12 gennaio 2017, dalla Terra Meridionale
Il suo credo autentico nella Poesia ha
fatto di lei una partigiana, pronta all’ascolto della “parola”, fiduciosa
nella luminosità di questa fiaccola di fronte all’oscurità del destino avverso
degli uomini.
Scriveva in una sua lettera a maggio del
2012, in occasione della pubblicazione della sua raccolta poetica Le Parole
Agre (L’Arcolaio, I codici del ’900, novembre 2011), queste parole:
«Hai
letto un libro duro e forse difficile, i tempi che attraversiamo e abbiamo
attraversato tagliavano le ali e fermarsi su questa immorale superficie era
doveroso. Dei mali occorre farsi carico per debellarli. La mia poesia ha sempre aspirato ad
essere “etica”, con ciò intendo a promuovere onestà, rispetto, coerenza,
giustizia…
Tante, tutte belle parole che il
vocabolario sembra avere cassato o svuotato di senso. Ora scrivo molto per gli
altri (oggi è pubblicata una mia nota nel Giardino dei Poeti, di Cristina Bove), imparo sempre quindi non è solo generosità la mia. Sono grata a chi mi chiede
una recensione di un bel libro.
I piccoli Edoardo e Isotta sono i miei
nipotini, 4 e 3 anni, sono la luce e l’amore purissimo del mio cuore.
Viviamo tempi sempre più duri e noi,
siamo abbastanza immuni e ci preoccupiamo per i figli, i nipoti. Ad una notte,
anche se lunga, segue il giorno e così sarà, spero ci terremo uniti in intenti
di impegno e fratellanza e cacceremo l’avidità e la menzogna che dominano.»
Scelgo i versi della raccolta Verso Occidente (FaraEditore 2004, p. 44) per innalzare sull’altare della memoria l’eredità poetica di Narda FATTORI:
Come se fosse appena ieri
quest’aria bruna di novembre
sparute foglie fango silenzio
di stranieri forse vivi
di donne ancora in pena
la pazienza dei vivi è santa
cozza contro dorsali di roccia
si spossa come una betulla
al passo duro dell’inverno
e prova a durare a durare.
La pazienza delle donne è santa
che tengono ancora il ventre caldo
che amano un uomo un bimbo una farfalla
e coltivano implacabili gerani.
Da un camino sale un fumo caldo
dritto verso l’onfalo del cielo.
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