mercoledì 16 gennaio 2019

La teopoesia di Debora Rienzi

recensione di Renzo Montagnoli pubblicata su Arteinsieme

Mi bolle il cuore di Debora Rienzi
Prefazione di Alessandro Barban
Postfazione di Alessandro Ramberti
Fara Editore novembre 2018
Poesia
Pagg. 80
ISBN 978 88 94903 56 0
Prezzo Euro 7,00




Teopoesia

In tutta sincerità, scorrendo il catalogo on line dell’editore
, sono stato colpito da questo strano titolo, nonché dall’indicazione di poesia non religiosa, bensì teopoetica, riportata nella quarta di copertina e rappresentate da un breve periodo della prefazione di Alessandro Barban.
Strano titolo, certo, forse in apparenza eccessivo per una silloge dai cui versi è lecito attendersi musicalità, dolcezza, pacata esposizione, ma questo non è significativo, perché come un abito non fa il monaco, così un titolo non fa una raccolta; molto più complesso è il discorso in ordine a quel termine, teopoetico di cui non trovi la definizione si Internet nemmeno cercandola con il lanternino e allora è giocoforza affidarsi a quanto precisato dal prefatore che scrive: “ non si tratta di poesia religiosa, ma di teopoetica, cioè di quello spazio interattivo teologico-spirituale di corpo, di intelligenza psichica e di anima spirituale proveniente dalla stessa esistenza dell’autrice, in cui la poesia diventa espressione di Dio e affermazione della propria vita.”. Non è che se ne sappia molto di più e allora è evidente che bisogna andare a leggere le poesie di questa raccolta, lettura che in ogni cosa è da fare se si vuole provvedere a scrivere una nota critica; dunque occorre passare alla lettura, non una lettura semplice e a sé stante, ma volta anche comprendere il significato di teopoesia. E tutto diventa più facile e si chiarisce fin dai primi versi (Spirito segreto / riflesso nel silenzio, / brucia la pula dei nostri pensieri / e prepara l’anima al parto ormai prossimo. / T’inserisci inadatto / nelle fessure del nostro tempo / e parli inascoltato / a vite già fissate… / ma non desisti. E torni / a suggerire levità a cuori appesantiti, / e risciacquare con premura / occhi duri impolverati…). C’è infatti una sorta di colloquio fra la divinità e il soggetto, tanto che mi viene da dire che la dimensione è senz’altro spirituale, mentre l’aspetto religioso, almeno in senso stretto, è appena abbozzato. In fin dei conti in tutti noi, credenti o meno, c’è la possibilità e la necessità di porsi delle domande, perché non siamo solo carne, ma anche e soprattutto spirito. È proprio questa nostra parte immateriale, evanescente a porsi o alla ricerca di Dio o a interagire con Lui, come nel caso di questa raccolta poetica, la cui novità, se così vogliamo definirla, è questa espressività in versi di un dialogo muto e intimo che è più frequente di quanto si possa immaginare, a volte scientemente, altre inconsapevolmente. Proprio per questa tipicità, per il sentire diverso in ogni soggetto e per quell’ancorarsi e disancorarsi, quell’abbracciarsi e quello sciogliersi, quel desiderio di comunicare e nel cercare risposte alle domande, la poesia di Debora Rienzi ha una tale valenza che la rende di non immediata comprensione, richiedendo invece più riletture, onde – elemento indispensabile – entrare in empatia con l’autrice. Poi, tutto diventa più semplice, è come se una luce scendesse dentro a noi a scaldare il cuore e allora anche il titolo appare pertinente.


Nata a Padova nel 1974, Debora Rienzi ha studiato Filosofia a Padova e Medicina a Bologna. Dal 2004 al 2017 svolge attività missionarie con l’Ami (Associazione Missionaria Inter-nazionale) facendo servizio in Italia, Africa e India, poi entra nel monastero Camaldolese di Poppi (Arezzo): www.camaldolesidipoppi.it

Nessun commento: