Franco Casadei, Nostro fratello Giuda. Il Vangelo in poesia, Prefazione di Massimo Camisasca, Ladolfi 2021, pp. 92, € 10,00
recensione di AR
Con il distico che abbiamo scelto come titolo si chiude questa raccolta, espressione di un amore sentito, profondo e grato per il messaggio evangelico. C’è da sempre, in Franco Casadei, un sentirsi chiamato-accolto da una Parola che accompagna, sostiene, ci spinge a farci prossimo quindi a essere concretamente attenti ai bisogni dei fratelli e delle sorelle che incontriamo (l’autore è di professione medico); una Parola che ci entusiasma del suo amore chiedendo “a noi ogni mattina / Che cercate?” (Al Giordano, p. 80).
“Passiamo all’altra riva – diceva Gesù ai suoi – / non significava soltanto un altro luogo, / ma abitare la vita in altro modo” (Il viaggio, p. 79).
Il cammino del cristiano, come quello di ogni figlio dell’uomo, non è privo di dolori e fatiche, di persecuzioni, abbandoni e abbattimenti… anzi ogni discepolo è invitato a farsi carico della propria croce, ma in croce ha aperto le sue braccia infinite Colui che ci salva (si vedano le intense poesie che aprono “E duemila anni dopo?”, l’ultima sezione del libro con La fede, Il male di vivere e la croce e Il chiodo alle pp. 75-77).
Il Crocifisso è poi risorto aprendoci a un Regno dei cieli vicinissimo, come ci ricorda Il sepolcro vuoto (p. 67): “In un angolo le bende ben piegate, / squarciato il velo della morte / un vuoto che cambia l’orizzonte.”
Fulcro generativo di questo percorso poetico è il commovente Monologo di Giuda, con il suo tradimento (e, come ci ricorda Franco introducendo il libro, chi di noi non ha tradito almeno qualche volta?), di cui ha provato tutto il peso fino a restituire i denari e a suicidarsi; un tradimento che ha consegnato Gesù a tutti noi: “Ma che sapete voi di me, del mio tormento? / Sono nato – come voi – con l’anima ferita, / il male accovacciato alle mie porte / e come voi mi sono giocato la mia vita. / (…) / Ho peccato anche per voi nel tempo stabilito. / Pur infame, non resterò figlio della perdizione / e il Suo sangue prezioso, anche per l’Iscariota, / – Gesù – non avrà versato invano.” (pp. 62 e 64).
Leggere questa raccolta è ripercorrere la storia della salvezza dall’Annunciazione alla Pentecoste, con la consapevolezza che “Ogni strada del mondo è Galilea.” (Il primo annuncio, p. 28); che “Le bilance di Dio / non pesano il quanto, / ma il come.” (Il quanto e il come, p. 32); che “… l’amore non è un sentimento, / ma un fatto di mani.” (Il buon Samaritano, p. 34); che Dio ha fiducia “… anche nei sassi, / in quel pugno di terra e di ghiaia / che lastrica il cuore dell’uomo.” (Il Seminatore, p. 37); che “Nella guarigione si chiudono le piaghe, / nella salvezza rifiorisce la vita.” (I dieci lebbrosi, p. 39).
Sono pagine ricche di misericordia che rendono tangibile lo sguardo di Gesù che “parla con gli occhi all‘altezza de cuore.” (L’adultera, p. 41); “Il Signore non accetta / di essere derubato di chi ama. / Lui è la risurrezione delle vite spente” (Vieni fuori!, p. 48).
Come scrive il prefatore Massimo Camisasca a p. 5: “Il vasaio si è fatto argilla: è l’annuncio centrale di questa raccolta di poesie di Franco Casadei. Da quel momento la storia personale di ognuno di noi è stata strappata alla solitudine e alla disperazione.”
In questi giorni ancora sotto scacco per la diffusione della pandemia, avere fra la mani queste pagine è bere sorsi di vita e di speranza in un Vangelo che ci chiama fratelli/sorelle e amici.
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