INCHIESTA SULLA POESIA - A CURA DI LORENZO SPURIO
Sulla scorta di alcune recenti letture e
approfondimenti sulla letteratura italiana contemporanea, con particolare
attenzione alla poesia, mi è sembrata buona cosa, in chiusura di questo anno,
proporre, mediante un format online di semplice uso (collegandosi a questo link), un sondaggio
rivolto ai poeti italiani con l'idea di sentire le proprie opinioni e
considerazioni su una serie di aspetti importanti della poesia odierna.
Alcune considerazioni sullo stato
attuale della poesia, esposte dalla poetessa e critico letterario Rosa
Giangoia, possono essere utili a evidenziare la situazione odierna: «La poesia
sembra vivere un momento molto particolare, caratterizzato da contraddizioni.
Da un lato, infatti, la produzione di testi poetici è molto ampia e diffusa ad
opera di una miriade di autori, di
cultura diversa e di orientamento di pensiero vario e diversificato, che
producono testi quasi a getto continuo. Per lo più sono anche attivissimi in
rete, in siti specialistici e in gruppi dedicati sui social, in cui postano con
frequenza loro testi, che raramente vengono discussi con argomentazioni e
valutazioni critiche, ma di solito sono fatti oggetto di elogi da parte di
lettori sulla base di consonanza e spontaneismo. […] Si assiste in molti casi a uno svilimento
dell'attività poetica, sovente frutto di spontaneismo
e di improvvisazione, con la
conseguenza di una produzione sciatta,
banale, ripetitiva, scarsamente originale, all'insegna dell'emotività e del
sentimentalismo».[1]
Partendo dall'assunto che «La
letteratura è dappertutto»[2], come
sostenuto da Giulio Ferroni in una recente pubblicazione, nel sondaggio ci si è
posti lo stratificato e mutabile universo poetico come elemento d'indagine da
una serie di punti di vista differenti. Il sondaggio si costituisce di ventuno
domande pensate come possibili input, tracce da poter investigare in maniera
libera, senza un particolare limite di estensione in relazione ad aspetti quali
la poesia civile[3],
l'importanza della musicalità e
della componente orale della poesia
con annesse domande in relazione alla lingua
e alla traduzione, ma anche al dialetto.
Ricorrendo sempre a Ferroni che sostiene
che «in ogni modo non sembra più possibile delimitare la letterarietà in un campo specifico, che escluda il vario irrompere
delle ibridazioni a cui la parola
scritta viene sottoposta», ci si è posti, per converso, anche la questione –
che reputo nevralgica – del rapporto tra poesia e altri codici espressivi, vale
a dire le contaminazioni e le
rappresentazioni multidisciplinari, le applicazioni che nel suo infinito
contenitore di temi e approcci può abbracciare.
Vengono altresì poste domande, per fini
statistici che permettano di argomentare i dati che saranno raccolti, in merito
ad aspetti più personali del proprio legame con la poesia (età nella quale si è
cominciato a produrre, numero di libri prodotti, numeri di libri letti al mese)
che possono fornire indicazioni rilevanti per una considerazione tout court sulla poesia contemporanea.
Il progetto, che non ha previsto nessuna data di scadenza quale termine per
poter completare le domande del sondaggio, ha la volontà di raccogliere un
congruo numero di materiali, in risposta, in riferimento ai vari quesiti che
possano, in una seconda fase, essere letti, comparati e forniti in maniera
esatta e dai quali poter trarre, eventualmente, delle considerazioni più
circostanziate.
La rivista fiorentina L'area di Broca (ex Salvo imprevisti), diretta dalla poetessa Mariella Bettarini, ha
dedicato nei mesi scorsi uno dei suoi numeri proprio a fare il punto sulla
poesia contemporanea proponendo quesiti importanti sulla funzione e la rilevanza nella nostra società della poesia, di come
essa sia cambiata nel corso degli ultimi decenni e ponendo particolare
attenzione alle nuove forme poetiche che traggono sostentamento soprattutto dall'oralità e dalla virtualità. Un compendio molto interessante con gli interventi, tra
gli altri, di Mariella Bettarini, Maria Grazia Calandrone, Maurizio Cucchi,
Caterina Davinio, Roberto Deidier, Luigi Fontanella, Marco Giovenale, Giuliano
Ladolfi, Mia Lecomte, Giorgio Linguaglossa, Elio Pecora, Evaristo Seghetta
Andreoli, Adam Vaccaro, Luciano Valentini e il sottoscritto che è stato edito
in forma sintetica sul n°106-107 (luglio 2017-giugno 2018) della rivista
cartacea (disponibile anche in formato digitale, scaricabile in PDF dal
relativo sito) e in forma integrale, nella completezza dei vari interventi, in
un volume edito da Porto Seguro Editore di Firenze nel 2019.
