Andrea Biondi, Le campagne hanno bocca,
Fara 2017
recensione di Ludovica Zavatta
Le campagne hanno bocche di Andrea Biondi è una raccolta di poesie pubblicata per la prima volta nel Novembre del 2017, dalla casa editrice Fara.
L’opera si compone di uno svariato numero di componimenti incentrati su differenti tematiche, e tutti titolati.
Biondi sappiamo che è nato nel 1986, qui a Rimini: possiede tre lauree, insegna nelle scuole superiori e ha scritto tre raccolte poetiche, Ghironda (Fara 2019), La gente quassù è nemica (Fara 2022) e, appunto, Le campagne hanno bocche (Fara 2017 , che è stata la prima.
Non mi soffermo a descrivere il suo stile, in quanto ne ho già parlato: basterà dire che ritroviamo tutte le caratteristiche tipiche di esso all'interno di questa raccolta, la quale affronta tre temi principali, anche se due sono di fatto collegati (l’erotismo, la natura e il tema di Dio).
L’erotismo è una parola chiave della poetica di Biondi, e un aspetto erotico è presente, per lui, in tutto ciò che ci circonda: nei paesaggi, nella luna, nei campi, insomma nella natura, per dirla in una parola.
Ma anche il divino e tutto ciò che è connesso a Dio è un elemento ricorrente, che vediamo spesso.
Personalmente, anche se come per Ghironda e La gente quassù è nemica ho fatto fatica un poco a comprendere le sue poesie, e quasi più fatica rispetto alle altre raccolte, ammetto che mi hanno colpita, e le consiglio, più per mettersi alla prova nella capacità di comprensione che per altro, e per la modernità dei temi e concetti che i suoi componimenti portano con sé.
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