martedì 5 aprile 2022

Una poesia intensamente umana: “poche parole senza mettere un punto / perché non restino prigioniere del foglio”

Tutto il tempo sul petto. Poesie (2006- 2021), di Carla De Angelis. Prefazione di Stefano Martello. Fara Editore 2021 

recensione di Piera Maria Chessa



Il libro di Carla De Angelis comprende tutte le poesie che l’autrice ha composto negli anni che vanno dal 2006 al 2021. Il titolo dell’intera opera, Tutto il tempo sul petto, è lo stesso della sesta raccolta, l’ultima, che comprende soltanto dieci poesie. Si tratta di sei raccolte, alcune più lunghe, altre più brevi, il cui filo conduttore è unicamente il suo sguardo, sempre attento e profondo, sulle persone, sulla natura, sulla vita e il suo senso, che spesso scappa allo sguardo distratto dell’uomo. Ed è proprio questo urgente bisogno di provare a capire che porta Carla a mettere subito sulla carta i pensieri del momento, le riflessioni, le esperienze, i ricordi e le nostalgie, e indirettamente, dunque, i suoi stati d’animo, quelli sereni e quelli dolorosi. Appunti che poi lei sottopone al suo rigoroso controllo sulle parole, adattandole a ciò che lei veramente intende dire, e riducendole spesso all’essenziale. In modo tale che pensiero e parola fermata sulla carta si avvicinino l’uno all’altra il più possibile, lavoro questo, per ogni poeta, credo, estremamente difficile. Il risultato è, secondo il mio parere, di grande valore, perché ogni parola, ogni verso, ogni testo appare profondamente denso di contenuto, perché la ricchezza sta in Carla, in ciò che lei vuole dire e condividere. Talvolta il suo pensiero è un po’ difficile da decifrare, perché il suo è un dire e un non dire, non so se per libera scelta o perché pensa che tutto sia già chiaro. Ma questo niente leva alla bellezza dei versi, perché anche un testo non del tutto capito è capace di coinvolgere profondamente per lo stile, l’armonia, la profondità dei contenuti, dunque, la sua poetica. I suoi versi possono essere carezzevoli, suggestivi, delicati, affettuosi, ma talvolta anche duri, perché il dolore lo è, quello autentico e incisivo, ma sempre intensi e coinvolgenti, capaci di penetrare a fondo nel cuore di chi legge. Versi che non si dimenticano. Sono numerosi i temi trattati da Carla nelle sue poesie, tra questi, l’amore per la figlia Roberta, il dolore, spesso presente ma sempre contenuto, il sonno e i sogni, l’infanzia, i ricordi, il passare del tempo, la quotidianità, gli amici, che talvolta non ci sono più; e poi, il mare, molto amato dall’autrice, il cui nome ritorna anche nei titoli di alcune raccolte, e ancora, i suoi gatti, compagni silenziosi ma fedeli dei momenti in cui si ritorna a casa, nido che accoglie e riscalda. E poi c’è l’amore per la natura, per tutto l’universo, perché Carla sa che noi siamo ben piccola cosa al suo interno, per quanto importanti. E per ultimi, certamente non meno importanti, l’amore per l’umanità, soprattutto quella più fragile e più esposta alle sofferenze, e la ricerca continua di Dio. Le sue poesie possono nascere in qualsiasi momento della giornata: mentre lavora o è per strada, mentre guida per le vie della sua meravigliosa città, oppure mentre va a fare la spesa. Tutto, intorno a lei, può essere stimolo per una nuova idea, che poi diventa un appunto, e infine lettere che vanno a formare parole, e poi parole che diventano versi densi di significato e di vita vissuta. Carla racconta il presente ed ugualmente il passato, compiendo anche ampie capriole che la portano dall’oggi a tempi anche molto lontani. Lei, da quel che si può intuire, è uno spirito libero, anche la sua poesia, quindi, non può che essere libera di volare. Difficile trattenerla. Eppure, accanto c’è sempre l’autrice che le indica il percorso, senza mai mortificarla. Apprezzo molto questa raccolta di poesie, testi che, come lei stessa dice, non seguono nessun ordine, l’unica regola che l’autrice si dà sta nel suo ordine interiore. Quel testo viene collocato lì perché ritiene che quello sia il suo posto; la guida per il lettore, se così si può dire, sta invece nella sua profonda sensibilità, nella scelta delle parole, nel ritmo e nell’armonia che con esse riesce a costruire. Mi sento di dire alle tante persone sensibili che, per fortuna, vivono in questa nostra società allo sbando: “Leggete questo bel libro, scoprirete in esso molto di voi stesse.” Grazie, Carla. Ed ora è arrivato il momento di cedere la parola proprio all’autrice, è un piacere ascoltarla.

