mercoledì 26 gennaio 2022

Intervista ad Adalgisa Zanotto

Intervista a cura di Anna Taddei

A seguito della lettura di D'ora in poi e Ho da dirti in segreto, per approfondire la riflessione sui testi si è deciso di porre alcune domande all'autrice, Adalgisa Zanotto.

  • Piú volte nelle sue poesie vengono evocate immagini naturali: esse sono l'ispirazione per la scrittura oppure accorrono in aiuto?


La poesia vive ovunque, la vedo, la incontro, l’ascolto. Ho la fortuna di abitare in una zona collinare poco edificata e quindi il contatto con la natura è quotidiano e rigenerante. Amo stare all’aperto, curare l’orto, guardare il cielo, sedermi sul prato e osservare gli insetti. La terra mi chiama e mi parla. Mai si ritira o aspetta tempi migliori. Forse per il mio percorso di vita, per la passione per ogni essere e ogni creatura, la poesia mi circonda, sia che parli o scriva, sia che non faccia direttamente il suo nome. Il creato è contemporaneamente ispirazione inesauribile e aiuto insostituibile per incontrare parole quasi inaudibili. 



  • Nella lettura delle sue pagine si percepisce spesso un'atmosfera familiare, quasi confidenziale: la sua poesia come un dialogo affettuoso con chi la legge. Questo clima è creato appositamente o ci sono ulteriori finalità?


Vivo la poesia con grande confidenza e fiducia, la sento capace di una trasmissione profonda. E credo che nella poesia non si possa barare. E’ un viaggio dentro di noi e dentro le cose, una discesa nel cuore del mondo e della vita. La poesia contiene in sé l’oscillazione eterna tra gioia e dolore, in cui si manifesta l’essenza del nostro essere persone. Una energia, una epifania, ma anche un salto nel vuoto, uno scavo continuo che sfiora sempre i confini. Mi sento attratta da essi e credo che una linea di frontiera mi attraversi da una parte all’altra. La poesia può cambiare le cose, può cambiare ogni stato d’animo: penso possa soprattutto umanizzare le relazioni in questo tempo. É compagna di viaggio, consigliera nelle scelte, voce di ogni sentimento. Portarla in giro, farla uscire, con tutti i mezzi possibili. La poesia è necessaria, va usata, condivisa. 



  • Il lessico che si ritrova nei suoi versi non suona mai distante o eccessivamente formale, c'è un motivo particolare per cui ha compiuto questa scelta stilistica?


Amo poter ascoltare: ascolto voracemente le voci che incontro, in particolare quelle voci che portano con sé un po' dell'anima di chi parla. La possibilità di accedere all’universo pensato e visto dall’altro è stata per me una piccola rivoluzione. Ho sempre avuto un'attrazione per le parole dense. Cerco parole concrete perché m’insegnano, perché sono terribilmente giuste anche quando raccontano la fragilità, il disagio, il limite, il dolore. Mi consentono di comunicare con le persone, per imparare a condividere, a essere paziente con me stessa e con gli altri. Cerco parole che possano incontrare, parlare, comprendere, stare con gli altri. 


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