martedì 30 giugno 2020

Una azzurità sospesa… pura emozione

Sonia Gardini, Haiku, FaraEditore, Rimini 2020

Recensione di Anna Maria Tamburini



La sillabazione e la forma dell’haiku (5+7+5) costringono i versi a una brevitas che da una parte ritiene solo l’essenziale, dall’altra genera più spesso forme chiuse, in una sorta di ermetismo a tratti d’intonazione gnomica (Sacro e profano / come madre e padre / vanno svanendo, n. 45, p. 33), in altri casi di una espressività contratta, tutta oggettivizzata (La prima lingua / è incisa su una pietra / ineludibile, n. 46, p. 33). La qual cosa nei temperamenti riservati corrisponde favorevolmente all’esigenza di dire senza raccontare, di esprimersi evitando di parlare di sé, di evocare i luoghi del desiderio e del sogno caricando di valore simbolico immagini, suoni, profumi.
Così una sosta in un’isola può tradursi in una azzurrità sospesa tra mare e cielo, un viaggio in Sardegna, nella fattispecie, in versi particolarmente intensi davanti al turchese degli spazi (La tavolozza verde celeste e blu / per cielo e mare, n. 65, p. 43), alla peculiarità di cultura e tradizioni (Sardi costumi / colorati e neri / sono ondeggianti, p. 31), a un’antichità di radici vertiginosa (Vergini sono / i declivi del monte /terra d’antichi, p. 23).
E la misura entro la quale si dispiegano i versi, anziché limite o gabbia per l’autore, intensifica l’incanto, restituendo intatti la profondità del mare (La lontananza / della costa terrestre / bluisce il mare, p. 18), il desiderio dell’immensità che quel turchese suscita (Verde azzurro / il colore dell’acqua / Avventurina, p. 19), intatte le spiagge bianche (Giunge la sabbia / con sembianze dorate / al blu del mare, n. 1, p. 11; Saremo sabbia / bianca come la neve / sopra la duna, p. 37) o il candore delle rocce nella luce abbacinante (Dolce il sole / tra le rocce scavate / immerge i raggi, p. 14; Seni di rupe / accolgono il mare / che li rispecchia, p. 17; Spunta dall'acqua / solitario un colle / ripido e arso, p. 21), che non solo entrano nel vissuto, ma sono parte di noi anche fisicamente, o lo saranno. Gli elementi evidentemente si fondono, l’acqua con la pietra; la luce che attraversa, penetra, riscalda terra e aria e acqua: D’azzurre luci / s'accendono la terra / l'aria e l'acqua (p. 45). Valga per tutti: Apresi l’antro / con varianze turchesi / e pietrisco bianco, p. 15.
Non che manchi il lungo esercizio sulla forma adottata: sono ammesse le dizioni più letterarie (Apresi l’antro) e si rincorrono assonanze e allitterazioni nella tensione musicale (antro, varianze, bianco). Ma in questa totalizzante immersione nel paesaggio i sentimenti personali si fanno puri: Sempre ricerco / la libertà del mare / specchio turchese (p. 15). Tra tutti il senso della solitudine, solitudini umane e naturali (Non vedo orme / a segnare la vita / sulla battigia, p. 25); e il desiderio dell’amore anche nella sua fisicità (È trascendente / la fusione dei corpi / degli amanti, p. 26), ma nel calore di un’estate sarda. Luminosi anche i notturni: Illuminata / terra la notte pare / d’intenso blu (p. 29).
La poesia non solo traduce una pura emozione. La poesia restituisce e comunica quanto l’emozione suscita: la paura, il dolore, la gioia, l'incanto, l'estasi… e tutto ciò in un filo di voce in accordo con la musica che già ha lambito quei medesimi stati d’animo, intorno a quelle acque, ai cieli, alle terre, ai loro fuochi.

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