Elena Buia Rutt, Il mio cuore è un asino, Nottetempo 2015
recensione di AR
I versi di questa raccolta sono uno spaccato del quotidiano che apre visioni poetiche di grande intensità: sul rapporto coniugale, sui figli, sull’amicizia, sulla fatica del cammino personale che ci presenta immancabilmente tratti ardui da affrontare (a volte incomprensibili, perché il male “… si mischia al vento / nella raffica / inaspettata”, E adesso, p. 76), eppure misteriosamente pregni di una ratio che può farsi raggio di luce e incidere, trasfigurandola, la realtà.
Nella prima poesia (Per Miriam e Thomas, p. 9), Elena afferma: “Io non vi vedrò invecchiare. / … // E così mi chiedo / che cosa rimarrà / di questo amore selvaggio / di questo amore con gli artigli / conficcati / fino all’ultimo respiro / nella parola / figli.”
Ne La casa arancione (p. 12) troviamo queste splendide immagini (ottimisticamente) crepuscolari: “… // c’è un istante / dentro cui / tutta la giornata cade – / goccia perfetta al rallentatore. // E in quel torpore / riconoscente / come un presentimento dal cuscino – / il fruscio della piuma / che rompe / la pietra.”
Nonostante la durezza della vita, specie quando soffrono persone che amiamo, la poetica dell’Autrice confida sempre in un Tu che mette a nudo (v. Senza vestiti, p. 19), in un Timoniere (Dio a poppa, pp. 72-3), in “uno spazio d’aria / che quando / lo attraversi / sorridi piano / come nevicasse” (v. Lo spazio di Dio, p. 26), in una Mano (Il sopra e il sotto, p. 15), che soccorre e accarezza: “… / il sonno dei bambini / si arrotola perfetto / nell’impronta calda / di una Mano / che lo nutre piano / che lo culla stretto.”
La stessa poesia non ha bisogno di particolari strumenti per esprimersi (Cerco un penna per scrivere una poesia, p. 18): “… / zampillano parole scalmanate / che ridendo corrono / su un pezzo di foglio / e si stringono / e mi guardano / come per una foto.”
La verità, che rende liberi quando si ama, consente un Raccoglimento creativo (p. 33): “… / la verità non so che cosa sia / ma sento però / che ci vivo dentro / e poiché le pareti non ci sono / non vedete tutti / che felicità?”
Ogni rapporto umano ha bisogno di costruirsi un equilibrio che non può mai essere completamente raggiunto. Ma è proprio questa tensione fra reale e ideale, fra necessità e gratuità, fra empatia e distacco che ci spinge: “Ad accettare il mistero / delle nostre libertà.” (I fraintendimenti dell’amore, p. 70).
Una raccolta vera, onesta, ironica, amabile, cruda e sorridente, una poetessa in cerca di quella bellezza essenziale, sfuggente e al tempo stesso pervasiva, in cui possiamo umilmente specchiarci: se abbiamo cuori pulsanti, la nostra asinità sarà pian piano trasformata in sapienza in grado di penetrare anche dove, umanamente, non ce lo aspetteremmo.
recensione di AR
I versi di questa raccolta sono uno spaccato del quotidiano che apre visioni poetiche di grande intensità: sul rapporto coniugale, sui figli, sull’amicizia, sulla fatica del cammino personale che ci presenta immancabilmente tratti ardui da affrontare (a volte incomprensibili, perché il male “… si mischia al vento / nella raffica / inaspettata”, E adesso, p. 76), eppure misteriosamente pregni di una ratio che può farsi raggio di luce e incidere, trasfigurandola, la realtà.
Nella prima poesia (Per Miriam e Thomas, p. 9), Elena afferma: “Io non vi vedrò invecchiare. / … // E così mi chiedo / che cosa rimarrà / di questo amore selvaggio / di questo amore con gli artigli / conficcati / fino all’ultimo respiro / nella parola / figli.”
Ne La casa arancione (p. 12) troviamo queste splendide immagini (ottimisticamente) crepuscolari: “… // c’è un istante / dentro cui / tutta la giornata cade – / goccia perfetta al rallentatore. // E in quel torpore / riconoscente / come un presentimento dal cuscino – / il fruscio della piuma / che rompe / la pietra.”
Nonostante la durezza della vita, specie quando soffrono persone che amiamo, la poetica dell’Autrice confida sempre in un Tu che mette a nudo (v. Senza vestiti, p. 19), in un Timoniere (Dio a poppa, pp. 72-3), in “uno spazio d’aria / che quando / lo attraversi / sorridi piano / come nevicasse” (v. Lo spazio di Dio, p. 26), in una Mano (Il sopra e il sotto, p. 15), che soccorre e accarezza: “… / il sonno dei bambini / si arrotola perfetto / nell’impronta calda / di una Mano / che lo nutre piano / che lo culla stretto.”
La stessa poesia non ha bisogno di particolari strumenti per esprimersi (Cerco un penna per scrivere una poesia, p. 18): “… / zampillano parole scalmanate / che ridendo corrono / su un pezzo di foglio / e si stringono / e mi guardano / come per una foto.”
La verità, che rende liberi quando si ama, consente un Raccoglimento creativo (p. 33): “… / la verità non so che cosa sia / ma sento però / che ci vivo dentro / e poiché le pareti non ci sono / non vedete tutti / che felicità?”
Ogni rapporto umano ha bisogno di costruirsi un equilibrio che non può mai essere completamente raggiunto. Ma è proprio questa tensione fra reale e ideale, fra necessità e gratuità, fra empatia e distacco che ci spinge: “Ad accettare il mistero / delle nostre libertà.” (I fraintendimenti dell’amore, p. 70).
Una raccolta vera, onesta, ironica, amabile, cruda e sorridente, una poetessa in cerca di quella bellezza essenziale, sfuggente e al tempo stesso pervasiva, in cui possiamo umilmente specchiarci: se abbiamo cuori pulsanti, la nostra asinità sarà pian piano trasformata in sapienza in grado di penetrare anche dove, umanamente, non ce lo aspetteremmo.
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