venerdì 11 gennaio 2019
La poetica di Pietro Iadeluca: un tizzone ardente
Ho scoperto durante le mie letture natalizie un vero portento italiano, un genio eclettico del nostro Abruzzo:Pietro Iadeluca musicista, compositore, pittore, sceneggiatore, scrittore, poeta. Ho letto alcune sue opere, ma "Juvenilia" prodotta in collaborazione con Armando Iadeluca, Edizioni "il cuscino di stelle”, pubblicata postuma nel 2016, mi ha letteralmente rapito il cuore.
Mi ha affascinato la sua biografia, (http://www.pietroiadeluca.it/it/biografia.html), ma il suo stile poetico ancor di più, classicheggiante, Carducciano per dirla con Carlo Iannola, eppure attualissimo.
Ho ritrovato altri maestri nei suoi versi:ad esempio il Pascoli “Folgora il fulmine. Brontola il tuono” e il panismo del D’annunzio in alcuni componimenti dedicati alla natura “L’estate mi abbracciò nella foresta/nel voluttuoso amplesso di sue braccia”, ma anche Lorenzo de’Medici “Evviva o giovinezza, tu che fai felici gli anni verdi all’uomo saggio; ti goda quegli e sappia che più, mai ritornerà questo fuggevol raggio” e Seneca” L’uomo s’affanna..l’uomo s’addolora/ a seguir questo o quello suo ideale/ e in questi conseguir, egli talora/ dimentica di essere mortale” in quelli a tema esistenziale filosofico, ma permane di base una certa malinconia leopardiana “gocciola giù da quel volto il pianto cocente sull’urna”. Come non ravvisare Foscolo e Pindemonte nel breve componimento Il camposanto?
Un muro..un gran cancello rugginoso/ un mormorar di pini..un triste canto/ di fredde fonti..un correr silenzioso/ di tante, tante croci..un camposanto.
Prevale su tutto l’amore per la sua terra, per i monti selvaggi e le colline rotonde e secche, amore che si evidenzia in un ispirato neologismo nella poesia Al mio Abruzzo, quando scrive “Denso inazzurrar di cielo, e fiumi, e fonti.”
Eppure Iadeluca musicista che s’ispira al Notturno di Chopin, alle Visioni e ai Preludes di Debussy conosce l’eco e le leggi del suono, e sa anche da pittore i segreti del cromatismo, l’effetto ottico della girandola, egli dunque sa che tutto si trasforma, nulla resta uguale a se stesso..
Solo qualche scintilla rimane,/che cade dall’alto,/ lentamente/ spegnendosi.
Sta a noi tenere acceso il fuoco sacro della poesia. Infatti seguono nel volume alcuni scritti giovanili del figlio Armando. Non a caso ogni scintilla è in grado di ravvivare un ceppo. Ho sempre creduto che la poesia sia un tizzone ardente, quella di Pietro Iadeluca sicuramente arde ancora.
Claudia Piccinno
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