualità di drammaturga. 


Raccolta dissacrante. Distante dall'ambito accademico che, troppo spesso, influenza la parola poetica. Abbiamo necessità di rompere gli schemi precostituiti e, questa silloge, penso metta un prezioso tassello in questa direzione. A volte, quasi esagerata nell'esprimersi ed è un punto di forza. (Benedetto Ghielmi)



Opera segnalata


Tutto curvo
di Paolo Maccarone (Torrino, TO)

Paolo Maccarrone, architetto, è nato a Livorno e vive a Torino. Sposato da 51 anni con Marinella, una figlia e due nipoti. Ha esercitato la libera professione dal 1973, ha fondato nel 2008 a Torino l’Associazione Torino Design Week e nel 2015 il Circolo del Design di Torino. Professore a contratto presso Accademia Albertina delle Belle Arti e IED Torino. Passioni: pittura e fotografia. Ha ripreso a scrivere poesia nel 2020 dopo tragici accadimenti familiari.

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