UNA
MIA FOTO DI VITO VECELLIO
Vito,
anarchico ribelle proteiforme
parente
lontano di Tiziano (almeno
di
cognome) di cui porta la barba folta,
brizzolata
da saggio proto-biblico
pi
profeta che urla nel deserto contro
l’ignoranza,
il menefreghismo, il silenzio
totale
di persone senza coraggio, ideali
e
idee originali pensati con la loro mente
atrofizzata
dall’isolamento e dal campa-
nilismo
peggio del nichilismo esistenziale.
Nessuno
che malattia abbia tarpato le ali
di
questa gente tradizionalmente libera,
fiera,
orgogliosa della propria latinità.
Forse
troppe invasioni? Troppe illusioni
spuntate
come tumori maligni che nessun
specialista
sa estirpare? Sapessi qualche
risposta
la spiaccicherei su tutti i network
sugli
smartphone, su ogni corriera capace
di
generare l’idea di una nuova
carriera,
nei
cervelli semi atrofizzati di tanti, troppi
cadorini.
Seguite Vito alle sei di ogni mattina
inoltrarsi
nei boschi, scattare le foto che parlano
al
cuore come alla mente pronta a captare
l’attimo
giusto, quasi perfetto. Poi gira nei mostri
paesi,
osserva in silenzio la gente e d’improvviso
si
sente un “ciack” – l’artista ha rubato alla natura
un
minimo pezzo dell’anima sua. Non conta per
niente
la
sua dimensione: il furto è successo. Per qualche
membro
di varie tribù Amerindiane si deve fare
un rito
di
purificazione L’artista puro
rispetta questo
baratto
e ringrazia per ogni dono ottenuto. E questo
anche
l’amico Vito Vecellio, lontano fratello
del
Tiziano Vecellio nato anche lui in Cadore...
Una
geniale psicoterapeuta chiamata Dottor
Kay
Redfield Jamison soffre di “bipolarismo”
ha
scritto un libro importante sulla natura di questa
malattia,
concludendo che tanti fra i più originali
artisti
di tutte le età erano bipolari.[1]
LA NUOVA
GERLUSALEMME REDUX
“Absolute power
corrupts absolutely …”
God
save America … c’è sempre chi
perde e chi
vince.
“Lavoreremo tutti insieme” proclama
l’appena
eletto
Presidente degli Stati Uniti ai cittadini della Nuova
Gerusalemme.
Putin manda subito un telegramma
a
Donald Duck: “sono sicuro che lavoreremo
bene
insieme, per il
benessere dei due paesi (s’è forse dimen-
ticato
del popolo sovrano?)
mentre sui mercati inter-
nazionali esplode un movimento spietato: un
girotondo
fetale
quasi quasi fatale. … Però la Vita vince sempre,
sconfigge
anche la morte del bulbo stellare. Dal primo scoppio
del
teorizzato Big Bang di Einstein all’avvento del reduxing
Trump
(un altro dei tanti traghettatori
dell’orda umana,)
Inesorabilmente
riscendiamo di nuovo all’Inferno di Messer
Danton
Alighiero – e non Virgilio ma Rudy Giuliani ci ammonisce
di
girar sempre alla destra,
accompagnati dal Chief of Staff (un
Fallstaff
shakesperiano) e dal Comandante Supremo delle
Forze
Armate Americane. Senza dubbio nessuno
si ricorderà
di
recitare “O Capitano mio Capitano”
di Walt Whitman.
Nel
party post elettivo una canzone dei Rolling Stones that,
like moss in a stream gathers no dust but rather seems muted
to dark sades of grass; it
is repeating again and again: “You can’t
always get what you want…[2]” Cara mia povera Hillary Clinton
caduta
di nuovo, per la terza e forse più tragica volta. Telefona
a
Donald Duck (il rivale); commossa
e sottomessa offre le sue
Congratulazioni… poi si ritira di
nuovo nell’anonimato subito
dopo
la sanguinosa scaccomattanza. …
II.
Chi
è Donald Trump? Quello crudo, rude, male-
ducato,
razzista, antifemminista della campagna
presidenziale
oppure un imprenditore sposato
almeno
due volte, fallito sette volte (?) e resuscitato
più
fedelmente della sacra Fenice veneziana ? “Sarò
il Presidente di tutti…” ma dopo non ha
specificato
Dove.
Come. Quando Perché. … Ci sarà il
tempo
la
voglia e lo spazio e soprattutto la resilienza in
Congresso
per concretizzare le principali promesse ?