L'aspetto che credo sia rilevante, o
comunque che deve essere rimarcato, è che tale sondaggio, pur aperto
liberamente a tutti, è stato espressamente pensato e voluto per essere rivolto
direttamente ai poeti. Ha come finalità proprio quella di sentire cosano pensano
i poeti – coloro che la poesia la producono e non solo la leggono – di questo
genere, degli approcci e delle forme, nonché delle nuove modalità espressive,
come la pratica diffusa del reading e della performance, come quella del poetry slam che sempre genera pareri
molto discordanti.
Lello Voce, considerata l'anima centrale
di questa espressione poetica creata da Marc Kelly Smith, sostiene che «Lo slam
è un atto radicalmente politico: non solo perché riporta il poeta nella polis, ma perché rivendica il nostro
diritto di essere ancora proprietari della lingua con la quale parliamo, con la
quale amiamo e odiamo, con la quale gioiamo e soffriamo, con la quale
accettiamo quell'altro che ci sta di fronte e occupa uno spazio che, se non ci
fosse lui, potrebbe essere nostro, ma che, se lui non c'è, non avrebbe alcun
senso di essere».[4]
Il poeta e performer Dome Bulfaro, presidente della Lega Italiana Poetry Slam,
ha raccolto una serie di scritti, opinioni di poeti e testimonianze – che danno
voce a entrambi i sostenitori e i detrattori di questo fenomeno – nel ricco
testo Guida liquida al poetry slam. La
rivincita della poesia (2016) che dovrebbe sicuramente esser letto per
avere un approfondimento su ogni aspetto di questa poesia empatica che si fa
viva e prende corpo proprio nella sua forma di spoken language.[5]
In relazione alla dimensione orale della
poesia è rilevante ricordare il progetto ideato e curato da Giovanna Iorio in
collaborazione con Alan Bates nato un anno fa circa con la volontà di creare
una grande enciclopedia di poesia vocale, la Poetry Sound Library (PSL).[6]
Un'antologia della voce dove ciascun autore, che viene localizzato sulla mappa
del globo e del quale si forniscono note bio-bibliografiche, dà lettura, nella
sua lingua, a un componimento poetico. Il progetto, al quale da subito hanno
aderito poeti da ogni parte del mondo, si è ben presto interessato anche alla
poesia dialettale e dar voce anche agli autori scomparsi. L'iniziativa, che è
stata presentata in un evento dedicato al Museo Macro Asilo di Roma il 14
aprile 2019 dal titolo “Riflessioni
sulla voce”[7],
nasce dalla volontà, strenuamente difesa dall'ideatrice Giovanna Iorio, di
«preservare la voce, tornare alla purezza del suono, togliere il fruscio della
carta delle parole, risvegliare i suoni primordiali del vento, restituire alla
poesia la potenza della voce».[8]
Essa contempla, a dicembre 2019, le voci di un totale di 1112 poeti viventi e
decine di poeti del passato. Nella prefazione del volume pubblicato a seguito
della presentazione ufficiale del PSL l'ideatrice Giovanna Iorio così ha
annotato: «La Poetry Sound Library (abbrev. PSL) non è un altro archivio sonoro
ma la prima mappa mondiale delle voci
poetiche. […] è soprattutto un’utopia, un paese ideale solo per i poeti, un
«luogo che non esiste», il «non» «luogo» οὐ
τό̟ος di Tommaso Moro. Come ogni utopia anche la PSL aspira alla
formulazione di un assetto poetico che non trova ancora riscontro nella realtà
e che qui viene proposto come ideale e come modello; è utopia anche nel senso
limitativo del termine, perché aspira a un modello non realizzabile, astratto,
ma nel far questo sottolinea la forza critica verso situazioni esistenti e la positiva
capacità di orientare forme di rinnovamento sociale. […] La PSL ha creato un
pianeta silenzioso per ascoltare la voce dell’altro. Può contenere, e di fatto
contiene, gli archivi di tutto il mondo e i poeti di ogni epoca e luogo.
