It's friday! è una rubrica a cura di Annalisa Ciampalini
Oggi mi parla il dorso lapideo di questo cielo.
Cieco il discorso principio del mondo.
Sophia, enigma irrisolto sulla pagina.
Quanto vince il segreto linguaggio
di un demente
agonizzante per l’astuto?
Percorrendo la linea tortuosa comprendo che
sei tutto
come l’indigente promessa. Risuona
d’intonazione ciclica il tuo nome,
radice di ogni mio sogno,
Ostaggio d’intelletto.
**
Cosa dura davvero intoccato?
Tu, gemmata di pietà
sei prediletta nella vergogna.
Un insulto. Ti risuona nella notte
l’inclemente potenza, ingloriosa
l’unghia incupita tra la veste
increspata del mare: il tuo specchio.
Ciò che vedo distesa
è l’immagine che fallisce
nel suo intento benevolo.
Nell’ora in cui lo stuolo incresce,
cerco l’assoluto varco
di un ordine inesistente.
**
Non lontano da te
brucia febbrile il pensiero.
Senza forza crea un tarlo nella notte
e per poco manca il vuoto.
Come secoli di secondi perduti
chiedo asilo e la pena distingue
solo inutili foglie.
Gole serrate le nostre.
Ti cerco nel crogiolo del labbro;
sei appeso al t’amo che solo le menti
d’incenso sanno dire con gli occhi. Sulla pelle
livida d’offese la tua mano si tinge
del genio di mille piante nutrici.
Adesso so che se da te mi stacco
posso amputare il mondo cingendolo da dentro.
**
Chi ci separerà dall’amore
ora che l’ombra appaga quelle bianche dita,
turgide nel silenzio interrotto?
Meglio avere un raggio dentro,
meglio soccombere alla consolazione.
Correre senza movimento, senza
la dispotica armata che spia sulle colpe.
Flettersi all’amore solo
per incarnare il volo di schiere benedette.
Se ti guardo io mi scruto,
evasa la luce, ti rifletto.
**
Questo è il sillabario del niente.
Non si muore.
Non si vive. I fiumi in piena.
Mi venderai pietà per oro
e una fede tradita
chiama ancora il deserto manna.
Espiatemi le vene allora,
suggetemi la santità.
La dannazione che mi rendi
è mezzo di niente,
è il pieno che svuoti ad ogni inchiesta.
Cristallina l’eugenesi d’elezione:
caccia al nemico,
rintocco d’agonia.
Sarah Talita Silvestri (Palermo, 1982) vive a Bra, in provincia di Cuneo. È laureata in Archeologia e Storia antica presso l’Università degli Studi di Torino. Si occupa di numismatica antica, i suoi studi trovano collocazione in un volume del Notiziario del Portale Numismatico dello Stato e nella recente pubblicazione di un catalogo su un medagliere civico. Docente presso la Scuola Secondaria, collabora con associazioni culturali museali e con la redazione di Atelier online. Scrittrice e traduttrice, suoi inediti sono stati pubblicati su alcuni blog, e ha tradotto in esclusiva per la rivista Atelier alcuni inediti di Delmira Agustini e poesie di Saffo, Orazio, John Donne, Dylan Thomas, Vladimir Nabokov, Blas de Otero, Octavio Paz, Vicente Aleixandre, Juana de Ibarborou e Nancy Cunard, Emily Dickinson.
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