Polaroid: istantanee di poesia è una rubrica a cura di Luca Pizzolitto
Foto in copertina di Luca Pizzolitto
(...) La capacità del poeta di evocare in modo vivido soprattutto le scene della gioventù, rivissute nella memoria che le ammanta di un velo di magia e di un alone nostalgico, ma anche dell'inquietudine tipica delle fiabe. E come tutte le fiabe, in modo del tutto naturale, l'inconscio emerge e preme sul conscio, crea un alone di mistero, agita la superficie mescolando gioie e dolori, inquietudini e paure.
(...)
La riuscita del libro è provata anche dal movimento dello sguardo che passa progressivamente dal personale (appunto come rievocazione della propria infanzia e gioventù) a una dimensione universale, dominata dal male storico e ontologico: (...) è a questo livello che occorre "imparare a convivere con il buio" perché non può essere sconfitto, ed è indispensabile la cura delle persone, delle cose e degli stessi ricordi di cui è intrisa questa poesia.
(Mauro Ferrari, dalla prefazione)
Poesie da "Morte del drago - una storia" (puntoacapo 2022)
Roveredo
Anche il cielo sembra saperlo,
è di un grigio perla,
quasi cenere,
e dal fiume aleggia una nebbia
autunnale che punge la memoria.
Ho riguardato i sassi calpestati
nelle lunghe estati, la montagna spiovente a ovest,
l'azzurra pianura;
un ultimo sguardo al ciliegio, alle camelie, ai meli,
alle ortensie e a tutti gli alberi
che hanno conosciuto la mano gentile
dei miei antenati. Ho portato via
le ultime fotografie in bianco e nero
di uomini e donne di altro un tempo. Finiranno in Bulgaria,
diventeranno fogli su cui forse
qualche giovane scriverà poesie d'amore.
Non vi farò mai più ritorno
e al ponte svolterò a sinistra
per salire da mio padre e da tutti gli altri
che sono rimasti lassù per sempre.
**
Ultima rosa
Da giorni e giorni piove,
sono lame affilate,
un luccichio cupo.
Le ultime rose gialle
si piegano su se stesse,
intrise d'acqua pendono
disperate, aspettano di essere
recise con un taglio netto.
Loro torneranno al giro di boa,
sempre belle illumineranno
nuove primavere, altri occhi.
Noi per ora siamo qui,
con un altro giorno da vivere
immersi nell'assurdo.
Da giorni vedo Il faggio in fiamme:
lo splendore del giallo
trasmuta lentamente
in un intenso rosso,
per farsi poi corallo,
e infine trame
senza colori,
nere.
Oggi non taglierò l'ultima rosa.
**
Acqua
Poi, sul passo, guardare
stancarsi di guardare.
(Giorgio Orelli)
Si può guardare una distesa d'acqua
per ore, senza alcuna prospettiva.
Si sta fermi in ascolto,
forse in attesa di un'idea che sveli
un briciolo di fondamento
alla base della vita,
o, almeno, l'accenno di un senso
delle nostre storie: amori perduti,
piccole aspirazioni, il respiro della notte.
Eppure ogni cosa che mi guarda
è di un'assurda bellezza,
l'azzurro è dappertutto.
Tutto il resto è invece frammentazione,
a volte lacerazione e dolore,
io, noi, la storia degli uomini.
E allora non resta che stare immobili,
essere senza chiedere
niente, un attimo prima di tornare
uomini e vivere l'esilio.
Di più non saprei dire.
**
(...)
Non so se avete visto
la bellezza di questo giorno
di gennaio: a volte ci vuole una vita
intera per vedere l'assoluto,
e quanto è assurdo trovare
le parole che preservino
almeno questo istante.
Fra non molto calerà la sera,
farà freddo, e le notti d'inverno
sono lunghe: vi penso
e spero troviate un riparo,
un luogo per abbracciarvi,
per amare i vostri figli
per sentirvi meno soli.
Da diversi anni insegna italiano presso la Scuola cantonale di commercio di Bellinzona.
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