martedì 24 dicembre 2019

Il senso della ricerca: “essere, qui, ora / quel che già siamo”

Francesco Filia: L’ora stabilita, Fara Editore 2019

recensione di Vincenzo D’Alessio 

http://www.faraeditore.it/vademecum/31-Orastabilita.html

Ho letto con grande interesse la raccolta di Francesco Filia che reca il titolo L’ora stabilita (Fara 2019) incontrando le voci poetiche del secolo appena trascorso, il Novecento: la più forte è stata quella del Nobel Eugenio Montale, in modo particolare i versi della raccolta “Ossi di seppia”. 

L’incipit della raccolta di Filia si apre con l’invito al lettore di raccordare l’energia dell’anima alla fragilità del corpo: “… quando correre non / sarà questo fuggire ma restare / in sospensione”(pag. 15). 
Il verbo utilizzato nelle composizioni è quasi sempre al futuro; compare la rima nelle prime composizioni: “(…) inciampando in una colpa / di orme sperdute, arrancando / fin dove una gamba ritorna / cancrena, dove / una lingua balbettando / soffoca, strema.” (pag. 18).
Metafore e ossimori, verso breve lapidario che dà ai corpi poetici l’essenza della costruzione omogenea e contigua, il senso della ricerca che il naufragio già scritto nella nascita di ogni essere vivente, si compia senza eccessivi attriti.
Il senso della ricerca continua nell’utilizzo delle parole “vuoto”, “silenzio”, ”strade”, “catrame”, passando per la nuda realtà della sofferenza: “Un richiamo / muto / di stelle / ed erba falciata / arriva fin dove / una mano sfiora / il suo incubo /di accenti / e flebo strappate, / di quest’ultima / vena / non trovata.” (pag. 29).
Assume la ricerca il confronto con la bella poesia a pag. 54 dove la lezione dell’Ermetismo rende appieno l’assimilazione che il Nostro ha saputo realizzare e filtrare nei suoi versi: “Non ci sarà assoluzione / per le nostre gole affogate / da quest’immenso di cieli / e pietre levigate,/ ma solo l’inevitabile: / essere, qui, ora / quel che già siamo.” (pag. 54).
In questi versi troviamo la riproposta al mistero del suo e nostro divenire, consolidando la ferma convinzione che la Poesia è chiamata a reiterare nei secoli la singola forza di un uomo rendendola fiamma dell’Universo conosciuto: “(…) Codesto solo oggi possiamo dirti, / ciò che non siamo / ciò che non vogliamo.” (Eugenio Montale: Non chiederci la parola).
Oculata e indiscutibile è stata la scelta della Giuria del Concorso Faraexcelsior 2019 che ha voluto assegnare a questa stupenda raccolta il primo premio consistente nella pubblicazione gratuita dell’opera presentata.
Risponde esattamente alle coordinate poetiche volute dall’autore la nota critica curata dal giurato Riccardo Deiana: “(…) La lezione, forse, è questa: è fondamentale certo sostare e lasciarsi perfino imprimere dagli istanti cruciali, e patteggiare e specchiarsi in essi misurando puramente la nostra evanescenza, la possibilità di non avere «un conforto di un inizio» ma, di rovescio, l’istante, quell’ora in cui «caso e destino» s’incontrano in un «dettaglio fuori posto», che pare tramarsi intimamente tra i versi di questa raccolta, non è tutto. (…) «Un ultimo, / forse, invisibile / riannodarsi», non solo è sperato, ma è anche possibile.” (pag. 9).

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