recensioni di Gian Ruggero Manzoni
ANI+MA di Marco Colonna, Fara Editore 2016
Marco Colonna è nato a Palermo nel 1964, ora vive a Forlì. Dirige dal ’99 il portale web di cronaca e attualità politica sestopotere.com. Cura il canale You Tube “Lotta alle mafie”. Ha scritto articoli per: Il Messaggero, Gazzetta di Romagna, Il Resto del Carlino, La Voce di Forlì, Il Momento, RomagnaSera, Il Giornale, Lo Stato, Il Borghese, L’Uomo Qualunque. Ha collaborato con i Tg e Rg di VideoRegione e radio locali. Ha pubblicato con Fara le raccolte poetiche Ani+ma e Siamo sono. Nel 2018 è stato inserito nelle antologie: “L’orizzonte delle metafore” (Edizioni Tracce) e “La responsabilità delle parole” (FaraEditore). Ha partecipato a numerosi reading poetici. In YouTube troverete “Marco Colonna Poesie”.
Dalla nota dell’editore: «È fatto di ritorni / il nostro trattenere / la speranza»; «Mi è cara questa quantità / possibile di silenzio / per contenere / della tua presenza il pieno»; «E questa sofferenza andrebbe contemplata / come un gabbiano scova il cibo in terra ferma»; «Hai camminato in me / dove non si tocca?». Pochi versi tratti da ogni sezione per invogliare alla scoperta di quest’opera prima di Marco Colonna: voce sobria, sensibile, attenta, carica di passione ed empatia. Una poesia da assaporare intimamente per condividerne un’ani+ma trasparente e vera, un’anima che contiene (come quella di tutti) un +, ovvero il desiderio di relazione e il richiamo al mistero di un oltre che dia un senso alle fatiche del nostro andare: qui le cose belle non sono mai facili da raggiungere e dobbiamo fare i conti con la morte, con il male in noi e attorno a noi («Imploranti bocche / occhi come biglie / ed è inutile parlare»), col bisogno di uno slancio vitale e di un abbraccio fisico e metafisico.»
La lirica di Colonna ha un andamento subentrante, avvolgente e sfuggente a un tempo. Per questo nostro poeta il senso intimo della vita, la linfa cordiale della parola, quell’introspezione che infine fa luce, si posano sulla calda zona della nostra psiche, su quell’umido panno che ricopre i sogni umani in cui ogni uomo pensa di trovare sé stesso al margine della vita cosmica. Poesia che procede tramite un movimento sobrio e leggero delle immagini che toccano i cosiddetti “universali del sentimento”, quel sentimento che infine non è esclusiva del poeta, ma di tutti. Senza dover uscire da sé stesso, Colonna si accorge che nel suo sentire vibrano altri sentire e che il suo cuore canta sempre in coro. Da ciò ha preso l’avvio la sua scrittura.
SIAMO SONO, sempre di Marco Colonna, Fara Editore 2017
Marco Colonna dice che il suo poetare tende a “mettere in scena i nostri atti e pensieri quotidiani ritagliati all’interno di un micro o macro cosmo soltanto apparentemente immoto”, del resto è la grande responsabilità di ciascuno fare del nostro esistere un nodo di relazioni, di senso e, foscolianamente, d’amore, affinché le immancabili e tragiche cesure della vita non siano solo ferite sanguinanti ma varchi di empatia. Come ha osservato Antonio Vittorio Guarino nella prefazione: «Una raccolta densa e sicuramente ricca di spunti per chi, in questo tempo anestetizzato, si pone ancora domande sul senso contingente e ultimo delle cose. […] Finché siamo in vita non possiamo che prenderci carico di tutte le relazioni che ci hanno costruito, formato, ospitando in noi quelle identità perdute, quei vuoti, quel “siamo” in cui non siamo più, ma che permette a ciascuno di noi di dire ancora “Sono”». Interessante, anche, il come Carla D'Aronzo parli di questa raccolta: «Nelle poesie di Marco Colonna l’essere umano appare in tutta la sua debolezza terrena. Il poeta mette in evidenza l’inesorabilità del tempo che passa e che ci avvicina alla morte. Le domande che si fa da sempre l’uomo sono recondite, ovvero talmente profonde che le risposte diventano inaccessibili all’essere terreno: Chi Siamo? Chi sono? A tali domande Colonna cerca di rispondere tramite i suoi versi, con l’esplicitazione della vacuità del tempo che scorre e che ci fa essere il risultato dell’intrecciarsi dei molteplici rapporti umani che abbiamo tessuto negli anni e da cui scaturisce un “sono”. “Sono” è quindi il risultato del vissuto di ognuno di noi che è stato coinvolto nelle interrelazioni empatiche tra amici, conoscenti e parenti».
Infatti, in questa raccolta, è indubbiamente presente il tema della perdita, ma, anche, si assiste a un continuo sovrapporsi di ruoli e di identità.
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