recensione di Giovanni Fierro pubblicata su Fare Voci di febbraio 2023
Anna Ruotolo, Le stelle dormono a nord
Ventinove racconti brevi, ognuno dei quali ha per titolo il nome di una stella o di una costellazione. Sono i testi che compongono Le stelle dormono a nord, di Anna Ruotolo.
Conosciuta per la sua poesia, l’autrice sorprende anche nella scrittura in prosa.
Perché questo libro, nel suo raccontarsi, riesce a trovare sempre e comunque quel qualcosa che fa la differenza, che permette alla sua autrice di essere nel cuore di ogni storia.
“Le stelle dormono a nord” è questo esplorare ciò che poteva essere e che non è stato; e che se invece si è avverato, ha trovato altre declinazioni, un altro destino, altre traduzioni.
Anna Ruotolo mette tanto della propria infanzia in questi racconti, figure e presenza care – la nonna Anna ad esempio – e la sua memoria è il documento che accerta fatti e sogni, ad iniziare dal punto di partenza, quel “le primavere delle donne e degli uomini sono fatte di segnali confortanti e docili, di cure e calorie” che mette in chiaro tutta la sua rinnovata poetica.
Si situa in un equilibrio che fa i conti con una certa idea di malinconia, profumata e sensibile. Mai condannata alla mancanza, anche se capace di indagare ogni assenza. E darle un nome.
Perché ci sono domande a cui è difficile trovare risposta, “Cosa spinge un uomo a inoltrarsi per rotte sconosciute e sulla via meno stabile lo dice la profondità mostruosa del cuore”, senza farsi ingannare dalla mancanza del punto di domanda.
È questo stare negli anni giovani di ogni esistenza che porta la scrittura di Anna Ruotolo a trovare delicatezza e fragilità, permettendole di dare loro l’intensità che ha a che fare con il desiderio, la promessa, il tempo che verrà che non poteva che essere meraviglioso.
Ma tutto questo non si può trattenere, “per quanto avrei voluto fermarti, di una bellezza perfetta, nell’aria bianca e argento di gelo”. In queste pagine aleggia questa sospensione, questa attesa rimandata, che nel tempo forse è diventata luogo di appartenenza. Luogo a cui tornare quando il presente, nel suo quotidiano, è troppo faticoso da sopportare.
Anche solo per trovare, e vivere, “un’ora sulla terra che gira, nel punto più leggero dell’universo”.
Ogni racconto di “Le stelle dormono a nord” chiede presenza e partecipazione, silenzio in cui stare per sentire meglio e da più vicino ogni passaggio e frase, perché bisogna sempre fare attenzione.
In ogni dove il presente è un tempo dove ci sono “spigoli che ricordavano la durezza e il freddo in tutte le sue forme”.
L’attenzione, ancor di più, serve a riconoscere che “la gioia è una e il desiderio punta la crepa dell’atrio e si spande all’improvviso”. Bisogna essere pronti.
Anna Ruotolo è abile nel trovare il soffio che mantiene in vita ogni singolo racconto, le permette di tenere su il cielo che accoglie tutto il titolo; le permette anche di essere la profondità del mare che in queste pagine è così tanto presente (un altro cielo, solo capovolto?); perché sa bene che ogni soffio è un niente che dà respiro, che contiene nella propria anima ogni vita umana, e che “se tu cominci ad andare via, è come se si rompesse la crosta del pane”.
E nessun soffio ha mai lasciato di sé le proprie briciole.
Continua con assaggi e intervista su farevoci.beniculturali.it/fare-voci-febbraio-2023
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