Dalla prima raccolta Salutami il mare, pubblicata nel 2006, e dedicata alla figlia Roberta, ecco alcune poesie. 

*
Nasci ogni giorno 
Disegni il mondo
Per le tue mani
Per il tuo cuore
Mentre ti porgo
Matita e colore 



Non sai del tempo
Guardo il tuo bel viso
I tuoi capelli biondi
Lui ti riconosce
Piove gocce di luna
Ad imbiancarti

*

Ho frugato il tuo mondo
Trascorso ore
Fra le pieghe dei vestiti
Lacerato tasche
Vuotato cassetti
In ginocchio ho guardato
Fino in fondo
Non ti ho trovato
In silenzio sei andata via
Non volevi più restare

*

Come chiamarti Padre
Se lasci i tuoi figli
Morire di fame?
Se lasci che il dolore
Resti straziante
La preghiera senza ascolto
La Terra senza raccolto?
Come chiamarti Padre?

*

Salutami il mare
Se è lo stesso di allora
Di quando il tempo era infinito
E indefinito il futuro



La seconda raccolta si intitola A dieci minuti da Urano (poesie di tentata conquista), ed è stata pubblicata nel 2010

*

Madre
questa notte lascio aperto un sogno
Entra
puoi vegliare
o dormire accanto
le mani inermi
o accarezzarmi
Non ti inquietare
Lascio aperta la porta
quando vuoi puoi andare

*

Ti vengo a trovare
lo stomaco morde le lacrime
trattenendole per la prossima volta
resta asciutto il volto
Il dolore sanguina dentro
tanto è il pianto
Fino a quando il dio della vita
commosso impietosito
ti concede di tornare
Il volto sulle ginocchia, le dita
fra i capelli legano parole
al tuo silenzio

*

Parla nel suo silenzio
cammina se cammino
siede accanto se siedo
attende il ritorno alla finestra
La mattina al risveglio
il musetto è sulla spalla
la zampa sul petto:
sono la sua preda?

*

Il mare ripete la sua onda
mai stanca di andare e tornare
con dolcezza, con irruenza
pretenziosa nel volere
tenera nel concedere
mai uguale

*

La differenza è quando
il sole va dall’altra parte della terra
e lascia alla notte riordinare
il caos del giorno
di tutti i giorni
tutte le notti



Ed eccoci arrivati alla terza raccolta, I giorni e le strade, pubblicata nel 2014

*

Le stagioni passano
immutato resta il tempo
sempre le mani tra i capelli
sempre quel sorriso che arriva
chissà dove ti porta
guardo te senza sapere
impotente piango
piange anche dio

*

non ho radici
sosto dove sto bene
rubo all’istante il suo significato
consegno ad uno scrigno
ciò che ho avuto
affido al vento ciò che ho dato
poi continuo a nuotare

*

Il sonno

Mi assale spesso senza annuncio
avanza a ritroso
veste abiti antichi collane e pietre preziose
danza intorno a suoni e magiche armonie
nutre abilmente il sogno
mi sottrae al risveglio
Vuole la vita?

*

Il pianto non libera
vuole altre lacrime
è sleale scava facilmente
l’anima
resa morbida
fino a renderti muto

*

Piccolo

Prima che mi raggiunga il sonno
devo raccomandare
al signore dei gattini
il mio piccolo vagabondo:
restituisci forza alle sue zampe
lecca tutte le ferite
portagli in sogno la sua mamma
lascia scorrere il latte da vita a vita
e nei suoi occhi la certezza
che gli sarà a fianco
così che al risveglio io veda
un sorriso sotto i suoi baffetti
e un’ombra che gli zampetta accanto

*

Una briciola già mi sfama
una nota mi rallegra
un seme lo dono alla terra

Il Signore gli conceda
la gioia di germogliare
con poca fatica



La quarta raccolta si intitola Mi fido del mare, ed è stata pubblicata nel 2017.

