Mariella Bettarini
Chi dice che non possono convivere la forza e la dolcezza? Leggendo lo splendido inedito di Mariella Bettarini, qui sotto riportato, si è convinti dell’autentica possibilità di una simile, certamente misteriosa, congiunzione di elementi. Concepimento è un inno dedicato a quella segreta e incancellabile circolarità che s’instaura tra una madre e una figlia. In tale meravigliosa interdipendenza, i sentimenti e le azioni si saldano e si con-fondono con la magica ineffabilità di un processo alchemico: gli eventi e le parole si rincorrono e si sovrappongono, grazie agli interni legami testimoniati dalle preziose assonanze e omofonìe contenute, ad esempio, in alcuni versi (colori/dolori; pianti/canti ; fermavo/formavi). La vita, allora, esplode e si rinnova continuamente nel gioco di una inesauribile ciclicità, in cui la madre diventa la sua stessa creatura (ed è perciò che a un certo punto è definita una «neonata»). Infatti, chi trasmette la luce dell’esistenza ne riceve altrettanta da chi accoglie quel dono; e la figlia assume il volto di sua madre: e quest’ultima, Eldina, si profila come l’origine – e il punto di partenza; e il punto di arrivo - di un concepimento che nutre il suo dolce frutto e che poi nutre se stesso, danzando in un cerchio auto-rigenerante, amoroso e inarrestabile. La vita è sempre, dunque, «principiante», e il destino dell’affetto non può che rendere infinibile il dialogo tra chi fa nascere e chi è nato, nel segno di un perenne e illimitato «inizio». In tale nodo simbiotico, i contrari dialogano con affettuosa coincidenza di intenti, e allora il «ventre» e il «cuore» sono, insieme, «sapienti» e «ignari»: cioè distanti e separati, ma pur sempre annodati l’uno all’altro. L’amore filiale supera, e distrugge, la dialettica degli opposti: e la «minuscola biografia» della figlia si estende a un immenso, potente abbraccio che tutto contiene e fa arricchire. Chi ama, dunque, risponde con la medesima forza che ha ricevuto; e il tono basso, sussurrante, melodioso di questa poesia restituisce alla Genitrice, forse, il miele delle tante ninne-nanne ascoltate in un tempo lontano. Così una Figlia riconsegna alla Madre i suoi stessi doni, agendo, e parlando, in virtù di una grazia superiore che in un eterno istante unisce, e stringe insieme, la forza e la dolcezza.
Concepimento
(inedito)
in memoria di mia madre, Elda Zupo
acqua - un po’ di vino - una minestra: era
il secondo anno dei Quaranta quando Elda mi seppe già
forse ‘na sera ‘e maggio - mangiando una minestra
che giù non le andava - ed era guerra - la seconda già
che sentivi - vedevi (ed io la prima - nel tuo ventre) e chi sa
che provava la dolcissima tua pancia di neonata madre
mentre un boccone ti scendeva giù ed io - la chioccioletta -
risalivo invece entro il tuo sangue e lo fermavo – mi formavi
e c’erano parole belle e colori - dolori - e pianti e canti - quello
che di noi due mai saprò e il non-glorioso ed amoroso incipit
saliva discendeva con te - con te le scale forse di una pensione
o di una camera in affitto – di una dimora di ragazza-madre
entro quel di Fiorenza - ragazza che poi fu fatta sposa - fu sposa
finalmente- gaudio alfine di una solidità d’amore per te (per me?)
mentre il tuo ventre - il cuore - Eldina mia - s’arrotondavano
sapienti - ignari - inopinati - trascoloranti come fosser prodigi
intanto che la mia minuscola biografia a fiaccola
ti espandeva - espandeva me con te nei deserti -
nei pieni di una non-detta - di una indicibile vita principiante
Mariella Bettarini (Firenze, 1942) è una delle voci protagoniste della poesia italiana contemporanea. Nel 1973 ha fondato il quadrimestrale di poesia «Salvo imprevisti», che dal 1993 è diventato un semestrale, col nuovo titolo «L’area di Broca». Ha collaborato ai principali periodici e quotidiani del secondo Novecento. Dal 1984 cura, con Gabriella Maleti, le Edizioni Gazebo. Opere di poesia: Il pudore e l'effondersi, 1966; Il leccio, 1968; La rivoluzione copernicana, 1970; Terra di tutti e altre poesie, 1972; Dal vero, 1974; In bocca alla balena, 1977; Diario fiorentino, 1979; Trittico per Pasolini, 1979; Ossessi oggetti/spiritate materie, 1981; Il viaggio/il corpo, 1982; La nostra gioventù, 1982; Poesie vegetali, con fotografie di G. Maleti, 1982; Vegetali figure, 1983; Il gregge, in AA. VV., Etrusca-mente, 1984; Trentadue in viaggio - romaniche, in Il viaggio (in collaborazione con G. Maleti), 1985; Tre lustri ed oltre (antologia poetica 1963-1981), 1986; Delle nuvole (con fotografie di G. Maleti), 1991; Diciotto acrostici, 1992; Familiari parvenze (enigmi?), 1993; Asimmetria, 1994; La disertata, in AA.VV., Il fotografo, 1994; Il silenzio scritto (con opere pittoriche di Kiki Franceschi), 1995; Zia Vera - infanzia, 1996; Case – luoghi – la parola, 1998; Per mano d’un Guillotin qualunque, , 1998 L’amoroso dissenso (con una tavola di Albino Palma), 1998; Haiku di maggio, 1999; Nursia (in collaborazione con G. Maleti), 2000; La scelta - la sorte, 2001; Trialogo (con poesie di G. Maleti e di G. S. Savino), 2006; Balestrucci, 2006; A parole - In immagini (antologia poetica 1963 - 2007), 2008. Opere di narrativa: Storie d'Ortensia, 1978; Psycographia, 1982; Amorosa persona, 1989 ; Lettera agli alberi, 1997; Caro Mistero, in AA.VV., Lettera a un fagiano mai nato, 1999 L’albero che faceva l’uva, 2000 La testa invasa, 2003; Il libro degli avverbi (piccole storie per bambini), 2005. Saggi: I poeti sono uomini, in Materiale per gli anni Ottanta, 1 vol., 1975; Pasolini tra la cultura e le culture, in AA.VV., Dedicato a Pasolini, 1976; Pasolini, le culture e noi, in AA.VV., Perché Pasolini, 1978; Donne e poesia, in AA.VV., Poesia femminista italiana, 1978 ; Felice di essere (scritti sulla condizione della donna e la sessualità), 1978; Chi è il poeta? (in collaborazione con Silvia Batisti), 1980. Ha tradotto, inoltre, nel 1970, Lettera a un religioso di Simone Weil.
2 commenti:
Poesia intensa per la madre, colta in un momento cruciale. Versi, quelli di Bettarini, che si incidono con la forza e la tenerezza che nel ricordo sanno raccontarci un destino. Grazie a entrambi, Mariella e Mario. nadia agustoni
La forza poetica della cara amica Mariella non lascia scampo a tentennamenti, vive in lei la genuina freschezza della poesia; dai fatti quotidiani, tremendi, come può essere la morte di una persona cara, come dai fatti più felici della nostra vita, Mariella estrae, attraverso la sua parola sempre nitida, poesia, come energia che rinnova la vita stessa, una luce potente che mostra bellezza. Grazie a Mario per questo bel ritratto. Un caro saluto.
Roberto Maggiani
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