giovedì 4 febbraio 2016

La consapevolezza delle orme…

una lettura di Marzia Biondi

Ciao Alessandro, 


è stato un piacere conoscerti ed incontrare belle persone: grazie ancora per l'opportunità dell'incontro a Santarcangelo  e per aver chiesto la mia umile opinione in merito al tuo bellissimo testo Orme intangibili.
È un testo da gustare a piccoli sorsi, molto intenso e ricco, da meditare, anche se credo non sia sufficiente per per scoprirne i segreti, forse presenti anche per chi lo ha scritto. La risonanza al bellissimo testo Orme intangibili avuta durante l’ascolto è confermata dopo la sua lettura.
L’altra sera ho accennato alla “pienezza” delle orme, senza lasciarsi abbagliare dall’aggettivo “intangibili”; paradossalmente, proprio perché non palpabili, è possibile cogliere ciò che è fra le righe di ogni giorno, delle piccole grandi situazioni della quotidianità e grazie alla relazione con l’altro, non bastando a noi stessi.
È grande la presenza di chi ha lasciato l’impronta nell’orma perché “ci tiene in braccio” in ogni istante. Tutti possiamo essere i colori della vita o la tavolozza…
Accenno ad alcune considerazioni, nellumiltà dinesperta e senza giudizio:

– Già nella premessa è molto forte il messaggio dell'essenzialità di dover accogliere, accettare, amare i propri limiti; caratteristica dell’appartenenza al genere umano per non peccare di superbia, a ricordo della nostra essenza a “Sua immagine”. Con l’amore poter trasformare tale muro in uno strumento di crescita per andare oltre, divenire altro per essere un dono migliore per sé e per gli altri. Tutto questo in risposta al Comandamento di “amarci l’un l’altro come Lui ci ama”.

– In tutto il testo è presente, in maniera più o meno trasparente, la necessità di acquisire sempre più la consapevolezza della nostra fede, e tramite di essa, saper percepire, e possibilmente attuare, i nostri talenti. Strada facendo anche il fermarsi un attimo a riflettere se a volte ce li dimentichiamo, se l’orgoglio di potenzialità cognitive si sostituisce all’armonia generata dall’unione di cuore-mente, per scoprire altro dono ricevuto insieme alla vita, oltrepassando così un limite, spesso da sé stessi imposto, e rinascere più volte nella medesima esistenza.

L’Antefatto: forte immagine di rinascita da un’apparente ferita fisica: anche la sofferenza fisica, nelle mani di Dio, è un potente strumento di luce per dirigere il nostro sguardo verso il raggiungimento del Disegno. È palpabile che  sia la Fede ad illuminare la mente, incompleta nella capacità di comprensione, di per sé imperfetta; può solo espandersi quando si chiede la fede. “Cosciente”: concludere il verso con tale termine ravviva ulteriormente l’immagine di essere nella “vera” vita, le dona spirito quasi a poterne prendere il contatto materiale.

Prologo: in esso è racchiusa l’essenza del testo nel suo insieme. Al centro, o se si preferisce, alla base c'è l’Amore, antidoto a qualsiasi forma di male, viscerale, latente, apparente o sconfitto, il tutto nello spazio-tempo umano, sterile quando rivolto solo a se stessi senza un obiettivo più in alto ed altro, nel quale sono inevitabili le “crepe” a babilonici progetti autocentrati costruiti sulla sabbia dell’onnipotenza umana.

– Interessante  il corpo come “gancio” per rimanere terreni, ma al contempo uno strumento per conoscere i segreti più reconditi dell’anima, divenire musica risonante l’illuminata vita; “uscire così dalla tana”. Si potrebbe riassumere il libro, generandolo ex novo, con quanto scritto nell’ultima quartina di pag 21: “… in atomi di solidarietà / con il coraggio unito all’obbedienza / che implica la fede e l’alimenta / curando il campo della società”. Non da ultimo il riferimento alla “carne” come segno tangibile, “narrativa”, che porta i segni dell’amore, delle debolezze umane in essa “incarnate”. Lascia senza fiato.

– Il silenzio e l’ascolto dello Spirito; in molte parti del testo vengono richiamati questo connubio e l’importanza di rimanere ancorati all’essenza che ci anima; al contempo viene sottolineata la carenza di entrambi nei nostri gesti quotidiani

– “(Se il tempo non passasse?)”: bellissima riflessione sul concetto di tempo, anch’esso dono e non amico/nemico a seconda del bisogno umano di soddisfare necessità ritenute impellenti ed indispensabili. Un attimo è una vita; in un attimo la si perde, si scopre quella più in alto.

– La bellezza, il sorriso come uniche armi per assorbire i buchi neri, il perdono come massima espressione d’amore e di libertà, il coraggio d’intraprendere la propria strada da scoprire col cuore, il dolore come dono per avvicinarsi di più alla Croce.

“L’amore porta l’anima all’inizio / l’abbraccio cuore-spirito è tatuato / nelle membra che l’hanno sostenuta: già belle per il fuoco del giudizio” a p. 37: è già contenuto tutto il senso del testo intero; in questo passo si sottolinea maggiormente la battaglia continua che l’umano fa con sé stesso per rimanere unito al cuore ed avere così una chiave di lettura interiore aperta alla traslazione col mondo fuori.

Ci sarebbe tanto altro da dire, ma forse sarebbe più costruttivo in un dialogo di riflessione e comprensione maggiore di quella che si può raggiungere con uno scritto.
Alla lettura risulta molto particolare l’inserimento dopo ogni quartina della frase fra parentesi.
Mi permetto di esprimere una mia inesperta opinione: di primo impatto forse distrae un po’ dalla fluidità nell’immersione nel testo, nel sentire anche quello che è fra le righe; tuttavia in ogni poesia, l’unione delle singole frasi fra parentesi, esplicativa e rafforzativa della poesia nel suo insieme, di fatto ne genera una nuova con un ritmo forte, intriso di sonorità.
Complimenti per la ricercatezza dei termini lessicali, apparentemente semplici, e per questo di complessa elaborazione nel componimento, per la creazione d’immagini forti rappresentanti concetti legati alla religiosità e all’umanità, perciò difficili da circoscrivere.
Guardare gli schizzi di volti, apparentemente inespressivi, spauriti, senza identità di genere o temporale fa riflettere a come di solito si guarda alle cose fermandosi solo alla loro apparenza.

Sono contenta di averlo letto, di essermi arricchita e cresciuta. Grazie e a presto

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