giovedì 10 maggio 2012

ENZO DALL’ARA: UN POETA ALLE GIUBBE ROSSE



Segnalazione a cura di Davide Argnani, Forlì

Giovedì 24 maggio 2012, ore 17,00, al Caffè Storico Letterario “Giubbe Rosse “ – Firenze, Piazza della Repubblica, 13-14r, con il Patrocinio del Comune di Firenze, Presentazione del libro “VELE DI SABBIA” (Edizione: Istituto Culturale del Mezzogiorno – Napoli, 2011) del poeta: ENZO DALL’ARA: Presenta il critico Massimo Mori.

Il libro di poesie di Enzo Dall’Ara “Vele di sabbia”, edito dall’Istituto Culturale del Mezzogiorno di Napoli e presentato in anteprima il 19 dicembre 2011 nella Sala delle Colonne di Bagnacavallo (RA), con il patrocinio dal Comune, verrà proposto nel 2012 in diverse città italiane. Il prossimo appuntamento è fissato per giovedì 24 maggio p.v. alle ore 17,00 nelle sale dello storico caffè letterario “Giubbe Rosse” di Firenze. Nell’occasione il libro verrà presentato dal Dott. Massimo Mori e sarà esposto, contemporaneamente, il corpus di disegni che illustrano il volume.


La silloge, composta di trentasei componimenti, fu concordata dall’autore col Professor Carlo Bo, Rettore dell’Università di Urbino, il quale l’approvò e ne sollecitò la pubblicazione, ma l’inattesa scomparsa dell’insigne letterato fece desistere dal progetto. Così, da allora sono passati gli anni, e il proposito della pubblicazione, dapprima accantonato, si è fatto prepotente negli ultimi tempi. Si è quindi pensato di pubblicare la raccolta poetica in occasione del centenario della nascita di Carlo Bo e del decimo anniversario della sua scomparsa, avvenuta nel 2001. Il libro è corredato di opere disegnative di Lorenza Altamore, che ha interpretato con sensibilità i vari scritti, e si avvale, inoltre, di un’efficace presentazione del Dottor Antonio Filippetti, Presidente dell’Istituto Culturale del Mezzogiorno, che, nel testo scritto introduttivo, così si esprime:

«…. “Vele di sabbia” è una raccolta organica che si presenta nella sua corposità senza cedimenti occasionali, ma mantiene intatto ed anzi accresce ad ogni lettura il suo respiro arioso e profondo. Già il titolo rivela in qualche misura l’intendimento di Dall’Ara: siamo di fronte ad un desiderio esistenziale di libertà, ad un’aspirazione senza tempo: “tingo la mia zattera/all’approdo,/onde salpi/l’indomito veliero/della vita”(“Emulo di Ulisse”). È l’eterna ansia che dall’eroe greco in poi continua a scorrere nelle vene dell’uomo, l’indomito desiderio appunto di navigare nel mare della conoscenza e dell’esperienza. E tuttavia occorre pur sempre fare i conti con l’insufficienza delle scelte o l’inadeguatezza del proprio destino, quel senso diremmo di insoddisfazione che è secondo Eugenio Montale l’origine stessa della poesia: “Non mi basta vivere/nell’istante più furioso della notte;/vorrei percorrere il sentiero del mistero,/superare la curva dell’ignoto/e nell’etere divenire essenza/fra canti di alberi al vento.” (“Stato onirico”). E la stessa condizione umana si dipana in una forma di dolore cosmico: “Non so perché la sofferenza sia/tanto presente, protagonista quasi/del senso di vivere; non so perché/diventi un’amica necessaria/allo scorrere del tempo imponderabile.” (“Amica necessaria”). Forse perché ci manca anche al momento opportuno il coraggio di un gesto: “Potessi per un attimo guardarti,/cedere insieme all’arco di un abbraccio” (“A mio padre”). O più verosimilmente le vele agognate di vita e libertà si possono rivelare solo in un prodigio: “Ma io so/che Tu mi parlerai/e mi dirai di vele immense/e di deserti vinti/e allora solcherò/infinite primavere.” (“Di mare accendo la vita….”).

Nota breve di Davide Argnani: poesie che Enzo Dall’Ara ha pensato e sigillato con la propria scrittura negli anni che andavano a chiudere un secolo turbolento e ricco di molteplici e contrastanti segni e sentimenti. Da Pascoli a Zanzotto, dal fumo dei cannoni di guerre maledette e aspre passioni agli esperimenti di altre fragili convivenze e a diversificate strutture della parola, la poesia di Enzo Dall’Ara si fa elemento vivo arroccato alla presenza sanguigna dell’essere per un autentico atto di fede e di luce verso un mondo ritrovato, inseguendo il riflesso di una nuova convivenza ma sempre senza illusioni. Ecco alcuni versi:


ALLA PIEVE SALMASTRA

Pioppi d’aria
curvano in onde di vertici
l’alterigia di scirocco.