Non
credo proprio. Trump è di destra o di sinistra?
Del
Nord oppure del Sud ? Ama il
calore del Sole
o
preferisce sorella Luna ? Corteggerà solo la dea
fortuna
che gira sempre nei suoi casinò Alcune di loro
le
avrà conosciute, usate e poi pensionate …libere di
percolate in the far fields
of the moonheart.
Conterà pure qualcosa essere stata l’eletta per dieci
secondi
poi “liberata” dal tycoon padre/padrone seduto
in
patriarcali poltrone. Trump farà spesso il pretendente
“in coelum et in terra”? Farà più la pace o
la guerra?
Prego
soltanto che qualche volta invochi
pure lui
una
divinità che l’ascolta, prima di tutto le suppliche
sue
poi quelle della sua odierna
moglie/compagna.
III.
A
livello subliminale ascoltando il ronzio delle
molteplici
voci trasmesse dai vari canali multi-
mediali,
sull’argomento delle elezioni statunitensi
presilenziali,
ma dall’inconscio s’è alzato un sospetto
parallelismo
D. T. è troppo vicino all’ E. T spilberg-
iano.
Pure Trump è un alieno ? Può
darsi,
speriamo
di no. Nell’ Indirizzo ai suoi
fedeli
aveva
urlato felicemente: “Sarò di tutti.e di
nessuno.[3]”
Durante
la lunga e vergognosa campagna elettorale
ad nauseam lui ripeteva faremo una muraglia fra noi
e il Messico.
Nessun mussulmano passerà i nostri confini.
Donne e bimbi
saranno ugualmente protetti (eccetto per
qualche diritto ignorato o dimenticato …). Qualcuno
gli
chiede: “che pensa del precetto ideale di essere sempre
“politically
correct?” Carissimo Donald, “cosa
pensa del
dovere
pagare le tasse statali e federali? Diffatti Trump
liberarsi
dal girotondo globale ? Non credo le multi-
nazionali
americane (la Phyllips Morris, la National
Rifle
Association, le Tribù Farma-celtiche,
etc., etc., )
saranno
d’accordo con lui.
Riguardo
all’inquinamento geopolitico sembra
convinto
che sia una bufala cinese per continuare
a
carbonizzare il loro paese e pure il resto del mondo;
esperimentare
con le balene giapponesi; scambiare
automobili
e altri giocattoli almeno ogni 6 mesi …
Nel
suo “Discorso della Vittoria” (parla Donald): “La
nostra non è stata
una campagna elettorale bensì un
Movimento
Statunitense mai successo dopo la Guerra
per
l’Indipendenza. . La libertà allora tuonò a Fila-
delfia e suona
tuttora nel nostro Paese.” Quovadis,
Trumpius? E continuò, che gli USA a livello locale,
statale e federale rifarà le infrastrutture
necessarie:
ponti,
dighe, strade, scuole, ospedali, aeroporti (e
minareti?)
poi qualche casinò e altra
struttura. Così
il
PIL raddoppierà. Lo stesso vale per l’occupazione
(un
nuovo progetto, modificato da quello del Presidente
F.
D. R. durante la Crisi del 1924-28, seguita dal Black
Friday
del ’38 con il crollo della NewYork Stock Exchange.
Tanta
che si era lanciata dalle finestre dei grattacieli ma
senza
alcun golden parachute.[4]
I sopravissuti hanno impa-
rato
a tener duro e lo faranno di nuovo, sempre di nuovo …
ancora
di nuovo . …
IV.
A
livello di rapporti internazionali/intergalattici voglio
muraglie
con tenaglie agguerrite e aguzzi cocci con filo
spinato
contro qualsiasi immigrato nato non sul nostro
terreno
(niente Jus Solis e neanche del
sangue)…voglio
la
pura razza statunitense (che mito innocente.fatale !)
E
su per le scale del Campidoglio ascoltando le oche/toghe
stramazzare,
bere birra, canticchiare , giocare, ballare poi
a
notte fonda, davanti alla statua di Abraham Lincoln
farsi
il classico spinello, abbozzare una legge ad
personam.
Infine
a letto con la segretaria oppure
con qualche infermiera
infermiera
di passaggio involontario però pronta a qualsiasi
calvario
pur di scalare la vetta e oltre il tetto con tette di vetro.
Né
Clinton né Trump hanno mai toccato né leccato una splendida
puella,sia sposata sia
zitella, ma pure sempre pronta a fare il suo
(in)civile
dovere.
