nello spazio di mezzo fra mondo e giocattolo
a cura di
Daniele Maria Pegorari
prefazione di
Sebastiano T. Aglieco
disegno in copertina di
Elisa Anfuso
-----------------------------------------------------
a fine giugno in libreria
ma già disponibile presso l'editore
--------------------------------------------------
Nella poesia di Riccardo Raimondo la
rivendicazione di uno spazio, per dir così, infantile è il
fondamento di una rinnovata fiducia nella scrittura, senza riserve
mentali e senza estetiche troppo cerebralmente predeterminate: questa
scelta d'immediatezza è ciò che guida il poeta in una metrica non
regolare, diseguale nella misura, ma composta secondo il consueto
respiro sintattico (cioè con le pause ritmiche che corrispondono
sempre a quelle logiche), senza alcuna obbedienza allo statuto
tradizionale della poesia.
(Daniele Maria Pegorari, curatore,
dalla quarta di copertina)
C'è una dimensione dolce e di
malinconia, e di propositi alti in queste poesie che vogliono
scaraventare dal balcone i vecchi giocattoli, che abbandonano l'amico
del cuore e si lasciano abbandonare, che ragionano e sragionano
dentro e intorno alle parole. Fanno i conti, insomma, con l'uscita
dall'infanzia e con la responsabilità della lingua. Ma anche col
proponimento di una lingua nuova, un po' fuori dalle righe del mondo
eppure dentro al mondo.
(Sebastiano Tommaso Aglieco, dalla
prefazione)
Riccardo Raimondo oscilla tra prosa
poetica e verso. Pratica la prima con ritmi incalzanti, cercando di
assecondare l'ansia del sentimento.
(Maurizio Cucchi, La Stampa 19/03/2010)
Nessun commento:
Posta un commento