di Vincenzo D'Alessio (articoli precedenti qui, qui e qui)
Mi congedo da questa Antologia, poetico profetica, col ringraziare tutti gli autori che si sono confrontati e hanno dato a quest’opera le ali per volare nel pensiero dei lettori. A Giorgio Mazzanti, Antonio Spadaro, Ardea Montebelli, Caterina Camporesi, Caterina Trombetti, Giovanni Nassi, Rosa Elisa Giangoia, Alessandro Assiri, David Aguzzi, Matteo Fantuzzi e Nino di Paolo.
Tutti hanno concorso al buon esito della domanda: Poeti Profeti?
Emblematica resta l’introduzione del curatore, padre Bernardo, che riporta il tragico episodio dell’attentato all’Antica Accademia dei Georgofili, nel 1993, oggi ritornato alla ribalta per gli intrecci tra Mafia e Stato. Il profeta Pasolini l’aveva annunciata l’era delle bombe nelle nostre città, ma pochi gli avevano prestato attenzione. Anzi la politica di turno l’aveva diffamato, boicottato, forse ucciso, pur di non lasciargli credito presso l’opinione pubblica. Oggi il Poeta/Profeta Pasolini è un pietra miliare per tutti i profeti contemporanei e futuri. I politici di allora, come quelli odierni, resteranno il male peggiore, perché privi di Poesia per la Vita.
Bella l’esperienza didattica della poesia “nel carcere” di Caterina Trombetti. Come le sue poesie dedicate alla città di Firenze: luogo fortunato, terra amata e cantata da una schiera infinita di Poeti, prima e dopo Dante Alighieri. Un luogo dove si sono forgiate le lingue della Libertà: le giubbe rosse. Mario Luzi, citato tantissimo in quest’opera, ha parole di pace. Ma avverte che è difficile “scavare nel macigno nero del loro cuore” (riferendosi agli attentatori di quel maggio 1993).
L’uomo non conosce la Pace. Conosce bene la Guerra e quanta economia consegue a questa scelta. C’è perfino chi l’ha cantata come “unica igiene del mondo”. Mi accontento di ascoltare e tenere sul cuore questo bellissimo coro a più voci.
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