KGE
Putin gli invia un veloce telegramma
per congratularsi con l’amico D.
T.
Insieme formuleranno un nuovo
Axion e/o giocheranno qualche
partita
di golf o di bridge. Quale dei due azzeccherà il prossimo post-
nucleare
checkmate?
©
Copyright 2016 Adeoato Piazza Nicolai
Vigo
di Cadore, 9 novembre (dalle 7,30 alle 13,40)
Questa
opera è puramente fittizia. Ogni riferimento a persone
e/o
personaggi reali è casuale, a scopo artistico e non denigratorio
LE
NOSTRE STÀLE VUOITE
Le
é cuasi dute guoite le stàle de Vigo come tel resto
de
l’Oltrepiave e te la gran parte del nostro Cadore.
Tel
post-moderno son deventàde ntin massa siore:
desmenteàde
de cuanto erone puarete manco de zin-
cuanta
àne fà. E de cuanche beeòne n goto de late
nostran
ancora ciaudo, daspò che la mare mondea
la
Bruna. De cuanche faseone formai e butiro che ne
duràa par cuatro stagion, anche senza la
musica de
Vivaldi,
e forse calche dornada de pì. Disea Gesù
Cristo:
“Beata la dente puareta” te l’epoca dei puoche
credenti
– ma forse da sempre l’è stou proprio cussì
da
cuanche i prime cristiane scoltàa con fede la Soa
Parola,
guidou da lo Spirito Santo. Ese meo adés girà
par
i bar e dì a scanàse tante palanche de vin e mai dì
te
la ciesa de San Martin? O anche
passà par le porte
de
ciasa e feise vede cioche patoche, co la femena
che
spieta che ruone te ciasa senza malori o baruffe
lassade
par strada? Forse l’é meo barcamenase senza
premura
o bisuoi de fei n miracol particolar, ben oltre
chei
che ne fa la nostra mare natura inte le ciase ladine
e
anche le ciese del nostro Cadore. …E anche par chei
che
no à pi bisuoi neanche de crede al Signor, parché
adés
credon de vive meo te sto benedetto Eden ladin.
cadorin,
senza nessun paragon te l’intiero nostro pianeta.
spero
tanto che prima o daspò rue cassù anche l Papa
Francesco
par benedì la nostra dente, e anche i nostre
paese
splendenti: avòn veramente tanto ma tanto
bisuoi
de fede, speranza e de carità. ….
Copyright
2016 di Adeodato Piazza
Nicolai,
Vigo 27 dicembre, 2016.
ARISTOTELE,
SULL’AMICIZIA
Gli
dei non hanno bisogno di amare
l’uomo,
ma l’uomo ne ha bisogno, se
è
buono. La comunità politica, la polis,
deve
permettere ai cittadini di vivere
bene,
in amicizia, tra uguali e anche fra
disuguali
(superiori di rango) come i
genitori,
gli anziani verso i più giovani.
La
polis dovrebbe facilitare “the pursuit
of
happiness”. La città/stato ha varie forme
di
autogestione: autocratica, demcratica
repubblicana,
plutocratica e popolare
mentre
il tiranno è la peggiore delle realtà.
L’amicizia
fra marito e moglie è una
unione
aristocratica quando l’amicizia
fra
i fratelli è simile alla costituzione
francese
dopo la rivoluzione. Al giorno
d’oggi
c’è la pseudocrazia, la burocrazia
la
falsocrazia che coltiva la bugia come
verità
assoluta. Il tiranno non è mai libero,
ma
schiavo della sua stessa illusione del
potere
totale camuffato da liberté fraternité,
socialité.
Razzismo, comunismo e tanti altri
“ismi”
sono forme di auto-schiavismo.
“Se
le spole potessero tessere da se stesse
non
ci sarebbe bisogno di schiavi”, ma il
capitalismo
è sempre una forma di schiavitù,
dalla
realtà vissuta nelle Americhe a quella
tuttora
nella Cina e altri paesi autoritari/
totalitari
dove l’umano è oggetto usa-e-getta
anche
senza sepoltura. È come spazzatura
che
brucia nella terra dei fuochi, forma
isole
plastificate in mezzo al Pacifico,
inquina
il nostro pianeta all’infinito finché
tutto
sarà finito. E nel frattempo diciamo addio
a
ogni nostro caro amico sparito insieme ai dino-
sauri
…Addio, mio puro altruismo, oggi vince
il
totale egoismo però siamo spesso infelici.
