mercoledì 9 settembre 2020

Una ragione mite che non ingabbia il pensiero

Alessandro Ramberti, Faglia, Fara Editore 2020, p.141

recensione di Giancarlo Baroni

 

La recente raccolta di Alessandro Ramberti (Fara Editore, 2020) si intitola Faglia. È un libro formato da due parti: la prima composta di una sessantina di poesie, la seconda di un “Avviamento all’esperanto”: “Oggi l’esperanto è parlato da milioni di persone in più di cento paesi”, ci informa l’autore che, dato biografico significativo, è laureato in Lingue orientali. Le due parti sono collegate fra loro da una sezione in cui, chiarisce Ramberti, “propongo la mia versione in esperanto di alcune poesie di questa raccolta… Ho mantenuto il metro della versione italiana (decasillabo con accenti in seconda, quinta e nona) e sono già da ora grato agli esperantisti che vorranno leggere queste pagine per la segnalazione di errori o miglioramenti”.

Io, che esperantista non sono e neppure particolarmente portato per le lingue, concentrerò la mia attenzione sulle poesie in lingua italiana, tutte senza titolo. Due epigrafi le introducono, la prima di Papa Francesco (“Il tempo è superiore allo spazio”) e la seconda di Marco Aurelio (“Finché vivi, finché ti è possibile, diventa buono”). Se mi posso permettere ne aggiungerei una terza, di Blaise Pascal: “Il cuore ha le sue ragioni, che la ragione non conosce”.

La nostra lettura ed esplorazione di Faglia partirà allora proprio da questo organo pulsante e vitale che viene più volte nominato: “La lingua del cuore è questa musica / che plasma i sospiri con la vita”. Il cuore viene considerato sede e scrigno di sentimenti, emozioni, passioni, slanci, e ci consente di andare “oltre i sensi oltre la mente”. In questo cammino il sentimento viene confortato e sorretto da una ragione mite che non ingabbia il pensiero, non blocca i nostri passi: “Diventi viandante camminando / e prendi con te poche parole”. Ramberti elogia l’entusiasmo (“dare energia al tuo entusiasmo”) che deve animare e spronare le nostre azioni, loda la speranza e “lo scambio prezioso di empatia”.

Incontrarsi lasciandosi avvolgere dal “profumo di un abbraccio”, riporre “la forza nel suo fodero” privilegiando “la pace che rischiara”, avvicinarsi all’altro sentendolo fratello, condividere la “carezza vitale dell’esistenza”, ascoltare il prossimo (“comprendere è facile se ascolti”), abbandonare “Un’indifferenza perniciosa”; questi i comportamenti che orientano verso mete migliori, che permettono di superare porte, mura, ostacoli, barriere, limiti, steccati, porte: “Ci sono portoni sempre chiusi / eppure qualcuno li attraversa / non ha alcun bisogno di una chiave”. Procedere umilmente oltre, elevarsi, intravedere “mondi che ti sfuggono”, camminare in bilico fra gioia e male consapevoli che “noi siamo fatti per rifulgere / negli altri nel bene e in ciò che vale”.

I versi di Ramberti sono inondati di una luce brillante che si appoggia sul mondo colorandolo:



Nel campo risplendono i papaveri

frammisti con grazia alle alte spighe

i corvi col nero del piumaggio



costellano a caso il coltivato

mettendo in risalto il biondo-grano

colorano il bello del creato:



Si tratta di un vivace flusso di divina energia (“un flusso traslucido e vibrante”) e di un benefico, creativo “scambio vivente di energia” che ci proiettano al di là della soglia e della faglia che rischiano di separarci: si insinua nell’anima una luce / un canto-preghiera un vespro-vita / si espande oltre i muri oltre le siepi / gli ostacoli cedono in salita”.

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