Andrea Biondi, La gente quassù è nemica,
Fara 2022
recensione di Ludovica Zavatta
v. anche le recensioni a Ghironda e Le campagne hanno bocche
La gente quassù è nemica di Andrea Biondi è una raccolta di poesie pubblicata per la prima volta nel Marzo 2022, quando fu conclusa la stampa, dalla casa editrice Fara.
Si parla di poco più di quaranta componimenti (nello specifico, quarantaquattro), che affrontano svariate tematiche di cui tratterò nel proseguimento della mia recensione, ma che, ottimamente, riescono a divulgare il pensiero del poeta presso i suoi lettori, circa le questioni più scottanti della nostra epoca e non solo.
Andrea Biondi, nato nella città di Rimini, anno 1986, è uno scrittore emergente, professore nelle scuole superiori del maceratese: si è laureato in Lettere all'Università di Urbino (2009), per poi specializzarsi in Scienze Religiose (2017) e prendere, neanche due anni dopo, la laurea in Antropologia culturale all’Università di Bologna (2019).
Vincitrice del concorso Faraexcelsior 2017, è la raccolta Le campagne hanno bocca. Nell'aprile 2019 è uscita sempre con Fara la raccolta Ghironda, mentre del 2022, appunto, La gente quassù è nemica.
Lo stile di Biondi è molto particolare: per dirlo in rima, dato che discutiamo di poesia, coinvolge, travolge e di conseguenza sconvolge.
Perché lo definisco così? molto semplice.
Appena ci si accosta ad una delle sue poesie, subito si è catturati dal sapiente uso e dalla ricercatezza del lessico, del linguaggio, che intrappola immediatamente l’attenzione di coloro che vi si avvicinano per la prima volta, e anche di coloro che ormai conoscono, per esperienza, le caratteristiche del poeta o qualcuno dei suoi componimenti.
Quello lo hanno già letto? ciò tuttavia non impedisce loro di rimanere attoniti e stupiti, ammaliati, incantati quasi, dal suo modo di scrivere, dal suo modo di procedere, per immagini, per scatti, così frammentati, così tagliati eppure tanto vividi, intensi, esistenti.
Si rimane subito presi, e si è travolti come il paesaggio dalla valanga in una maniera tale da restare senza fiato, sentirsi oppressi, sul punto di morire da un momento all'altro.
L’unica cosa che viene da fare è leggere leggere leggere per concludere.
Altrimenti non si avrà pace.
Però non perché la si detesti, badate bene: certo, può essere anche questo un motivo in più che spinga a finire, tuttavia c’è questo bisogno ancestrale di terminare, di divorare tutta l’opera fino all’ultima poesia, semplicemente perché così deve essere fatto.
Se poi è piaciuta o no, questo è un altro paio di maniche.
Ovviamente sto parlando della mia percezione, quello che personalmente ho provato leggendo questa raccolta in particolare: sono restata talmente colpita, ferita, che non riuscivo a staccare gli occhi dal libro e in nemmeno un'ora di lettura continua, quasi che un leone mi stesse inseguendo e dovessi fare in fretta per salvarmi la vita, l’ho terminata, sospirando di sollievo alla fine come se fossi sfuggita ad un pericolo fatale, ma con una soddisfazione enorme dentro, ed un piacere indescrivibile.
Per questo motivo e per altro, consiglio a tutti tale raccolta, anche viste le tematiche, molto moderne, che essa affronta alternativamente nelle varie poesie.
Primo fra tutti, il valore della vita umana, la quale, nonostante sia breve, caduca e non altro che “un vento che va e viene”, deve essere comunque valorizzata e amata, nella misura in cui si può fare, poiché essa “pur essendo senza stile non è senza senso” ( cfr. componimenti n. 7 / 10 / 14 / 15 ecc.).
Poi l’erotismo, l’aspetto erotico della poesia spesso esplicitato ed individuabile nelle forme della natura (cfr. componimento 22 ecc.).
Di seguito il tema ricorrente nella letteratura antica e moderna dell’uomo, dell’essere umano, visto come animale uguale agli altri animali in quanto tendente, propenso al male di sua natura.
Egli tuttavia, anche se spesso ne è inconsapevole o non vuole vederla, possiede al suo interno una virtù nascosta che sarebbe in grado di aiutarlo ad elevarsi dalla comune condizione degli animali, se solo potesse scorgerla o se volesse farlo (cfr. componimenti 34 / 35 / 37 / 38 / 40 / 42 / 44 ecc.).
Per ultimo, ma non per importanza, la presenza di Dio, che si può individuare nella natura stessa che diventa espressione della divinità, e quindi sacra nelle sue forme (cfr. componimenti 3 / 31 / 34 / 40 ecc.).
Anche l’individuazione di queste tematiche deriva dall'esperienza che ho avuto io, e quindi ognuno potrebbe trovare diversi spunti da cui far partire delle riflessioni.
Ma è proprio questo il bello della poesia, che porta con sé sempre un alone, una possibilità di un sentire soggettivo, e quindi tutti partecipano della sua interpretazione in un modo assolutamente personale, andando ad arricchire il significato originale di quel testo.
La consiglio molto vivamente.
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