mercoledì 23 gennaio 2019

Dobbiamo aprirci alla luce della vita

recensione di Celeste Babboni




“Lampi nel cuore della notte / emerge sotto gli occhi / l’ineffabile sogno / fatto di una sola parola: amore / commossa elettrizzata / eterno mistero dell’amore / che io anelo per tutti quanti / con l’allegria e la lealtà / dei girasoli […].”

Chiaro e sincero è l’invito di Gladys nella sua raccolta Lealtà dei girasoli con versione spagnola a fronte: come i girasoli che scorgendo la luce del Sole si scoprono facendosi interamente abbracciare da essa, così noi dobbiamo aprirci alla luminosa vita che ci è offerta, assaporando non solo il nostro respiro, ma quello molto più ampio dell’universo.
La sua è dunque un’esortazione a un amore non unicamente rivolto verso le persone che abbiamo accanto, ma a un “amore universale”, un “amore cosmico” per l’intera realtà in cui ci troviamo, per l’“energia luminosa” che ogni vita possiede.
L’autrice è consapevole di quanto sia utopica la sua visione, ma non per questo perde la speranza; sogna incessantemente “un mondo in pace” in cui si possa “combattere contro la violenza” per un solo ed ultimo fine: “essere felici ed amare”.

Respirando ed assaporando quello che gli antichi chiamavano “pneuma universale”, ossia il soffio vitale che l’intero cosmo condivide, Gladys non può però astenersi dalle sofferenze che esso comprende; proprio da queste l’autrice parte per la sua ricerca verso “lo spirito scintillante dell’amore”, l’amore più puro e sincero che esiste.

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