martedì 6 marzo 2012

Scrittura e Desiderio

intervento di Caterina Camporesi alla kermesse

Testi crossover
persone che scavalcano gli eventi


dalle ore 9.00 alle ore 18.30
presso il teatrino Sala S. Francesco
dei Frati Minori Conventuali
Piazza S. Francesco, 14
Faenza ~ 3 marzo 2012
letture, testimonianze, dibattito

In me il vivere è sempre pensare,
un pensare che muta e un vivere che muta.
(Wystan Hugh Auden)

Per Melania Klein la psicoanalisi è un’arte che è in grado di occuparsi della capacità di pensare e nessuno può negare che la poesia è anche pensiero.
Se rivolgo l’attenzione al mio itinerario poetico, devo riconoscere che esso inizia e coincide nel momento stesso in cui sono stata in grado di farmi carico dell'assunzione e della gestione del mio desiderio.
La prima raccolta ha come titolo Poesie di una psicologa e si apre con il testo La nascita il cui contenuto è il seguente: Ora che il tuo non riconoscermi / non mi prosciuga e pietrifica più; / Ora che il tuo sentire appartiene a te e il tuo desiderio devasta te; // Ora: posso lasciare intravedere l’infinito / del mio sentire e l’incalzare del mio / DESIDERIO
A partire dalla scrittura di questo primo testo, si instaura fra vita e poesia un continuo andare e venire che incoraggia e sostiene la ricerca sia della propria verità che di quella del mondo nel suo complesso.
In quanto donna, mi trovo pienamente d’accordo e mi riconosco nell'intuizione di un giovanissimo critico, Matteo Mario Vecchio che, immergendosi nelle opere di alcune poetesse, quali Daria Menicanti e Antonia Pozzi, per fare solo due nomi, scopre nelle donne una radicalità più determinante rispetto agli uomini. Per quanto compete il campo filosofico basta un nome per tutte: Simone Weil.
La radicalità permette loro di accedere a verità e a eventi soggettivi fecondi di possibilità evolutive nel contribuire alla creazione del proprio destino.
La nascita fisiologica appartiene al Mondo della natura, e si esplica e si esaurisce nell’instaurare relazioni che appartengono alla sfera del bisogno. Ma, oltre al bisogno, l’essere umano anela al desiderio.
Il desiderio si può affacciare se, oltre alla separazione fisica dalla propria madre, segue anche quella psicologica, ossia se si interiorizza la propria morte simbolica in quanto figli, uscendo così dalla situazione dell’infanzia.
È questa la condizione, sine qua non, per avere accesso alla relazione Simbolica che schiude la porta del Mondo della Natura a quello della Cultura.
Il mondo della Cultura è governato dalla Legge e dal Linguaggio attraverso regole e non si esaurisce nella lingua che si parla tutti i giorni per comunicare e progettare.
Ancora prima di venire al mondo noi esistiamo nella mente e nella fantasia dell’Altro: nel nostro caso si tratta della madre, del padre e dell’ambiente famigliare in genere. Sono loro che parlano di noi e al posto di noi.
Infatti un universo di significanti preesiste alla nostra entrata nel mondo. Essi sono lì ad aspettarci e ad accoglierci.
Non tutti i significanti, tuttavia, sono in sintonia con noi, alcuni sono adeguati, altri, in quanto inevitabili, sono tollerati, e con altri può capitare di entrare in conflitto.
Il primo fra i significanti che incontriamo è il nome, scelto generalmente dai genitori.
Ancora prima di nascere, allora, noi esseri umani siamo già segnati dal desiderio e dalla parola degli altri e non ci rimane che avviare e costruire l'evento del nostro esserci a partire dal discorso già dell'Altro.
Tuttavia, grazie all'entrata nella sfera simbolica, noi possiamo metterci sulle tracce del nostro desiderio facendo in modo che esso si costituisca e confluisca nel linguaggio. Per venire alla luce e vivere il desiderio ha bisogno di una rinuncia, che consiste nel separarsi dall'oggetto primario, dalla madre.
Separazione fisica tuttavia non significa automaticamente separazione psicologica, la sola in grado di avviare il processo che interiorizza la propria morte simbolica in quanto figli e l'accettazione di essere una unità separata dal corpo e dalla mente materna.
Solo accettando di essere divisi, di pensare come ricordo inconscio la perdita del primo oggetto d’amore, la madre, si può accedere al Simbolico.
Il divieto paterno favorendo lo scioglimento del legame con la madre, mobilita il desiderio a cercare altro.
È la perdita a istituire la dimensione del desiderio inconscio.
L’entrata nel Simbolico aiuta a prendere confidenza con la propria essenza che agisce, comunque, in noi anche a nostra insaputa.
Ciò che l'Inconscio contiene in quanto verità di significanti linguistici e sociali ha un carattere impersonale, anonimo sino a quando esso non si incarna e si colora in una soggettività precisa.
L’io contenuto nell'inconscio si manifesta attraverso sogni, lapsus, ma anche sintomi. Nell’attività creativa esso parla attraverso le formazioni retoriche come la condensazione, lo spostamento, la metafora, la metonimia cioè con gli elementi pertinenti alla sfera del linguaggio.
Lo stile allora ha come meta il desiderio il quale, però, non riesce a raggiungerlo appieno:raggiungerlo significherebbe la sua morte.
Nell'assumersi la responsabilita di essere soggetti desideranti si entra nel divenire della vita e della poesia in un processo che non finisce mai, in quanto come sostiene Roland Barthes in Frammenti di un discorso amoroso: linguaggio e desiderio rinviano l'uno all'altro, scambiandosi continuamente: il desiderio si differisce e si perpetua nel linguaggio, e il linguaggio è mosso dal desiderio.
In questo processo, che non finisce mai ed alimenta la ricerca di qualcosa che  mai si lascia catturare totalmente una volta per tutte, ogni verso deve diventare la trappola per catturare di volta in volta una porzione di verità.
Nel concludere questo abbozzo di discorso propongo l'ultimo testo poetico che chiude l'ultima raccolta, Dove il vero si coagula.

apre la porta all'azione
inonda il versodove di scintille
la giusta soluzione

aiuta l'essere ad esserci


Biografia
Caterina Camporesi è nata un po’ di anni fa in un delizioso paesino ai confini tra la Romagna e le Marche. Ha lavorato come psicologa con la pretesa di alleviare gli affanni che alloggiavano nella psiche dei suoi simili. Nel mezzo del cammino della vita ha incontrato la scrittura poetica che, affiancandola a quella saggistica, ha contribuito a nutrire la sua mente. Duende, Solchi e nodi, e Dove il vero si coagula, sono le ultime pubblicazioni. I suoi saggi, che amalgamano esperienze psicoanalitiche, letterarie, sociologiche e altro ancora, si possono leggere sia in riviste cartacee, che in quelle on-line. Ha tradotto dallo spagnolo due poeti boliviani.

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