Fiocchi di fronde
parlano ad aperte soglie
di immemori inconsci.

Come
ogni albero d’uomo
si china
alla pieve salmastra
e chiede tregua
a notturni fantasmi,
così
ogni foglia di mente
si posa
su rughe di bifore
e varca i terreni
confini dell’essere.

Ma tu,
mia ostinata esistenza,
sfiori solo porte chiuse
e disperi la via
nella nebbia,

tu,
che non sai attendere
l’alba.



TACITE VOCI

Tacite voci d’attesa
scalpitano nella vigna ibernata
come cavalli al tempo dei nostri padri
quando la neve
era luce della notte antica
e manto su cui posare ardite membra.

Qui
ove lessi la mano dei tuoi sospiri
e ove inginocchiammo erbe ai nostri corpi
torno a coltivare aspre memorie
e ad invocare l’ora tramontata
mentre una musa trascina un lento canto.

Non una nota vibra entro l’aria,
non un respiro conduce la vagante foglia,
nell’immoto pesa ferma una figura
e la mente si dibatte
dentro l’urna.



Enzo Dall’Ara, ravennate di origine, vive a Forlì, dove ha svolto attività di insegnamento per oltre vent’anni, coltivando nel contempo lo studio delle arti figurative. Laureatosi in materie scientifiche all’Università degli Studi di Bologna, in discipline umanistiche all’Università “La Sapienza” di Roma e in Storia dell’Arte all’Università degli Studi di Urbino, ha frequentato corsi di specializzazione e di perfezionamento post laurea in materie scientifiche ed umanistiche, nonché l’Accademia d’Arte Drammatica di Bologna. Tale formazione gli ha consentito di vincere l’annoso iato esistente fra scienza, letteratura e arte e di approdare ad una concezione unitaria dello scibile umano. Alla preminente attività di critico e storico dell’arte associa sovente quella di pubblicista su riviste specializzate. è stato corrispondente per l’Emilia-Romagna del periodico di cultura, informazione e creatività artistica “Arte & Carte”, in cui sono apparsi saggi monografici sui massimi esponenti dell’arte mondiale contemporanea, come Ennio Calabria, Riccardo Tommasi Ferroni, Aligi Sassu, Carlo Levi, Luciano Minguzzi, Renato Guttuso, George Grosz, Jackson Pollock, Francis Bacon, Pablo Picasso, ecc. Attualmente collabora con il mensile “Arte & Carte on line”, rivista sulla quale pubblica articoli e recensioni. Suoi scritti d’arte sono apparsi, inoltre, su “Terzo Occhio”, “Archivio”, “Arte Mondadori”, “Flash Art”, “Ars”, “La Ballata”, “Juliet”.
Numerosi e importanti sono gli eventi artistici e culturali curati per istituzioni pubbliche e private. Nel 2009 è stato curatore del Padiglione della Repubblica Araba Siriana nella 53ª edizione della Biennale di Venezia e nel 2010 ha curato l’evento “Paolini fuori porta” in seno ad Arte Fiera Bologna OFF. Particolarmente sensibile all’espressione poetica, si è avvicinato già dagli anni Ottanta alla poesia, considerandola parte essenziale della vita. La sua poetica, imperniata su una corrente di pensiero che definisce “Titanismo dell’immaginario cosmico”, è stata divulgata su antologie e raccolte letterarie. Per la poesia, la narrativa e l’insieme delle sue opere ha ricevuto qualificati riconoscimenti. Dei numerosi premi ottenuti si ricordano quelli assegnatigli ai concorsi “G. Gronchi”, “Il Portone”, “M. Cumani Quasimodo”, “Europa”, “Città di Rosignano”, “La Rocca - Città di San Miniato”, “Il Centenario”, “Città di Venaria Reale”, “Portovenere”, “San Marco - Città di Venezia”, “Cinque Terre”, “Città della Spezia”, “Dialogo”, “Città di Lerici”, “Valle Senio”, “Club Letterario Italiano”, “Parole”, “Arti Letterarie”. A questi si aggiungono numerose altre attestazioni, encomi e menzioni, fra cui si annovera la segnalazione nella Sezione Inediti Italiani ricevuta alla XIII edizione del “Premio Internazionale Eugenio Montale”.

Per contatti con Enzo Dall’Ara:  email: enzo.dallara@virgilio.it

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