Proprio come un nuovo mondo, sogna di ospitare tutte le voci poetiche e per
questo è un progetto che non verrà mai completato, può solo desiderare di essere
portato a termine. Grazie agli strumenti della mappa, i poeti più importanti
del passato emergono dagli archivi e tornano vivi, nella città e nei luoghi
dove hanno vissuto e operato. […] Si percepisce, esplorando la mappa, che
esiste una sola voce, la Voce della
Poesia, polifonica e dirompente se la si ascolta in un nuovo modo e senza
gerarchie, limiti spaziali o temporali. […] La PSL fa di-vertire e cambiando direzione si tracciano nuove geografie. I percorsi sonori sulla mappa invitano ad
esplorare questo mare ignoto della poesia
sonora. Emoziona ascoltare le voci nelle lingue di tutto il mondo, senza la
rassicurante presenza di una traduzione. L’ascolto va al di là della
comprensione del senso delle parole».[9]
Sui rapporti
tra scienza e poesia, oggetto di analisi di uno dei quesiti, mi viene da segnalare
alcuni recenti progetti che hanno parlato di questo. In una recente recensione
di Rosa Elisa Giangoia dal titolo “La poesia della matematica”, apparsa sulla
rivista Xenia dove, si parla del
volume Duet of Formula (2016) di
Laura Garavaglia e Mariko Sumikura e si legge: «Quello che le liriche raccolte
vogliono evidenziare è che tanto la matematica
quanto la poesia indagano gli aspetti problematici della realtà come l'inizio,
la fine, la vita, la morte, avendo come obiettivo un oltre indefinito, anche
perché entrambe investigano il dilemma dell'infinito, dell'incommensurabile, dentro
e fuori l'uomo e la realtà».[10]
Va anche segnalato il pamphlet di Roberto Maggiani, edito in formato e-book da
La Recherche, ricco di citazioni e riferimenti, dal titolo Poesia e scienza: una relazione necessaria? (2019) dove il tema
nevralgico delle interrelazioni e intersezioni tra i due campi vengono presi in
considerazione con acume da vari punti di vista. Eugenio Nastasi nella sua
“Breve riflessione” che chiude questa dissertazione osserva: «Se è vero che la fisica quantistica “cerca di spiegare
quello che accade a una particella prima che entri in gioco l’osservatore”, lo
stesso procedimento può essere esteso all’ologramma poetico prima di
concretizzarsi, nella mente del poeta, in sintagma del poiein. In qualche modo, voglio dire, come nell’universo della
fisica quantistica “la realtà esiste solo nel mondo dei numeri immaginari”, gli
elementi dell’atto creativo poetico o similari, fluttuano in un “loro” mondo,
complementare o speculare a quello dell’osservatore-poeta, fino a quando viene
assorbito e reso accessibile dalla “cernita” che ne fa il poeta».[11]
Sui rapporti tra poesia e astrofisica
mi sento di fare senz'altro il nome del poeta Corrado Calabrò che con Quinta dimensione (2018) ha spalancato
le porte della poesia a una dimensione altra, che s'interroga sull'uomo e
ammicca alla scienza e ai suoi traguardi.[12]
Ferroni segnala che la «pluralità delle esperienze, dà luogo a
una frantumazione degli spazi e dei livelli, con un'articolazione di nicchie e
strati che tendono a chiudersi in se stessi, spesso tra loro impermeabili» ed è,
in questa atrofia poetica e iperproduzione libraria, il rischio che
maggiormente si paventa e che dovrebbe essere, se non allontanato del tutto,
senz'altro reso il meno invasivo possibile tenendo a mente un aforisma di Carl
Sandburg che recita: «La poesia è
l'apertura e la chiusura di una porta che lascia chi vi guarda attraverso a
fare congetture su ciò che ha visto per un istante».[13]
Non solo attenzione verso il poeta in
quanto fautore della creazione e
custode di sapienza (finanche affabulatore, quando non stratega e utilizzatore
di codici avulsi dalla praticità spicciola della vita) ma anche verso il critico la cui funzione, negli ultimi
anni, sembra essersi un po' svuotata o semplicemente dissipata in questa
variegata schiera di tuttologi e di informatori che fanno cronaca e spesso
travalicano la critica propriamente detta, agghindata di indecorose banalità o
gossip senz'altro a latere l'oggetto libro. Colui che si colloca in mezzo tra l'autore e il pubblico, una volta
inteso come interprete del testo e
per questo spesso associato a una sapere tecnico, accademico e pedante, quale
estrattore di significati nascosti. Semmai un commentatore in grado di
contestualizzare contenuti, analizzare forme, ampliando aspetti, trovando
rimandi, ascoltando echi, sapendo cogliere la centralità delle immagini, le
correlazioni spesso non così manifeste, ma plausibili secondo un dato tipo di
avvicinamento al testo. Citando ancora Ferroni, che molto si è espresso sull'argomento,
e in maniera quanto mai chiara, non ci si può non riconoscere nelle sue parole:
«Tuttologia e specialismo sono spesso fuorviati dall'ostentazione di sicurezza dell'interprete, dalla pretesa di dire a
tutti i costi qualcosa di nuovo e dall'ossessione
dell'iperinterpretazione, dal voler far prova di saperne di più di ciò che
il testo contiene».
