lunedì 11 marzo 2019

La paziente e intensa energia sotterranea di Caterina Camporesi

Caterina Camporesi: Poesie/Poezija, CID editore, Podgorica 2018

recensione di Vincenzo D’Alessio


Le ultime tre raccolte della poeta Caterina Camporesi: Solchi e Nodi (FaraEditore 2008); Dove il vero si coagula (Raffaelli Editore 2011); Muove il dove (Raffaelli Editore 2015) sono state riprese con prefazione e traduzione in lingua serbo-croata da Vesna Andrejevic in un unico volume che reca il titolo
Poesie/Poezija (CID, Podgroica, 2018).
La produzione poetica della Nostra ha permeato la poesia contemporanea dalla fine del Novecento, appena trascorso, fino ai giorni nostri.
La scelta del verso breve, suadente, ha caratterizzato le ultime raccolte che in questo volume vengono riproposte: energia sotterranea che geme e paziente attende l’emersione, nell’esplosione dei sensi.
Gli occhi raggiugono le parole sul foglio; la voce recita lentamente il percorso; la forza creativa si impadronisce del lettore e lo imprigiona:

bufere di primavera imbiancano / rifiorite praterie / nell’eco dell’eterno ritorno /

il duende agita acque di giada
 (a pag. 52).

Riprendendo la stupenda prefazione del filosofo contemporaneo Massimo Sannelli, alla raccolta Solchi e nodi (2008), il lettore potrà percorrere lo stretto sentiero modellato dal Tempo per raggiungere quel duende energetico appartenuto anche al poeta Federico Garcia Lorca:

“2. La comunità umana si riconosce nel vincolo della necessità (ripararsi, cibarsi, riprodursi), della decadenza e della morte; tutto avviene come ricorda il marmo dell’Elegia IX di Rilke: questa vita – vita di “lacerati rami” o di “farfalle ferite” o “ vita esiliata” di Caterina – avviene una volta, una volta sola; e deve scomparire.” (a pag. 20). 

La trilogia delle soste nel lungo/breve viaggio della Nostra nelle terre poetiche costituisce la metafora della giada (verde Speranza) nata dal parto (le acque) della poetamadre (lei stessa) per eternare il nome e il paesaggio dell’anima. 

Non è mai un atto egoistico la nascita di una poesia.

L’eterno ritorno dei versi “nell’eco” scandirà il cammino dei secoli: raccoglie verità l’istante / che scheggia l’eterno //  destinato a sbriciolarsi / in altri lampi (a pag. 142).

La traduzione in lingua serbo-croata (Prevela sa italijanskog) realizzata con cura da Vesna Andrejevic dell’intero corpo poetico è stata pensata poiché: “La lingua serbo-croata è considerata la lingua più bella dagli slavi in generale per la poesia: ha tratti di dolcezza e di arcaicità.” (Alessandro Ramberti).

Vorremmo accostare a questa voce contemporanea la voce della poeta Margherita Guidacci (1921-1992), con i versi della poesia All’Eterno:

Come onde la tua riva tocchiamo. / Ogni istante è confine tra l’incontro e l’addio. / Dal nostro mare in te fuggire, nel nostro mare fuggirti: / non altro è di noi labili il destino.

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