SALVA CON DOLORE
triste e al buio
eccomi cadere
offuscato dal vuoto
di spine
avverto come un senso
di annegare in gola
il destino tra le mie braccia
con grida
nella stanza n.4
della neurochirurgia del santacroce
s’accende una luce gialla
che sa di stop
fiorj mi dice che
nel lutto trovi
di più e di tutto
ho la bocca chiusa dal gelo
come cintura che serri
viceversa rovescerei
improperi e parolacce
rivolte al terribile tumore
a lui, non voglio dare
alcuna soddisfazione
ormeggiano tra le lenzuola
le nostre intime vite
non definibile chi tremi
o chi consoli
posseggo un lavandino
che tira come un vaporetto
sopra c’è lo specchio
con fiale per dormire
in ospedale non c’è la tv
a forza di tagli
si ritraggono pure
le foglie
qui, invece di guarire
gli ammalati
ci si invecchia di corpo
la luce sempre costantemente
affievolita pare accoltellata
qui si soffre come
fenicotteri privi di piume
lenzuola bucate
le voci sfuocate
pensare che in questo luogo
il corpo dovrebbe indistintamente
adagiarsi come candido fogliame…
sul letto impavido del dolore
le nubi al mattino
raggiungono le acacie
tra i filari in plastica
tu mi ferisci, diceva
senza spada
il passato
(di verdura)
noi stessi siamo spaventati
come cani da guinzaglio
la recessione c'indebolisce
imbavagliandoci la bocca
beh che dire, direi
sono i nostri tempi
belli e dispiaciuti
che dire si voglia
questa giornata
sa di valore di carta
poco importa
se poco conta

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