Copyright 2017, di
Adeodato Piazza Nicolai
Vigo di Cadore, 8
gennaio 2017, ore 01:15
C’È
SEMPRE LA PORTA DI MEZZO
L’inatteso spesso è
sospeso
fra l’io, l’altro
ed il mare…
Ho
eretto un altare alle mie colpe mai perdonate
né
cancellate. Taci, zio Freud. Non voglio consigli
che
sono conigli lobotizzati e robotizzati, estratti
da
qualche cilindro forse inquinato e gia tramortito
se
non è morto e pure sepolto. Ho misurato il tuo
viso
tirato: occhi celesti annebbiati, pelle sciupata
da
troppo sole; mani infangate ma non innocenti,
forse
impotenti al chiaro di luna che baluginava nella
mia
mente demente, straziata dal poco dormire, dal
tanto
soffrire per una cazzata. Al massimo dormo
due
ore e mezzo ogni notte, prendo Targin che non
funziona,
perciò misuro ogni rumore.
Davanti
alla porta sento una gattina graffiare. Sembra
patire
di qualche cosa. Apro la porta, lei entra tutta
d’un
fiato. La tazza in mano colma dell’acqua rac-
colta
dal rubinetto, la metto per terra. Lei si disseta,
incomincia
a scodinzolare, fare le fusa, girondolarmi
intorno
alle gambe ma qualche cosa le manca ancora.
Tagliuzzo
un po’ di formaggio fresco, lo porgo e lei
lo
divora con gusto, poi mi lecca le mani protese.
Finito
il progetto miagola ancora ed io, malcerto,
riapro
la porta; lei di nuovo sparisce nel buio. …
Copyright
2016 di Adeodato Piazza Nicolai
Vigo
di Cadore, notte del 27-8 dicembre 2016.
RUA, RUA LA NOSTRA
VECIA REDOIA
“Zia
Genovefa, che bruto stasera che la Reduoia
no
é ruada ancora.” “Sta chieta, sta bona tosata che
anche
la Bora va n’giro stanuote ma prima che s’auze
l’aurora
la vien a bussà su dute le ciase, senza desment-
eàse
de fermase par chela siora ciamada Chiara Martin
de
le Lode (che te ses tu)”. “Ringrazia l Banbin Gesù
che
i te l’à mandàda co n’tin de ciarbon, ma anche con
robe
nuoe e tanto bèle, parché te às fato n’tin tavanà
tuoi
genitori anche chest’àn. Adès fei na promesa onesta
e
sincera, che te mantién fin a chest’autro Nadal, e de si-
guro
te rue al primo del prosimo àn. Che bèla scomésa
da fei con to mare e anche to pare. …”
Copyright
2017 di Adeodato Piazza Nicolai
Vigo
di Cadore, 6 gennaio 2017, ore
LA
METÀ / POESIA
Le mie strofe si
abbracciano: un disordi-
ne equilibrato e
mal dettato dalla mente
che si lamenta
dell’ egoismo sfrenato. Le
mie rime dimezzate
vanno zoppe nella tana
della musa. Lei le
studia, le analizza e poi
le scarta come
paglia per le fiamme. Las pala-
bras, imbroglione, fanno finta di aver letto
lo zibaldone leopardiano
poi si fermano a
Milano per godersi
una sfigata (la sfilata?) e
frequentano La
Mondatori dove sperano di
incrociare un
illustre editore che crede ancora
nella Poiésis – brutta gatta da pelare— per
poi
sacrificarla
sull’altare dei best seller. … Peter
Sellers se ne
infischia di tutto questo casino
letterario/sociale.
Gira il mondo portando un
ferale in attesa di
qualche prossimo funerale…
mai sapendo la
giusta causa. La menopausa
e l’andropausa sono
spauracchi fenomenali
per insegnarci la
minima briciola di umiltà. O
almeno di sana
paura. La nostra struttura
umanoide ricorda
l’asteroide che passò vicino
al nostro pianeta.
Ben presto dimenticheremo
la strana cometa
che festeggiò un altro profeta
mentre la
meta-poesia volerà via sull’altra
asteroide che mai
più vedremo. …
Copyright
2017 di Adeodato Piazza Nicolai
Vigo
di Cadore, 9 gennaio 2017, ore 13, 09
I TRE GIORNI DELLA BEFANA
Da tre giorni
fischia il vento, credo annunci la Befana
che non cala da
Tramontana ma si avvicina con El Ghibli,
che un amico mi
aveva spiegato, parte da qualche deserto
(non mi ricordo
come si chiama, intendo il deserto). Ho
scoperto che questi
tre venti non vogliono scoperchiare
le nostre case, le
chiese, i fienili e neanche alcune carrozze.