Nel corso del sondaggio si forniscono
anche domande atte a chiedere gli autori – sempre in fatto di poesia – tanto
italiani che stranieri che si reputano, per ragioni proprie, i più importanti
per la poesia, che vanno senz'altro letti e studiati e tenuti a mente. Questo
consentirà di poter avere dati attendibili in merito alla poesia che realmente
si legge (e dunque si ama) che non ha da essere valutata meramente con ciò che
nelle librerie viene comprato, spesso in maniera semplicistica, sulla scorta di
una suggestione avuta magari dalla semplice copertina o da un lontano consiglio
di qualcuno che non di rado non ha come epilogo che quello di lasciar
depositare polvere su quel libro acquistato.
Ed è per questa ragione che vengono
proposte nel sondaggio anche due domande che reputo lungimiranti e necessarie
al contempo, che guardano ciascuna in una direzione precisa: una al passato e l'altra
al futuro. La prima di esse, infatti, ha a che vedere con quali autori, se si
ritiene che ve ne siano, sembrano essere i
grandi assenti, palesemente dimenticati e tralasciati a dispetto della loro
importante opera letteraria (complici magari la disattenzione di critici, l'inadempienza
di familiari che potrebbero meglio curare l'eredita letteraria, nel caso di
autori passati a miglior vita, e soprattutto il palese disinteresse delle major
editoriali che puntano altrove, verso il facile guadagno). L'altro quesito,
invece, tende a chiedere quali poeti – più o meno giovani – della scena odierna
meriterebbero una conoscenza, diffusione maggiore, vale a dire quali esponenti
che, causa della marginalità insita della poesia e – di nuovo – del poco
interesse editoriale, non godono di quella fama che, effettivamente,
meriterebbero.
Si tratta, in qualche modo, di poter
comprendere meglio alcuni dei tanti tracciati che la poesia nel corso del
tempo, con esiti vari, ha scritto e percorso, vicoli bui e strade per lo più
asfaltate, passaggi ampi e cunicoli leggermente impraticabili, a rappresentare
i tanti percorsi dei poeti che, anche grazie a un sistema di rimandi, citazioni
e di un universo intertestuale, sono
interconnessi tra loro, che si vivificano a vicenda, colloquiando tra età e
spazi diversi. Intertesto che è rimando ma anche polifonia interpretativa come
osservato dalla poetessa Erika Burkart in alcuni suoi versi: «Un frammento vien letto/ da ciascuna epoca
in modo diverso,/ dentro vi proiettiamo l'attualità,/ spieghiamo, aggiungiamo e
combiniamo,/ scopriamo; sui bordi estremi,/ nei più profondi interstizi/
prolifera un che di vago e di sinistro,/ che fa paura e intriga».[14]
Questo sondaggio, in ultima battuta, è un
mezzo per interrogare i tanti poeti sulla loro arte; anche perché, come Ferroni
propone e incalza, la critica possa
resistere mediante un mezzo efficace che gli consenta di «interrogare i
linguaggi» dal momento che «L'impegno interpretativo non può disporre di
nessuna sicurezza, ma può fare affidamento sulla continuità di un leggere e di
un interrogare». Affinché si possano aggiungere tante valide pagine a quella millennium poetry che, come Magrelli ha
sottotitolato, non è che un viaggio sentimentale nella poesia italiana.
