di Drazan Gunjaca
Caro Alessandro,
inizio questa lettera in un modo un po’ inusuale.
Reputo che qualsiasi cosa uno faccia, deve farlo al meglio delle sue capacità, ovvero, niente va fatto giusto per farlo, per soddisfare la forma, qualsiasi essa sia e a chiunque si riferisca… Se no, ti esploderà tutto in faccia. Almeno capita così a me… A causa di questo mio tratto caratteriale, sono più propenso a leggere prosa che poesia, anche se scrivo entrambe. Perché? Perché da sempre trovo la poesia più impegnativa…
Dunque, ho ricevuto i libri che mi hai inviato. Grazie mille. Specialmente per la poesia di Caterina Camporesi. Una lettura molto impegnativa, difficile, che richiede un lettore dedito e propenso al bello della vita, cosciente dell’importanza e della grandezza di quei momenti eterni per i quali viviamo, ma nel contempo cosciente anche della propria immensa insignificanza nel tempo in cui viviamo… per non parlare del dopo…
Personalmente, preferisco leggere qualcosa che mi ispira, mi istiga a riflettere su me stesso e sugli altri… cosa che non mi è capitata da tanto. Fino a questo libro… Questa poesia rappresenta innumerevoli pensieri incredibilmente lucidi e suggestivi che funzionano da soli e come parte del tutto... Una lettura che non tollera la superficialità che è diventata una delle caratteristiche principali della nostra civiltà (e non solo nostra)… Oltre alla prepotenza, l’egoismo che è fine a sé stesso e la tendenza a dare tutto per scontato, troppo spesso banalizzando fino a perdere ogni senso… E il male ci sorprende sempre, ci trova impreparati, stupiti… ma non cerchiamo mai la causa del male dentro di noi… sono sempre colpevoli gli altri. E così giriamo, giochiamo al girotondo, come dice la poetessa, inventandoci sempre giochi nuovi che ci superano e finiscono per giocare loro con noi… E così i piccoli e i grandi giocatori si buttano a capofitto, correndo da un gioco all’altro, fino a che questi giochi non gli costano a vita. La differenza tra i piccoli e i grandi è solo che per i piccoli basta il presente a finirli mentre per i grandi, qualche volta lo fa il presente ma lo fa sicuramente e sempre la storia. Non c'è abbastanza spazio nella storia per i piccoli…
Digressione…
Comunque, la cosa migliore di questa poesia è che dopo tanto tempo qualcuno è riuscito a “costringermi” a riflettere… cosa che non ti può lasciare indifferente. Anzi, chi non sente niente dinnanzi a una lettura del genere...
Per finire cito un passo che mi è piaciuto particolarmente:
Život odveć kratak Troppo breve la vita
da bi bio ispunjen per riempirla
puni se si colma
prazneći se svuotandola.
Per finire uno dei miei pensieri incompiuti che ultimamente non mi dà pace. Sarebbe qualcosa del genere: “che mete potrebbe raggiungere l’uomo se rispettasse il bene tanto quanto rispetta il male”. In effetti, se vogliamo essere onesti, l’uomo non rispetta nemmeno il male, ma a differenza del bene, del male ha paura… e così il male (ogni tanto) ti costringe a usare i suoi mezzi per sopravvivere… e proteggere quel po' di bene che ti rimane dentro o intorno… Beh, è difficile essere buoni e (soprav)vivere…
In armonia con il libro, ti mando questa lettera in croato e in italiano.
Un caro saluto e ancora una volta auguri e ogni bene.
Caro Alessandro,
inizio questa lettera in un modo un po’ inusuale.
Reputo che qualsiasi cosa uno faccia, deve farlo al meglio delle sue capacità, ovvero, niente va fatto giusto per farlo, per soddisfare la forma, qualsiasi essa sia e a chiunque si riferisca… Se no, ti esploderà tutto in faccia. Almeno capita così a me… A causa di questo mio tratto caratteriale, sono più propenso a leggere prosa che poesia, anche se scrivo entrambe. Perché? Perché da sempre trovo la poesia più impegnativa…
Dunque, ho ricevuto i libri che mi hai inviato. Grazie mille. Specialmente per la poesia di Caterina Camporesi. Una lettura molto impegnativa, difficile, che richiede un lettore dedito e propenso al bello della vita, cosciente dell’importanza e della grandezza di quei momenti eterni per i quali viviamo, ma nel contempo cosciente anche della propria immensa insignificanza nel tempo in cui viviamo… per non parlare del dopo…
Personalmente, preferisco leggere qualcosa che mi ispira, mi istiga a riflettere su me stesso e sugli altri… cosa che non mi è capitata da tanto. Fino a questo libro… Questa poesia rappresenta innumerevoli pensieri incredibilmente lucidi e suggestivi che funzionano da soli e come parte del tutto... Una lettura che non tollera la superficialità che è diventata una delle caratteristiche principali della nostra civiltà (e non solo nostra)… Oltre alla prepotenza, l’egoismo che è fine a sé stesso e la tendenza a dare tutto per scontato, troppo spesso banalizzando fino a perdere ogni senso… E il male ci sorprende sempre, ci trova impreparati, stupiti… ma non cerchiamo mai la causa del male dentro di noi… sono sempre colpevoli gli altri. E così giriamo, giochiamo al girotondo, come dice la poetessa, inventandoci sempre giochi nuovi che ci superano e finiscono per giocare loro con noi… E così i piccoli e i grandi giocatori si buttano a capofitto, correndo da un gioco all’altro, fino a che questi giochi non gli costano a vita. La differenza tra i piccoli e i grandi è solo che per i piccoli basta il presente a finirli mentre per i grandi, qualche volta lo fa il presente ma lo fa sicuramente e sempre la storia. Non c'è abbastanza spazio nella storia per i piccoli…
Digressione…
Comunque, la cosa migliore di questa poesia è che dopo tanto tempo qualcuno è riuscito a “costringermi” a riflettere… cosa che non ti può lasciare indifferente. Anzi, chi non sente niente dinnanzi a una lettura del genere...
