giovedì 17 aprile 2014

Su Danza immobile di Gladys Basagoitia Dazza


recensione di Sonia Gardini

Vita. Si presenta così la raccolta di poesie di Gladys Basogoitia Dazza, che canta in spagnolo ogni forma di amore, verso sé, verso l'altro e verso gli altri. Il titolo Danza Immobile, un ossimoro, non poteva essere comunque più indovinato per questo testo che inizia con un mistero e che si scioglie con un “atto di fede cosmica” cioè con lo scrivere in un'altra lingua.
È dal buio, dalla nebulosa che nasce la vita “la rosa del prodigio”, così come il segreto della maternità è nell'utero oscuro, nella “maderas maternas”, la madre originaria; ma per questa nascita dalla “madera” si vive in una solitudine strana , costruita su immagini gioiose: “tenia mi riconcito / de algas y terciopelo” (Avevo il mio guscio fatto di alghe e velluto).
Poi la nascita “llega a su mar la sangre” (Arriva al suo mare il sangue) una sorta di innamoramento, la freccia che inevitabilmente colpisce la preda.
Qualcuno ha detto che la musica vera è il silenzio tra le note: parafrasando oserei dire che per la scrittrice è lo spazio, senza punteggiatura, a dare significato ad un sogno aperto all'infinito, la finta “muerte”, qualcosa che s'impara ogni sera nel distacco dagli affetti, quando neppure il “miele del figlio” sa interrompere il sonno.
Questa sete d'infinito a volte genera tempeste, assillata dall' abisso che l'attira verso di sè “Y me traga el abismo”.
 

Ci si pongono quesiti. Perché incolparsi? Perché la sofferenza? Perché si va alla ricerca di luoghi dove il tormento sarà più grande? Perché “dia a dia” ci si avvicina alla morte nella consapevolezza di sentirsi vivi nonostante l'ingiustizia e il male del mondo? Perché spesso il nostro destino è deciso dalla volontà di altri ed i sentimenti più veri, più puri, più intimi svaniscono? Resta, concreta, la “carizia inesperada nacida del alma”, l'apertura del fiore. Ed è grazie alla fantasia, che apre a canti inauditi, intraducibili “vibrante delicia” che la danza immobile continua… e si ritorna alla vita.
 

Anche il dolore viene sublimato nell'amore per cui non ci sono rimpianti, bensì ringraziamenti: occorre avere l'umiltà di ammettere che non si è la verità, ma una parte di essa; la speranza si crea ogni giorno con ciò che il tempo offre, “las fibras del arco iris” (le fibre dell'arcobaleno). La speranza esiste, è nei sogni “aperti” fatti ad occhi chiusi. Anima il silenzio la carne dell'altro che diventa mistica; da una parte l'umano, dall'altra il divino. Così la dicotomia tra corpo e anima, tra buio e luce è risolta in misticismo e vita: appunto danza immobile.

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