Riferimenti
AA.VV.,
L'area di Broca. Poesia XXI. Il punto
sulla poesia contemporanea, Porto Seguro, Firenze, 2019.
AA.VV.,
Poetry Sound Library. Riflessioni sulla
voce, e-book n°233, La Recherche, 2019.
Bulfaro Dome, Guida
liquida al poetry slam. La rivincita della poesia, Agenzia X, Milano, 2016.
Burkart Erika, Poesie,
Campanotto, Paisan di Piave, 2005.
Ferroni Giulio, La
solitudine del critico. Leggere, riflettere, resistere, Salerno Editrice,
Roma, 2019.
Garavaglia Laura, Sumikura Mariko, Duet of Formula, Japan Universal Poets
Association, Kyoto, 2016.
Maggiani Roberto, Poesia
e scienza: una relazione necessaria?, e-book, La Recherche, 2019.
Magrelli Valerio, Millennium
poetry. Viaggio sentimentale nella poesia italiana, Il Mulino, Bologna,
2015.
Poesia, Crocetti,
Milano, anno XXXII, novembre 2019, n°353.
Spurio Lorenzo, “La
Quinta dimensione di Corrado Calabrò il poeta che strizza l'occhio alla
scienza”, Blog Letteratura e Cultura,
18/08/2019, https://blogletteratura.com/2019/08/18/la-quinta-dimensione-di-corrado-calabro-il-poeta-che-strizza-locchio-alla-scienza-a-cura-di-lorenzo-spurio/
Xenia, Trimestrale di
Letteratura e Cultura, AGF Edizioni, Genova, n°3, 2009.
Lorenzo Spurio (Jesi, 1985), poeta, scrittore e
critico letterario. Per la poesia ha pubblicato Neoplasie civili (2014), Tra
gli aranci e la menta. Recitativo dell’assenza per Federico García Lorca
(2016) e Pareidolia (2018). Ha curato
antologie poetiche tra cui Convivio in
versi. Mappatura democratica della poesia marchigiana (2016) e Sicilia: viaggio in versi (2019). Per la
narrativa ha pubblicato tre raccolte di racconti brevi. Intensa la sua attività
quale critico con la pubblicazione di saggi in rivista e volume,
approfondimenti, prevalentemente sulla letteratura straniera, tra cui il volume
Cattivi dentro: dominazione, violenza e
deviazione in alcune opere scelte della letteratura straniera (2018). Si è
dedicato anche allo studio della poesia della sua regione pubblicando Scritti marchigiani (2017) e La nuova poesia marchigiana (2019). Tra
i suoi principali interessi figura il poeta e drammaturgo spagnolo Federico
García Lorca al quale ha dedicato un ampio saggio sulla sua opera teatrale,
tutt’ora inedito e tiene incontri tematici. Presidente dell’Associazione
Culturale Euterpe di Jesi, fondata a marzo 2016, e Presidente di Giuria in vari
concorsi di poesia, tra cui il Concorso di Poesia “Città di Porto Recanati –
Premio Speciale Renato Pigliacampo”, il Premio Letterario “Città di Chieti” e
il Premio Letterario Internazionale “Antonia Pozzi – Per troppa vita che ho nel
sangue” di Pasturo (LC); ha ideato e presiede il Premio Nazionale di Poesia “L'arte
in versi” che ha sede a Jesi, giunto nel 2020 alla nona edizione. Su di lui si
sono espressi, tra gli altri, Giorgio Bàrberi Squarotti, Dante Maffia, Corrado
Calabrò, Ugo Piscopo, Nazario Pardini, Antonio Spagnuolo e Sandro Gros-Pietro.
NOTA: Il presente articolo e´ stato pubblicato per la prima volta sul blog culturale del prof. Nazario Pardini, "Alla
Volta di Leucade" il giorno 23-12-2019: http://nazariopardini.blogspot.com/2019/12/lorenzo-spurio-inchiesta-sulla-poesia.html
[1] Xenia, Trimestrale di Letteratura e
Cultura, AGF Edizioni, Genova, n°3, 2009, pp. 35-36.
[2] Giulio Ferroni, La solitudine del critico. Leggere, riflettere, resistere, Salerno
Editrice, Roma, 2019. Tutte le citazioni di Ferroni sono tratte dal medesimo
libro.