Vogliono
risvegliare qualche coscienza troppo assopita
dal consumismo e
dal negato razzismo che semplicemente
in alta montagna
non esiste proprio per nulla. Così la contano.
Qua c’è solanto un
po’ d’ignoranza, di pro-leghismo, di anti-
renzismo ma
soprattutto un carcenogeno menefreghismo
che paralizza l’intero paese. Passato El
Ghibli cala la Bora
che gioca alla
mora, dimenticandosi di qualche bionda che scia
a Cortina, a
Misurina o la Madonna del Bianco Coniglio) Quella
partita è tutta
ancora allo scoperto e lo sa bene la bella Trieste
che spesso s’è
desta col freddo in tasca e qualche sorpresa da
rosicchiare. …
Finita la Bora calerà forse la Tramontana che
ama tanto le nostre
montagne, particolarmente le Dolomiti
del Centro Cadore.
Non credente, soffro un dolore al singolare
sul giudizio
incostituzionale. Come un agente kafkiano m’espongo
al tribunale senza
risoluzioni: colpevole sempre di certe colpe senti-
mentali che non
conosco. Ma ciò non si accetta come attenuante
sui banchi
dell’ingiustizia. Dovrò sperare nella gustizia divina.
Resisto tuttora ma
nel frattempo imparo a barcamenarmi solo
soletto nella
giungla post diluviana. Grazie ai tre venti (non solo ai
popolari Voli canori); adesso rimembro la discesa
dello Spirito Santo
sui capi degli
Apostoli, abbastanza bloccati dalla paura. Dopo l’evento
andranno in ogni angolo del mondo conosciuto a predicare la buona
notizia: il
Nazzareno è risorto. Ci vuole bene e noi lo seguiamo, poiché
ci ha presi ognuno
per mano, almeno a Vigo: ci condurrà
fino alla fine
dei tempi e del
Tempo.
Copyright 2017 di
Adeodato Piazza Nicolai
Vigo di Cadore, 6
gennaio 2017, ore 0202
I POLLLASTRI DELLA POST-POESIA
Post poetastri del
pseudomoderno morto
Annegato/impiccato
poi resuscitato con l’ultra
avanguardia dei
poetry slam: “slam, bang
& thank you man”—sex on the run, pop
Rock, cocaina,
anfetamina poi qualche Mina
per neutralizzare
ogni danno al sistema.
Tutto fa tema nelle
balere dei vip e dei
poco-vip, dei ladri
di squadra al capodoglio
al bentivoglio
mentre ti frego. Viva l’italia
che mai s’è desta,
che sta irredenta in attesa
del duce che ci
conduca dritti all’inferno.
C’è poca luce in
questo paese pieno di scosse
di corruzione e di
pochissima compassione
per i barboni, gli
artisti di strada, i senzalavoro:
e chi se ne frega
quando lavoro, bevo e faccio
casino che per
diritto è il mio destino? “Brother
can you spare me a dime? E quanti
girano
le loro spalle,
senza coscienza? Altri che dicono
son senza soldi e
senza lavoro, mentendo appas-
sionatamente?
Appena passato l’anno della Mise-
ricordia, sembra
che solo Papa Bergoglio abbia
capito il vero
messaggio. Tante, troppe persone
lo hanno usato come
massagio di purificazione
per anime sporche,
cuori indecenti, vite corrotte
e ben sprecate col
dio danaro. In quanto all’avaro
che tira diritto
per la sua strada, anche per lui
si pronuncerà
l’Apocalisse? Chissà. Credo ben
poco all’umana
giustizia, cieca o corrotta che sia.
Per quella divina
dovrò rimandare all’aldilà.
Copyright2016 di
Adeodato Piazza Nicolai
Vigo di Cadore, 31
dicembre 2016, ore 04,03
È QUASI MEZZANOTTE
Da tre anni e mezzo dormo dalle 2 alle 3 ore.
Il resto del
tempo/spazio sogno e bisbiglio
messaggi criptati,
inconprensibili a tanti ma
principalmente al
mio ego. Non credo troppo
all’alter ego, ma
un poco di più all’Essenza
dell'Altro.
Specialmente del barbone, del pri-
gioniero, del
senzatetto, del disoccupato,
dell’ammalato
accantonato o cancellato
dalle cosidette
persone praticanti cristiane.