*

La luna invidiosa della tua bellezza
quella notte si posò accanto al tuo lettino
rubò qualcosa di te
basterà la vita per ritrovarlo?

*

Ancora una volta andrò in spiaggia
fra la schiuma e il suono delle onde
lascerò una promessa e una storia
mai raccontata
sarà una rivelazione
senza astio senza arroganza

Mi fido del mare

*

Le mie parole usano le pattine
per luccicare i pensieri

I miei versi cantano appesi a un filo
come panni al vento senza punti e virgole
metafore, impronte semplici che
si mescolano – così uno dice:
È carne o pesce, terra o mare?

*

Perché non ci riguardi?
Perché lasci l’umanità in guerra
e tanti bambini
schiacciati tra le pagine del mondo!

*

Leggo lentamente
metto insieme le lettere a voce bassa
prendo fiato ad ogni inizio di rigo
sorseggio ogni frase
mi impadronisco dei sentimenti dello scrittore
riconosco l’uomo
quando si affida con gioia alla parola e
quando si chiude con le ginocchia tra le braccia

maggio 2016

*

Padre non so perdonare
una nausea mi coinvolge l’anima
dove si annidano dolore e rabbia
senza desiderio di vendetta
ma un amaro che resta negli occhi
e non riesce a trovare il perdono



La quinta e penultima raccolta ha un titolo “luminoso”: Fra le dita una favilla sembra sole. È stata pubblicata nel 2019, e, come la prima, anche questa è dedicata alla figlia Roberta.

*

Se ho ripreso a scrivere parole
è perché ho il tuo sorriso
il tuo abbraccio
la tua ingenuità

*

Voglio intagliare quel tronco
venuto giù insieme al vento
con un coltellino e mani leggere
una carezza su l’intenso profumo del legno
un abbraccio a quel lento gocciolare
del suo umore a pensieri che volano
come foglie nel gioco del vento
per la gioia di un passero.

La mano continua, intaglia con mestiere
pensieri paure, l’amore sempre

*

Tutto ciò che è bello a primavera
sfigura o muore d’inverno.

Così la natura, così l’uomo
torna ogni volta che l’albero foglia
ogni volta che un seme germoglia

*

Conto i passi degli amici che se ne vanno
mi inchino nel caldo abbraccio dell’addio,
faccio una scia con la ghiaia perché ritrovino la strada
trascino il tempo e il saluto

Lascio aperto il cancello
ad altre entrate, altre uscite


Alle mie uscite per ritornare

*

Ho visto un contadino arare la terra,
ridevano i passeri che
senza fatica mangeranno tanti insetti,
rideva il gatto che mangerà i passeri

Intanto la terra diventava polvere:
chissà se ha conservato il ricordo di
quando era una zolla

*

Il pensiero è pieno di forme
difficile da contenere nella trama di ogni giorno
in una mano stringo smeraldi: i miei progetti
nell’altra rubini: il disegno di Dio



Tutto il tempo sul petto è il titolo della sesta e ultima raccolta di Carla. Si tratta di una raccolta breve ma di grande intensità, ed è dedicata anche questa, come la prima e la quinta, a sua figlia Roberta.

*

Ciò che era bello non era l’incontro
l’abbraccio, il segreto
o camminare sul fuoco
era la certezza che ogni volta quel
fuoco appena spento si sarebbe riacceso
ciò che era bello
era svegliarsi ogni mattina
in attesa

*

Guardo il mondo dalla finestra
chiudo gli occhi davanti al teleschermo
stringo il tempo tra il pollice e l’indice
poi lo poso sul petto come onorificenza
– si mescolano pensieri e si sognano abbracci

Aprile 2020

*

Scrivere è dare vita alle immagini
al rumore al colore dei giorni
di questi giorni
ma è meglio non scrivere troppo
poche parole senza mettere un punto
perché non restino prigioniere del foglio
come il fiore che buca l’asfalto
per vivere il sole

*

Non conosco l’ora giusta
aspetto l’alba e appena giorno
mi metto in cammino
cerco l’orizzonte
in tasca molti passi
e un cesto di parole in mano

L’occorrente per il viaggio
sperando che non sia vano

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