lunedì 20 gennaio 2025

“saranno i nostri morti / a penetrare le nostre ossa?”

Flavio Vacchetta, Crucifige, Genesi Editrice 2021

recensione di AR



“dilatami l’anima / o tutto è burla… / signoriddio”: troviamo nella poesia Epifanico Fea.Pi.Pe.Go (p. 36), un poema-confessione che a p. 38 ci offre i seguenti versi: “ti cercherò di nascosto / e nella pace di un silenzio / nel desiderio di una svolta / nel deserto di una lacrima”. 

Lo stile del poeta benese è caratterizzato da una sintassi frantumata (“per cortesemente / guarda una pelle / che s’infittisce / al tremore di ritorno dell’Uomo / (…) / sembro di sembrare / una / inerzia”, L.A.M, p. 41), ferita (eco di una situazione esistenziale, come quella di tutti, non priva di “prove”, cfr. Cuneo ospedale, pp. 50-51), carica di una forza tellurica, sensuale (“ho cercato di annusarti / in bocca nelle unghie / tra polmoni e testicoli / ma sbucci in ogni occasione“, Dai amore, p. 53), sinestetica e spiazzante  alla quale si abbina una sonorità discreta, sottotraccia, e al contempo vibrante: una voce che definirei profetica, sospesa sul baratro, e un tono a volte tragicamente ironico (“prendere spazio / in breve posto / e posto / in breve spazio”, Ingegnosa, p. 43, e in toto La gioia della morte da p. 45 da cui ho tratto il distico che ho messo a titolo di questa recensione), a volte salmico (“che ci farai di noi? Signore / qui tutto seduce / ma tutto non va”, Via Misericordia, p. 70). Alcuni lacerti: “Maria ancora sempre Maria / il figlio trafitto dal lino / lavi della tua saliva / il costato suo e nostro” (Dal Vangelo secondo Maria, p. 15); “del pane spezzato hai le mani / (…) / siamo quasi uomini ma non ancora umani” (ivi, p. 18); “Se non rischi nulla rischi ancor di più” (Specie di aforismi, p. 21); “ti saluto con carezze agli occhi” (A Cri.Radda, p. 26); “ammirando gabbiani in controluce / immagino viscere eterne e tante” (ivi, p. 28); “se riuscissi come sono / a pregare senza parola / otterrei guance quasi” (Arrafaz, p. 31); “alberi liceali / infarciti di foglie-ricordo / rami imbevuti di giovani / teatrali cartoline benesi” (Viale dei platani, p. 34).

Concludo questa rapida panoramica con una provocante e al contempo bramosa domanda: “cara misericordia / hai dimenticato / di raggiungerci?” (Gioia, p. 67).  

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