uscita in «Il Convivio anno» XI, 43, Ottobre-Dicembre 2010
Anna Maria Tamburini, Colibrì, Prefazione di Gianfranco Lauretano. Postfazione di Loretta Iannascoli, Rimini, Faraeditore, 2010
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Direi per una atmosfera di rarefazione e di concretezza, due termini solo in apparenza antitetici essendo che entrambi si negano, e si rafforzano, proprio all’espandersi del verso. Che, generalmente, in questa autrice conosciuta come saggista e studiosa di teologia, è centellinato nella sezione “sull’equoreo seno”, ma distillato in tutte le altre tre sezioni, filtrato dalle impurità. Intendo dire che Anna Maria Tamburini mira, e ci riesce, a dare la sensazione pura di un pensiero puro, non di rado conclusi in sinestesia: «e tu rubami / l’attimo - se riesci - / il colibrì / fuoruscito da strati / del vissuto, / il cuore che palpita all’attesa, / all’incrocio degli incontri, / all’erta» (ecphrasis).
Pensiero puro, nel senso di privo di scorie, di aporie, il quale si distende ad incontrare verità e nuclei di possibili punti di partenza e di arrivo della stagione umana e terrena, che tale non resti per andare oltre l’evidenza, oltre una verità decantata verso una verità più ferma.
Dio, certamente. Può essere l’amore, l’incontro e la resa, l’attesa e il dono. Probabilmente la natura, contenitore e prima culla. E, a lato, una vicinanza creaturale a scaldare come un seno, ad accogliere come un ventre, a salvare come acqua. (Una parola, peraltro, che torna anche sotto altre forme e stati: solida di gelo che impedisce il dire e il dare; aeriforme, come desiderio di altezze, di volo).
Pensiero puro pieno di serenità, meglio di aponìa se il termine non si legasse in linea diretta alla dottrina epicurea.
Introiettata per lunga conoscenza, è serenità di ritrovata innocenza. L’autrice ne mostra i risvolti, le possibilità. Per toccarne alcune si affida all’anima (“ama e altro chiede // è più su e si eleva”), la cerca e la restituisce, appunto, distillata. In una poesia tutta personale che risale al (e discende dal) magistero di alcuni poeti cristiani del Novecento, tra i quali padre Agostino Venanzio Reali: l’incontro dello studio universitario di Anna Maria Tamburini, che è valso a rendere più larga la sua strada di riflessione, anche poetica.
v. anche le recensioni di Sonia Gardini
Marco Scalabrino
Franco Casadei
Maria Di Lorenzo
e altri qui
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