giovedì 7 gennaio 2010

RAFFAELLO BALDINI IN AMERICA

a cura di Davide Argnani




This i show
 This I show, sometimes, when I come home
At night, before putting the key in,
I ring, Ring-ring

                                       nobody ever answers

Mo acsè
Mo acsè, dal vólti, quant a tòurn a chèsa,
la sàira, prima d’infilé la cèva,
a sòun, drin, drin,
                                      u n’arspòund mai niseun.

Ma così
Ma così, delle volle, quando torno a casa,/la sera, prima d’infilare la chiave,/suono, drin, drin, - non risponde mai nessuno

Raffaello Baldini è uno dei maggiori poeti italiani del ‘900. La parlata di Santarcangelo di Romagna è sempre stata lo slang  originale ed esclusivo della sua vena poetica. Fin dal primo capolavoro E’ solitèri (Ed. Galeati 1976) tutta la poesia di Baldini ha saputo cogliere il carattere primario della Lingua di una civiltà secolare come quella contadina o del popolino come s’usava dire in terra romagnola. Ma una Lingua ricca di umori, di storie, di umanità ma anche di rabbie, dissapori e contrasti, specchio di una umanità sanguigna ma anche socievole e riconoscente delle variegate esistenze comuni dalle mille storie e diverse sfaccettature esistenziali. Tutto ciò specialmente nel libro La nàiva Furistír Ciacri nelle edizioni Einaudi 2000. Un racconto di vita attraverso esperienze e sogni, solitudini e allegrie, accadimenti diversi con richiami autobiografici e l’invenzione di un linguaggio incantato e surreale metaforico. Un innesto che ha saputo realizzare un linguaggio unico, proprio, che sa ben distinguersi da quello di ogni altro poeta conterraneo e/o contemporaneo. Una poesia che sa lasciare di certo il segno lungo il tempo e coinvolgere ogni tipo di lettore, come ben lo dimostrano gli incessanti e vivaci recital di Ivano Marescotti, in Italia e in America, e in America è proprio approdato anche all’Università. E carta canta nella traduzione in inglese-americano di Adria Bernardi, docente americana all’Università di Chicago. Proprio l’opera einaudiana del 2000 è ora pubblicata (con testo originale in dialetto-italiano, con note critiche di Franco Brevini, Dante Isella e Geoffrey Brock) con il titolo Small Talk nelle edizioni GradivaGPubblications di New York (per info: gradiva@italianstudies.org), 700 pagine, 30$, e una luccicante copertina illustrata con una originale opera di Giulio Turci, altro noto artista santarcangiolese. Merito di tutto ciò va all’impegno e alla volontà di una passionale ricercatrice e traduttrice americana che per scoprire le meraviglie della Lingua romagnola, negli anni ’90,  venne ben due volte in Italia, a casa di Raffaello, a Milano e a Santarcangelo, per carpirne toni cadenze suoni e metrica. Adria Bernardi è nata nell’Illinois (USA) nel 1957 da famiglia di origini italiane.(Frignano, alle pendici dell’Abetone, in provincia di Modena). È docente presso l’Università di Chicago dove vive. Ha pubblicato varie opere: il suo ultimo romanzo Openwork, è uscito nel 2006 da Southern Methodist University Press; un libro di racconti: In the Gathering Woods, e il romanzo The Day Laid on the Altar. Come traduttrice ha pubblicato Adventures in Africa di Gianni Celati; Casa con nome:gli immigranti italiani di Highwood, Illinois, è stata pubblicata recentemente da Monte Università Parma Editore. Ha vinto i premi: Drue Heinz Prize per il libro di racconti: In the Gathering Woods, e il Bakeless Fiction Prize per il romanzo: The Day Laid on the Altar.  Per la traduzione dell’opera di Raffaello Baldini ha vinto il premio Raiziss/de Palchi dell’American Academy of Rome. Insegna al Warren Wilson MFA Program for Writers nel North Carolina, al Clark University a Worcester, Massachusetts e all’Università di Chicago. In copertina: illustrazione del pittore Giulio Turci.






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