martedì 8 settembre 2020

Liminare

di Massimo Parolini


 

LIMINARE

                        a Gabriele Galloni

 

Io, come molti fra noi,

sapevo di te solo quello

che non hai scritto

gli intervalli vuoti tra le parole

il timbro tentennante dentro i fonemi…

alla tavola della poesia

finemente apparecchiata

hai portato dolci, raffinate tazze

e cibi molto salati, mescolando

graffi, paturnie e delicatezze



hai dato ascolto alle voci terminali

custodendole come viatico

di un viaggiatore cerimonioso:

inciampo? slittamenti? incrinature?

Sei sceso incontro all’onda sonnolenta

per distrarre la vita dal maroso dei giorni

in un tempo più lento, odore d’eterno…



ora ( ) potrai amare, almeno

con una mano. Rimane

un’ombra bianca sullo schermo

a fine di giornata. La tua vita





Controcampo

Ma forse, nell’Antartide nera

la notizia non è vera

ti fai beffe e stai scrivendo

dall’altra parte della tastiera:

“dalla culla alla fossa

ogni bellezza è coèfora

è solo luce che scrolla

un po’ di forfora

dal nulla”

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