La dittatura dell'amore di Antonio Nazzaro Delta 3 edizioni
Collana Aeclanum
a cura di Claudia Piccinno
In un centinaio circa di componimenti l'autore ripercorre la malattia della madre e assistiamo al suo accompagnarla verso la morte
Un diario, in versi e prosa poetica, del dolore dunque, ma anche un periplo nel tempo e nelle diverse età della nostra vita.
Ciascuno di noi può infatti immedesimarsi in quello che Antonio Nazzaro ha narrato con estrema delicatezza, avevo letto alcuni di questi componimenti sul suo diario in Facebook, quando il Nostro li postava proprio durante questo percorso di cura e di accompagnamento.
Ci sono versi in cui è evidente il flashback e il ritorno all'infanzia, ci sono digressioni sulla storia familiare del poeta e sulla sorella Daniela, ma il nucleo di questa narrazione poetica è il rapporto tra lo stesso Antonio e la madre Zambonina.
Zambonina afflitta dal cancro e dall'Alzheimer, appare comunque una donna forte dallo spirito indomito e dalla grande resistenza . Inoltre malgrado la malattia ne abbia deturpato il corpo, non ha scalfito di una virgola la sua capacità d'amare e di riconoscere ogni tratto caratteriale del suo amatissimo figlio.
Ammetto che non è facile restare impassibili durante la lettura, ho pianto e ho persino riso quando Antonio riporta gli attimi in cui Zambonina lo chiama disgraziato.
Una poesia dettata dalla vita, che non nasconde le tappe peggiori della nostra esistenza, vedere la sofferenza di un genitore e arrivare ad augurarsi che muoia pur di non assistere a questa agonia..sono fasi che in molti di noi conosciamo, ma che non sapremmo rendere con tanta onestà e lucidità.
Chi ci è già passato sa che "il cancro non distingue tra spettatore e ammalato/
si ciba di entrambi /ma uno solo morirà."
E ancora: " non resta che questa paura dell'attesa /inevitabile del nulla /vuoto sogno parola pensiero /vuoto circonda vuoto/ ogni gesto un mattone di silenzio".
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