venerdì 19 gennaio 2007

Fabiano Alborghetti – estratti da L’opposta riva (LietoColle 2006)


I
La diversa forma dell’apprendista stupiva
il lavorare la carne quel tanto al chilo
il fabbricarne senza smaltire: come lui in tanti diceva

improvvisàti ovunque nel corredo lordo
a entrare in casa nella figlia nel vicino con il corpo
o un appendice. Bastava aprire l’uscio o il ventre:

fare un buon lavoro diceva che Dio ci guarda.


II
Alla conta venne la misura non prima
non in moltitudine ma uno ad uno
sparivano lasciando il quesito al posto, il vuoto

della certa destinazione. Con l’assenza a tavola
continuava mamma a preparare per quattro
anche dopo rimasta ultima anche ora

che le fosse disimparano il contenere.


III
L’esatto intralcio l’appartenenza alla nazione
ma con quale colpa chiedeva. Del luogo generato
sono figlio non ospite né intruso. Spoglio

di cose l’esilio illuminava le macerie e la schiena
non ancora perforata: ai lati chi asciuga il pianto
chi prende forma al mio posto e prega e ringrazia

la mia perdita, io l’infamia in marcia uscente a capo chino.


IV
L’esodo ha meno oltraggio del sepolcro
credimi, così l’assenza seppellisce
ma solo nella memoria: agli scomparsi corpi

non pesa il luogo vacante come a chi scava…


V
Riconoscevo il luogo solo prima di partire:
visitando le case in sequenza
i nomi i soprannomi le porte senza impedimenti. Ma ora

chi abita e dove, tolte le croci in terra la piana senza vie?


VI
Ricompone vedi la gente dalla penultima vita
col giuramento insistente di chi la vita spende
senza perderne, non del tutto almeno. Sul piazzale

ricomposti a caso iniziavano la conta: chi viene
chi è venuto o è già partito. Chi ricomincia e chi lascia
dal gradino per l’onda, in fila uno ad uno traghettami

dicevano. Anche affondare è finire più in alto del fondo…


VII
Dislocava tra gola e palato senza dire
portandosi con se solo e per la prima volta:
avvicinando la calma del lavoro finito

sostava all’argine della distanza
col timore di tracimare. L’odore del gasolio, del sale
davano la metrica certa dell’imbarco

dello scambio accompagnarlo all’opposta riva.


Fabiano Alborghetti nasce a Milano nel 1970, vive a Lugano. Ha Pubblicato Verso Buda (LietoColle, 2004) e L’opposta riva (LietoColle, 2006). Collabora con diverse riviste (in carta e web) e per alcune Case Editrici.

11 commenti:

Alessandro Ramberti ha detto...

"L’esodo ha meno oltraggio del sepolcro / credimi, così l’assenza seppellisce / ma solo nella memoria: agli scomparsi corpi // non pesa il luogo vacante come a chi scava… ": passaggio intenso come tutta la materia che "dà vita" all'Opposta riva (da intendersi, come sempre accade in poesia, in più di un senso). Poeta impegnato, Fabiano Alborghetti, nell'analisi dei problemi delle nostre società affluenti (a cui desiderano infatti affluire masse di migranti) con occhio calato davvero in quanto descrive. Interessante la sintassi snodata e spesso ellissoidale eppure visavamente sostenuta da un versificare oserei dire squadrato, forte, sostanzioso.

Simone Lago ha detto...

Che dire di Fabiano oltre al fatto che è un esempio? E forse basta nemmeno a sottolinearne le qualità.
Saluti
Simone

Alessandro Ramberti ha detto...

Fabiano hai già degli adepti? In effetti la sua è una voce che si farà strada, direi quasi uno sguardo francescano sull'uomo.

Paola Castagna ha detto...

...col giuramento insistente di chi la vita spende
senza perderne, non del tutto almeno...
Un poeta che sa darti una visione più larga di tutto ciò che ci circonda.
Sottile la poetica che appare celata da ben altro dolore.
Ok Alborghetti negli eventi oggi guardo, osservo dall Opposta riva.
Paola Castagna

Alessandro Ramberti ha detto...

Fabiano, sei gettonatissimo ;)
Cosa ci dici?
(grazie Paola)

Lorenzo ha detto...

arrivo ai tuoi testi con la "distorsione" (... sempre ottima, in musica!) di alessandro che me li ha consigliati, leggendo i miei. mi sembra che lavori a onde lunghe, che non posso commentare, anche per inesperienza mia, ma insomma... perchè in primo luogo giochi con la forma in modo così sottile che la parola rimane inchiodata alla carta e al tempo stesso è libera di sedimentare altrove, dentro chi legge. se mi facessi il favore di mandarmi qualche altro riferimento a testi tuoi, ti leggerei ancora volentieri.
Lorenzo

Unknown ha detto...

Ciao Alessandro, volentieri!
a che indirizzo posso
mandarti del materiale aggiuntivo?
fabiano

Unknown ha detto...

scusa Lorenzo,
ero al telefono con Alessandro e ho trasferito il suo nome a te.
Pardon pardon....
Replay:
Ciao Lorenzo, volentieri !
a che indirizzo posso mandarti del materiale aggiuntivo?

Lorenzo ha detto...

lejosdeitalia84@yahoo.it
...grazie mille
Lorenzo

Unknown ha detto...

Che bello rileggerti! Ti ho scritto una email. Ciao Sandra

Stefania Menegatti ha detto...

In mezzo a tante parole umiliate, finalmente scorgo la poesia.
Stefania Menegatti