Ci sono troppi
mendicanti, padri divorziati
(non sempre loro
tutte le colpe; soprusi,
ed abusi); qualche
volta anche le mogli o
le compagne, per
vari motivi, validi alcuni
altri banali, affilano frecce mortali …
purtroppo, sempre,
soffrono/pagano i figli:
i soli a patire l’inferno dentro le mura di
casa
e dopo scoppiano
ira e rancore. Aumentano
rabbia e dolore
dentro le mamme ed i papà –
egocentrifughi
senza pietà. Incompetenti,
pronti a tradire i loro ideali: impegni
pro-
messi come quello
di amare senza barriere:
Di mezzo ci stanno
le sacre carriere che inter-
feriscono con i
bambini. Così la battaglia li
taglia, va avanti fino alla lite finale/fatale.
Tirando le somme,
tanti si credono veri falliti e
anche traditi dal
poco tempo. Cancellano presto
le scelte
fatte/disfatte con troppa fretta, senza
pensare al domani
dei figli che crescono nel me-
desimo nido; esiste
un mistero oppure un po’ di
speranza che
alimenti la loro vita? Per ora
conta
il dio denaro che regna superbo nel
quotidiano.
Il resto tace. Non
c’è vera pace non c’è coscienza
che salvi la vita
di certe famiglie sul nostro pianeta?
Non ho né sento
risposta…
Copyright 2016 di
Adeodato Piazza Nicoai
Vigo di Cadore, 29
dicembre 2016, ore 00,36
I
NOSTRI AMICI VERI, PREZIOSI
“Ogn’uno dona al prossimo qualche cosa con
cui riveste il suo animo e pure il suo corpo…”
(Forse
San Martino di Tours)
Oggi
mattina mi sono fermato al Bar Bianco
in
Cima Gogna. Mentre guidavo pensavo
agli
amici veri, preziosi. Insieme, ieri, abbiamo
preso
il tè al Bar Centrale di Vigo di
Cadore.
Usciti,
Enzo mi ha abbracciato col modo un po’
brusco
come fanno tanti maschi. Lorenza mi ha sus-
surrato
gli auguri di Buon Natale, bisbigliandomi
nell’orecchio
destro: “Abbi cura di te…”Il suo
alquanto
tenero sorriso rispecchiava una tenue
penombra
nella luna nascente sopra il Tudaio.
Pian
pianino mi sono girato ed incamminato verso il
mio
“nido”. Fatto qualche passo sopra il mio Ponte
dei
Sospiri, ho aperto la porta. Ma prima ho notato,
sulla
veranda, una borsa quasi colma di sorprese:
mandorlato,
salame, una bottiglia di spumante,
due
pizze pronte per il forno, una bottiglia di Caber-
net
Sauvignon: tutto che veniva in Cadore
dai
nostri
Colli Euganei. Che cornocupia
inattesa regalata
dai
nostri amici. Commosso ho portato tutto oltre
la
soglia, incominciato a svuotare i
regali: uno in frigo,
l’altro
in dispensa, il vino nel posto
particolare ecc.,
come
saprò ringraziarli? Ancora non so, ma il cuore
sfavilla,
la mente scervella arriverà la
risposta sicura.
Solo
oggi ho ripescato dalla calotta della memoria
dei
sentimenti che uniscono senza bisogno di aprire
la
bocca: un’esperienza diffusa di sintonia pura
che
non riesco a spiegare. È come un altare a Madre
Natura. Ora fermo nell’auto che brontola,
scrivo
la
penultima parola. Il sole dolomitico d’inverno
cala
dalla volta del cielo, sembra l’occhio d’un bocia
appena
lavato che indossa i vestiti da festa. Riparto
verso
Vigo con il cuore innamorato. …
Copyright 2016, di
Adeodato Piazza Nicolai, Cima Gogna
e Vigo di Cadore,
dalle ore 11,43 alle ore 15,02. 12 dicembre 2016
ECCE
HOMO
L’uomo senza un
amico è come un
puledro senza le
gambe, un puro-
sangue senza
criniera un patriota
senza bandiera né
patria da amare.
Un prete senza
l’altare dove poter
celebrare il
sacrificio che salva
l’umano e lo
conduce al divino.
Un bimbo caduto tra
i rovi che piange
implora la mamma,
impreca contro
il destino crudele.
Ricorda il biblico
re Absalonne
impigliato fra i rami
del sicomoro:
sconfitto ed abbandonato
anche dal Signore.