[3] A partire dall'amara e
annichilente citazione (ma anche indirettamente propositiva per un impegno
serio, costante e convinto) di Theodor Adorno che ebbe a dire «Scrivere una
poesia dopo Aushwitz è barbaro e ciò avvelena anche la stessa consapevolezza
del perché è divenuto impossibile scrivere oggi poesie» si legga il breve
articolo di Letizia Leone dal titolo “Quale poesia dopo lo scandalo
insostenibile della Storia?” apparso sulla rivista romana Il Mangiaparole, anno 1, numero 4, ottobre-dicembre 2018.
[4] Dome
Bulfaro, Guida liquida al poetry
slam. La rivincita della poesia, Agenzia X, Milano, 2016.
[5] In relazione all'universo dello
slam vorrei segnalare due interviste da me fatte a due poeti performer che,
nelle loro rispettive zone, sono stati e sono promotori di poetry slam e hanno
rivestito il ruolo del Maestro di Cerimonia: “Intervista al poeta e performer
Max Ponte”, in Blog Letteratura e Cultura,
07/01/2018 (https://blogletteratura.com/2018/01/07/intervista-al-poeta-e-performer-max-ponte-a-cura-di-l-spurio/ ); “La poesia orale. Intervista alla poetessa
aquilana Alessandra Prospero”, in Blog
Letteratura e Cultura, 19/01/2018 (https://blogletteratura.com/2018/01/19/la-poesia-orale-intervista-alla-poetessa-aquilana-alessandra-prospero-a-cura-di-l-spurio/). Va, inoltre, osservato che Max
Ponte è ideatore di una formula innovativa di gara poetica che può essere
considerata di derivazione della poetry
slam denominata “Angelico Certame” (https://angelicocertame.org/2016/09/06/regolamento/) che si disputa a Torino.
S'iscrive in questo ambito di rivisitazione anche la Gara poetica itinerante
nelle antiche terre picene “Ver Sacrum” (https://associazioneeuterpe.com/regolamento-2/), ideata dal sottoscritto
assieme a Michela Tombi, organizzata dall'Associazione Culturale Euterpe di
Jesi che ha toccato i maggiori centri della regione Marche nel corso del 2019 e
ha avuto la sua finale del campionato a Cupramontana (AN) lo scorso 14/12/2019.
[6] Sito internet: https://poetrysoundlibrary.weebly.com/
[7] Gli atti di questo incontro sono
raccolti in un numero monografico col medesimo titolo sulle edizioni online
della rivista La Recherche, e-book
n°233, 2019. Nel volume, a cura di Roberto Maggiani e Giuliano Brenna, dopo
l'introduzione di Giovanna Iorio e la prefazione di Stefania Di Lino, figurano,
tra gli altri, gli interventi di Lucianna Argentino, Michela Zanarella, Nadia
Chiaverini, Anna Maria Curci, Annamaria Ferramosca, Maria Pia Quintavalla,
Eugenia Serafini, Maurizio Soldini, Giuseppe Vetromile.
[8] Al fine di una maggiore
diffusione e organizzazione del progetto, la fondatrice ha istituito degli
Ambasciatori, una sorta di collaboratori diretti che, in prima linea, hanno
sposato il progetto e si impegneranno a condividerlo ampiamente e diffonderne
le potenzialità, soprattutto nella loro zona. Tra di essi Anna Maria Curci,
Michael Rothenberg, Caterina Davinio, Cinzia Marulli, Michela Zanarella,
Roberto Maggiani, Paolo Saggese, Giuseppe Vetromile, il sottoscritto e vari
altri.
[9] AA.VV., Poetry
Sound Library. Riflessioni sulla voce, e-book n°233, La Recherche, 2019.
[10] Xenia, Trimestrale di Letteratura e Cultura, AGF Edizioni, Genova,
n°3, 2009, p. 80.
[11] Roberto Maggiani, Poesia e scienza: una relazione necessaria?, e-book, La Recherche,
2019.
[12] Una mia recensione al volume è
stata pubblicata su Blog Letteratura e
Cultura il 18 agosto 2019 ed è disponibile qui: https://blogletteratura.com/2019/08/18/la-quinta-dimensione-di-corrado-calabro-il-poeta-che-strizza-locchio-alla-scienza-a-cura-di-lorenzo-spurio/
[13] Poesia, Crocetti, Milano, anno XXXII, novembre 2019, n°353, p. 10.
[14] Erika
Burkart, Poesie, Campanotto,
Paisan di Piave, 2005.
Nessun commento:
Posta un commento