martedì 21 marzo 2023

Una raccolta delicata e attenta

recensione di Vincenzo Capodiferro
pubblicata su Insubria Critica


L’alveare assopito è un’opera poetica di Angela Caccia, pubblicata da Fara Editore, Rimini 2022. Come si legge nella motivazione della giuria: “Una raccolta delicata e attenta, intensa nel suo dispiegarsi tra ombra e luce, pronta a cogliere particolari anche minimi che nel verso, sempre armonioso, anche quando si protende nel territorio del dolore e della perdita, divengono frammenti di meraviglia e stupore. La piacevolezza del canto che si presenta come un corpo unico pur nelle pause e nei necessari silenzi, possiede non solo tenerezza, ma anche il coraggio di esplorare l'ignoto sempre presente nell'esperienza di cui la silloge ci rende partecipi” (Antonella Giacon). E nella Prefazione di Davide Zizza: “I colori e le sfumature della raccolta L’alveare assopito di Angela Caccia, - colori sono i sentimenti, sfumature gli stati d'animo - conservano un respiro intimo e un modo di compenetrare la realtà, osservandola, cogliendola nei suoi squarci rivelatori. Davanti a noi si svolge, accade la realtà nella sua dimensione altra e la poetessa si cala nell'osservazione, nell'indagine di essa, per carpirne i segnali”. La poesia, come la filosofia, a detta di Aristotele, è frutto dello stupore e della meraviglia. Non ci si stupisce più oggi, o non ci si lascia stupire. Siamo troppo presi da mille stimoli, da mille fonti virtuali ed abbiamo dimenticato di guardare al mondo, alla realtà vera, quella che ancora stupisce i poeti, capaci di husserliana epochè. Vediamo alcuni versi: … quale tempo / s’accorgerà che ce ne siamo andati? (p. 29).

Torna sempre il tema del temp
o, caro ai poeti. Non ci addentriamo nella polemica tra presentisti ed eternalisti, però ribadiamo con Platone: Chronos panta oron, il tempo che tutto vede. Nella dimensione dell’anima vale la dimensione platonico-newtoniana: il tempo è assoluto, lo spazio è assoluto. Il tempo e lo spazio sono attributi di Dio. Il tempo è l’immagine mobile dell’eterno.

Chi può dire di saper amare?
(…)
      Nessuno dei due
saprà rispondere ai perché se
resterà un “Ti amo”
nonostante tutto
come l’unica parola giusta


Ecco un altro tema caro ai poeti: l’amore. Ogni amore passa inevitabilmente dal catulliano Odi et amo. Come diceva Scheler: Non si può odiare senza aver prima amato.

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