Tradire il sangue
dei padri è
disonore assoluto. …
Copyright 2017 di
Adeodato Piazza Nicolai
Vigo di Cadore, 8
gennaio, 2017, ore 7,28
ODE A COSTAUTA
L’illustre poeta nato nel tardo ottocento
e maturato nei primi del novecento aveva
già elogiato la beltà del Catubrium/Cadore.
Oggi vorrei solarmente ludare lo splendore
di Costauta, nel Comelico del Cadore.
Arroccata sull’alto costone roccioso di una
irta collina, richiede al viandante uno
sforzo
d’amore speciale per accarezzarne la cima.
Di sorpresa volevo salutare l’amico Lucio
Clere
nel nido dov’è nato, dispiegato le sue ali e
tuttora fa crescere le radici di famiglia;
Salito
le scle, ho bussato alla sua porta. Nessuno
mi ha
risposto. Scritto
ed infilato un bigliettino
nella loro cassetta della posta e mi sono
girato
verso valle per tuffarmi nel calore
folgorante
del sole che mi richiamava/indorava ogni
parete delle case abbarbicate, della chiesa
e della scuola elementare (salvata in
extremis
dai tagli maledetti dello stato che voleva
pensionarla troppo presto).
Anche i muri delle
strade che annunciano le case dei cittadini
di questa magica realtà brillavano di luce
come
diamanti appena trovati e raccolti dalle sabbie
del Sahara. Le crode dolomitiche
anticipavano
l’enrosadira come incanto di quest’isola alloglot-
tona unica, magica e felice. Alcune persone
scendevano dalla piazza verso le scuole per
andare
a votare “sì” oppure “no” al Referendum che
pretendeva di “modificare si o no la
Costituzione
Italiana? Più tardi, dopo la mezzanotte, ho sentito
che aveva stravinto la nostra vecchia e
stimata
Signora rimasta inviolata da ogni tramaccio
volgare
dei poteri forti,banchieri con minimi
scrupoli etici
etc., etc. Il popolo muto ha parlato con
chiarezza:
la Costituzione per ora non si ritocca. E’
bene che
gli altri Paesi d’Europa rispettino senza
commenti
le libere scelte votate dal popolo italiano.
Scusatemi questo contrattempo. Ritorno all’auto
Per ripetere al contrario la strada che
porta a Santo
Stgefano. Ma questa volta ritorno verso Vigo
di
Cadore passando per Costalissoio. … L’anello
pian
piano è completo. Ringrazio il Signore degli
Agnelli
per la magnifica Domenica, metto l’auto nel
garage,
salgo le scale (del mio Ponticello dei
Sospiri) e bevo
un bicchiare d’acqua fresca cadorina. Grazie
di nuovo
per questo dono non annunciato ma tanto
tanto amato. …
©2016 di Adeodato
Piazza Nicolai /Vigo di Cadore,
Domenica 4 dicembre
2016; dalle 19,14 alle 23,54.
LA SAGGIA e LA BALALAIKA
D’inverno fra la
neve brillante ascolto una nota
lontana. La notte fredda, luna piena e alquanto
gobba e la terra
pesa troppo sulle sue fragili spalle.
La splendida
vecchia veste di rosso e di nero: un
velo sottile copre
il suo pallido viso. Dagli occhi
risplende un
avviso: è nato stanotte
un lupo mannaro,
si chiama il Nazzareno.
Non fu mai nato,
s’era incastrato in una stella
caduta dal cosmo.
Una vergine madre l’avrà partorito
nel rigido gelo di
una grotta. Al fianco Giuseppe
scuoteva la testa
indeciso, confuso.
Come farà a
salvarsi la faccia in mezzo alla folla
curiosa? Maria,
dolorosa, già conosceva il
calvario
e la croce
annunciati dall’ angelo Gabriele;
e pure il fiele
bevuto per riscattare l’umano.
Pastori e re maghi
cantano a squarciagola l’osanna
nell’alto dei cieli.
Erode, furioso,
scaglia epiteti alla gente
impazzita dal vino. Fanno baldoria e
casino,
ignoranti che
questo evento rivoluzionario è veramente
regale. Angeli
adesso sbattono le ali
cantando Gloria in
Excelsis mentre lei,
povera donna russa
appena emersa dalla foresta,
cammina sotto le
stelle verso la taiga.
