a Karol Wojtyła
Le braccia stanche
il corpo dolente.
Arde il cero pasquale
nell’anima sempre più chiara,
il volto trasfigurato
le mani benedicenti.
E ancora muori sul Calvario
nell’amen crocefisso tra le labbra.
Tutto si consuma nel deserto della notte.
Un vuoto paradossale invade l’uomo,
suona la campana sopra l’altare.
Si svuota il corpo del mondo
brancola nella vertigine:
un’altra volta il Pastore ci ha lasciato.
Il vento soffia sul Vangelo
girano veloci le pagine,
un cuore immacolato oltrepassa le fede.
Un’onda palpitante di uomini
vola tra le lacrime
insieme alla colomba di Dio.
8 aprile 2004, giorno delle esequie di Papa Giovanni Paolo II
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