Andrea Biondi, Ghironda,
Fara 2019
recensione di Ludovica Zavatta
Ghironda di Andrea Biondi è una raccolta di poesie pubblicata per la prima volta nell'Aprile 2019, dalla casa editrice Fara.
Parliamo di numerosi componimenti, tutti titolati, distribuiti fra quattro mini raccolte, anch'esse titolate (rispettivamente, dall’inizio, “Gli amanti”, “I coloni”, “Paesaggi” e “Canzoni”).
Andrea Biondi, come abbiamo già detto (v. qui), nacque a Rimini nel 1986: ha preso tre lauree, le prime due presso l'Università di Urbino, mentre l'ultima presso quella di Bologna. Attualmente insegna nelle scuole superiori del maceratese.
Ha scritto tre raccolte di poesia: Le campagne hanno bocche (Fara 2017), Ghironda (appunto Fara 2019) e La gente quassù è nemica (Fara 2022).
Il suo stile lo conosciamo e qui lo si rincontra: scrittura di impatto, forte, potente, lascia un segno nell’animo e nella mente di chi legge, che si sente coinvolto, travolto e quindi sconvolto.
Coinvolto perché viene immediatamente catturato dal modo seducente con cui scrive.
Travolto perché di certo non si aspettava tanto coinvolgimento da parte propria.
Sconvolto perché non riesce a smettere, si sente in soggezione, in pericolo, deve leggere, solo questo.
Sa che è la sua missione, il suo unico scopo.
Il tema principale che si va ad allacciare agli altri, non essendo difatti l'unico, è certamente quello erotico, l’erotismo, che si incontra in tutti i suoi componimenti e che spesso viene identificato, cosa che è già stata detta da me nell’altra mia recensione, nelle forme della natura, del paesaggio: ogni scusa è buona per dare a un elemento naturale un connotato sensuale.
Personalmente ho amato molto, avendo già conosciuto Biondi, anche questa raccolta, e la consiglio davvero a chiunque sia innamorato, come me, di questo straordinario poeta (malgrado io lo abbia incontrato, attraverso i suoi scritti, letteralmente l’altro giorno ).
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