Inizia a suonare la
notte sfasata sulla sua balalaika:
è saggia, vecchia e
severa, la chiamano zia Lucia
Bukowskaia. Non
crede né all’annunciazione
né all’immane
precettazione. Diffatti è piuttosto
laica, ride
soltanto al suono della balalaika: musica
semplice, pura che
spacca il cuore, fa tremare le stalle
e scorre nel sangue
come la Moldava che spella
le nostre budella
senza sapere perché;
ma lei riconosce
che questo amore spacca le ore.
Vuole parlare con
ogni persona che incontra
lungo il sentiero.
Tutti la chiamano pazza e
bugiarda.
“Vattene a casa,
lavati il viso. Tu maledetta,
ci hai soltanto
insultato.” …
Copyright 2017 di
Adeodato Piazza Nicolai
Vigo di Cadore, 6
gennaio 2017, ore 21,24
[VERSIONE FINALE,
RIVISITATA]
LA VECCHIA E LA BALALAIKA
D’inverno fra la
neve brillante ho ascoltato
una nota
lontana. La notte fredda, la luna
piena e alquanto
gobba; la terra pesava troppo
sulle sue fragili
spalle. La splendida vecchia
vestiva di rosso e
di nero: un velo sottile copriva
il viso. Dagli
occhi fuggiva un avviso: è nato sta-
notte un lupo
mannaro, si chiama il Nazzareno.
non è mai nato, s’è
incarnato da qualche stella
caduta dall’alto.
La vergine madre l’ha partorito
nel rigido gelo di
una misera grotta. Al fianco
Giuseppe scuote la
testa indeciso, confuso. Come
farà a salvarsi la
faccia in mezzo alla folla curiosa?
Maria, dolorosa,
già conosce il calvario e la croce
annunciati
dall’arcangelo Gabriele; e pure il fiele
bevuto per
riscattare l’umano. Pastori e re maghi
cantano a
squarciagola l’osanna nell’alto dei
cieli. Erode,
furioso, scaglia epiteti alla gente
impazzita dal vino.
Fanno baldoria e casino, igno-
ranti che questo
evento rivoluzionario è veramente
regale. Ora gli
angeli sbattono le ali cantando
Gloria in Excelsis
mentre lei, povera russa appena
emersa dalla
foresta, cammina sotto le stelle
verso
la taiga. Inizia a
suonare la notte sfasata sulla propria
balalaika: è saggia, vecchia e severa, la chiamano
zia
Lucia Bukowskaia.
Non crede né all’annunciazione
né all’immane
precettazione. Difatti è piuttosto
laica, ride
soltanto al suono della balalaika: musica
semplice, pura che
spacca il cuore, fa tremare le stalle
e scorre nel sangue
come la Moldava che fa vibrare le
nostre budella
senza sapere perché; ma lei conosce
che questo amore
spacca le ore. Vuole parlare con
ogni persona che
incontra lungo il sentiero. Tutti
la chiamano pazza e
bugiarda. “Vattene a casa, lavati
il viso. Tu
maledetta, ci hai tradito.” …
Copyright 2017 di
Adeodato Piazza Nicolai
Vigo di Cadore, 2
gennaio 2017, ore 01,01
[1]
[1] Vedi: Touched by Fire (Sfiorato dal fuoco), Alfred A. Knopf, 1999). Si raccomanda, “quando si deve stirare per tante ore, di fermarsi per riposare regolarmente e poi riprendere questo monotono lavoro”. Tanti bipolari hanno personalmente ringraziato la dottoressa per le sue abilissime ricerche in questo campo. (N.d.A.).
[1] Vedi: Touched by Fire (Sfiorato dal fuoco), Alfred A. Knopf, 1999). Si raccomanda, “quando si deve stirare per tante ore, di fermarsi per riposare regolarmente e poi riprendere questo monotono lavoro”. Tanti bipolari hanno personalmente ringraziato la dottoressa per le sue abilissime ricerche in questo campo. (N.d.A.).
[2] Nota canzone dei Rolling Stones: You can’t always get what you want…” “non puoi sempre avere quello che vuoi …” [traduzione in
italiano dell’Autore]
[3] Ironia voluta
dall’autore… Nell’originale, “Sarò per tutti o per nessuno….” (NdA).
[4] Per la
correttezza delle date storiche di questi eventi particolari l’autore prega il
lettore di rivolgersi a una buona enciclopedia, per esempio la Treccani. I golden parachutes sono i soldi che le
internazionali danno come premio di pensionamento e/o di mutuamente
acconsentita rottura del contratto economico, ai grandi manager.
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