recensione di Valeria Parma
Tra i versi di Dopo l’inverno e altre poesie baluginano piccoli contrasti di uno stato d’animo irrequieto: sofferenza e speranza si librano e si contendono il primato nelle poesie.
Traspare in tutta l’opera infatti un senso di rancore, ma verso cosa? Probabilmente verso i numerosi tradimenti subiti dall'autore stesso, descritti con sdegno e irritazione:
In generale il sentimento predominante nei componimenti amorosi è una rabbia a stento repressa che facilmente mi rimanda a Quattro stracci, canzone di Francesco Guccini. Essa tratta di un’analoga situazione, dove Francesco si ritrova alla fine della sua relazione (“Per rifiutare sei stata un genio, sprecando il tempo a rifiutare me, / ma non c’è un alibi, non c'è un rimedio, se guardo bene no, non c’è un perché”).“Dei tuoi tradimenti / non so che dire/ è tardi (dalla partenza / all'arrivo nessuna traccia) / solo il silenzio. // Spegni il fuoco,/ veglia il mattino: è buio / siamo alla fine”
Ma le poesie non trattano affatto solamente dell’amore: rilevante è l’importanza data al paesaggio della Campania, terra d'origine di Vincenzo. L’amenità e la genuinità fungono anche da sfondo in numerose poesie:
“Sotto gli occhi di Positano / picchiano i mari. // Ho voglia di te sole / nell’umore dei limoni / che salgono al cielo freddo / di gennaio. // Maledetto sogno / che ci tieni in vita! // Sento il vento maturo scoprire / le àncore. Amare? // Il motore caldo chiama il mare.”Tuttavia a volte trapela una sottile arrendevolezza celata da Vincenzo stesso, per quanto in generale, sussista l'ideale che l'uomo debba essere forte, combattente e deciso.
Lascia sfogo alla rabbia è la poesia che ci rende il suo disappunto verso la pietà, che dimostra la durezza provata verso l'autocommiserazione:
“Lascia sfogo alla rabbia / di animale ferito / sul corpo percorri / la mappa della cicatrici.// Non cedere alla pietà/ non cadere nel tranello / l’orso nella grotta attende / balzo assassino”
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