Benedetta l’umiltà per la sua grazia muta
per il suolo calpestato dalle madri dei fuggiaschi
che nulla attendono
se non la quiete della tregua
benedetta l’umiltà che ha addolcito la sua lama
che ha scordato anche le ortiche
e le crepe più severe sulle mani
festeggiando la stanchezza per il grano
benedetta l’umiltà delle foglie strette ai rami
della resa che le versa sul terreno
inasprendone il colore
mentre il tempo rende gloria alla speranza
benedetta l’umiltà che ritorna sui suoi passi
che perdona il tempo brutto
come se non fosse stato
e del tempo fa esperienza e comprensione
benedetta l’umiltà come ascolto di rinuncia
quando il buio ci riveste a capo e a piedi
ricordandoci chi siamo
e le croci si separano dal fiato
Corpo divino segnato in ogni fronte
in queste ore fredde di preghiera senza padri
tutti gli agnelli avanzano piangendo
il natale è un destino d’umiltà
i pascoli sono calici ormai sotto la coltre
in ogni zolla di terra che hai toccato
e gli angeli non bastano a cantare
la triste raccolta dei gerani
ma il tuo sangue cura tutto
(11 novembre 2022)
Marina Minet
http://edizionilarcafelice.blogspot.com/2015/06/marina-minet-delle-madri.html
Nessun commento:
Posta un commento