giovedì 17 luglio 2025

“la luce sempre costantemente affievolita / pare accoltellata“

di Flavio Vacchetta



SALVA CON DOLORE


triste e al buio

eccomi cadere

offuscato dal vuoto

di spine

avverto come un senso

di annegare in gola

il destino tra le mie braccia

con grida


nella stanza n.4

della neurochirurgia del santacroce

s’accende una luce gialla

che sa di stop

fiorj mi dice che

nel lutto trovi 

di più e di tutto


ho la bocca chiusa dal gelo

come cintura che serri

viceversa rovescerei

improperi e parolacce

rivolte al terribile tumore

a lui, non voglio dare

alcuna soddisfazione


ormeggiano tra le lenzuola

le nostre intime vite

non definibile chi tremi

o chi consoli


posseggo un lavandino

che tira come un vaporetto

sopra c’è lo specchio

con fiale per dormire


in ospedale non c’è la tv

a forza di tagli

si ritraggono pure

le foglie

qui, invece di guarire

gli ammalati

ci si invecchia di corpo

la luce sempre costantemente

affievolita pare accoltellata


qui si soffre come

fenicotteri privi di piume

lenzuola bucate

le voci sfuocate

pensare che in questo luogo

il corpo dovrebbe indistintamente

adagiarsi come candido fogliame…

sul letto impavido del dolore


le nubi al mattino

raggiungono le acacie

tra i filari in plastica


tu mi ferisci, diceva

senza spada

il passato

(di verdura)


noi stessi siamo spaventati

come cani da guinzaglio

la recessione c'indebolisce

imbavagliandoci la bocca

beh che dire, direi

sono i nostri tempi

belli e dispiaciuti

che dire si voglia


questa giornata

sa di valore di carta

poco importa

se poco conta

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