Per finire cito un passo che mi è piaciuto particolarmente:
Život odveć kratak Troppo breve la vita
da bi bio ispunjen per riempirla
puni se si colma
prazneći se svuotandola.
Per finire uno dei miei pensieri incompiuti che ultimamente non mi dà pace. Sarebbe qualcosa del genere: “che mete potrebbe raggiungere l’uomo se rispettasse il bene tanto quanto rispetta il male”. In effetti, se vogliamo essere onesti, l’uomo non rispetta nemmeno il male, ma a differenza del bene, del male ha paura… e così il male (ogni tanto) ti costringe a usare i suoi mezzi per sopravvivere… e proteggere quel po' di bene che ti rimane dentro o intorno… Beh, è difficile essere buoni e (soprav)vivere…
In armonia con il libro, ti mando questa lettera in croato e in italiano.
Un caro saluto e ancora una volta auguri e ogni bene.
Dragi Alessandro,
Početi ću ovaj dopis, pismo, malo neuobičajeno.
Ja smatram kako čovjek sve što radi mora raditi na najbolji mogući način, točnije, kako ne treba ništa raditi ovlaš, preko volje, tek toliko da zadovolji formu, ma kakva ona bila i na koga god se odnosila… U suprotnom ti se sve obije o glavu. Barem meni je tako… Posljedično toj karakternoj crti skloniji sam čitanju proze nego poezije iako pišem i prozu i poeziju. Zašto? Zato što je meni poezija uvijek bila zahtjevnija…
Dakle, dobio sam knjige koje si mi poslao. Hvala puno. Naročito na poeziji Katerine Kamporezi. Vrlo zahtjevno štivo, teško za čitanje, koje traži predanog čitatelja sklonog ljepoti življenja, svjesnog značaja i veličine onih posebnih, neprolaznih trenutaka zbog kojih i živimo, ali istovremeno jednako tako svjesnog svoje grandiozne beznačajnosti unutar vremena u kojem postojimo… A nakon toga da i ne govorimo…
Meni osobno su najbolja štiva koja me inspiriraju, motiviraju na promišljanje o sebi i drugima… Što mi se već duže vrijeme nije desilo. Do ove knjige… Ova poezija predstavlja obilje izuzetno lucidnih i upečatljivih misli koja svaka funkcionira sama za sebe i u sklopu svega rečenog… Štivo koje ne dozvoljava površnost koja predstavlja jedno od glavnih obilježja naše civilizacije (i ne samo naše)… Uz oholost, egoizam koji je sam sebi svrha i sklonost da se sve dobro uzima zdravo za gotovo, (pre)često ga minorizirajući, pa i banalizirajući do besmisla… A zlo nas uvijek iznenadi, zatekne nespremne, zatečene, začuđene… I nikad uzrok zla ne tražimo u sebi… Uvijek su nam drugi krivi za sve. I tako se vrtimo u krug, igrajući ringe-ringe-raja, kako pjesnikinja kaže, izmišljajući stalno nove igre koje nas redovno prerastu i na kraju se igre igraju s nama… I tako mali i veliki igrači srljaju iz igre u igru, dok im te igre konačno ne presude. Razlika između malih i velikih je samo u tome što malima sadašnjica presudi a velikima ponekad sadašnjica a povijest uvijek. Nema dovoljno mjesta u povijesti za male igrače…
Odlutah…
Uglavnom, najbolja strana ove poezije što me je nakon dugo vremena netko opet „natjerao“ na ovakva promišljanja… Što te ne ostavlja ravnodušnog. Dapače. Jer onog koga ovakvo štivo ne dira…
Za kraj citiram jedan odlomak koji mi se posebno dopao:
Život odveć kratak Troppo breve la vita
da bi bio ispunjen per riempirla
puni se si colma
prazneći se svuotandola.
Za kraj jedna od mojih nedovršenih misli koja mi se vrti po glavi u zadnje vrijeme. A otprilike bi glasila: „gdje bi čovjeku bio kraj kad bi poštovao dobro jednako toliko koliko i zlo“. Zapravo, ako ćemo najpoštenije, ne poštuje čovjek ni zlo, ali ga se, za razliku od dobra, boji… I tako te zlo (svako toliko) natjera da se služiš njegovim sredstvima da bi preživio… I zaštitio ono malo dobrog u sebi i oko sebe… Ah, teško je biti dobar i (pre)živjeti…
U skladu s knjigom, šaljem ti ovaj dopis i na hrvatskom i talijanskom jeziku.
Srdačan pozdrav i još jednom sve najbolje.
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