lunedì 8 settembre 2008

Vincenzo Celli in VDBD

La poesia è un vizio - di Vincenzo Celli

viadellebelledonne.wordpress.com



Tante parole sono state dette sulla poesia.
“La poesia dovrebbe parlare solo d’amore” affermò qualcuno una sera, in un convegno con partecipanti noti e molto bravi, causando sorpresa e reazioni decise nei presenti.
Ma la poesia non dovrebbe occuparsi di ogni cosa che susciti in noi sentimenti ed emozioni? Quindi anche dell’amore, certamente, ma non solo.
Non possiamo pensare di isolarla e segregarla in un angolo del nostro sentire. La poesia è libera di andare e infiltrarsi ovunque.
D’altra parte l’amore è riscontrabile e rintracciabile in ogni nostro momento e in ogni sguardo che riesca a cogliere i colori della vita.
Tra le tante voci note, quella sera ne ascoltammo una sconosciuta ai più, me compresa. Una voce che, seppure semplice e senza farsi troppo evidente, ci seppe coinvolgere già dalle prime parole. È davvero poeta chi sa coniugare se stesso ai colori che lo circondano e li sa tradurre in parole, liberando così i propri pensieri. L’urgenza di scrivere e di trasferire questi pensieri in parole è un impulso che Vincenzo Celli conosce bene:

la poesia è un vizio

cade ancora un giorno
dal ramo d’aprile

un filo di nebbia
cuce un’asola al sole

la mia maschera è là
raspa contro la porta

è un cane impaziente
questo vizio di scrivere

La poesia nasce spesso dal “nulla”, da ciò che per un altro è il nulla, e in questo gesto affiora e si nutre l’amore che nasce da visioni sotterranee e sottaciute, da immagini da ricomporre nella scrittura. Non si chiede il motivo, il poeta. Scrive perché gli è necessario e perché sa che la poesia non ha bisogno di movimenti astrusi ma nasce dalla semplicità dei gesti:

come nasce una poesia

senza bisogno di sedurre silenzi
né di comporre ossa

una poesia
nasce anche così

solo guardando il coraggio
di una casa a picco sul mare

E gesti semplici sono anche quelli dell’amore, stavolta davvero. Mani aperte in un gesto che non ha nome e non ha patria. La semplicità è la forma più vera della poesia. Sono gli occhi di chi guarda a dare un senso e un nome alle cose:

per sempre amerò di te

per sempre
amerò di te le mani
perché in tutti questi anni
mai una volta
le ho viste chiuse

Infine il poeta è un uomo e come noi ricompone se stesso e cerca il suo posto nel mondo. Perché il poeta è inscindibile dall’uomo che è, e non può che essere composto dello stesso tessuto e della stessa carta. Dopo essersi scisso nelle sue opere – e nei suoi testi -, l’uomo si riunisce nelle sue parti e recupera il posto che gli spetta, quello che sente suo tra le parole e i sentimenti, e diventa una figura nel disegno del mondo, perché è solo questo che noi siamo:

la bella statuina

pesto ogni carta
di cui sono fatto

prendo il mio posto
nel presepe della sera

* Vincenzo Celli nasce a Rimini il 2 luglio 1960, città in cui vive. Dopo avere conseguito il diploma di maturità tecnica e dopo una breve parentesi, come dipendente, entra nel mondo del commercio, attività che svolge ancora oggi.
Nell’ottobre 2005, scopre alcuni siti di scrittura su internet ed inizia, prima, a leggere le poesie degli altri autori, poi, a cimentarsi nello scrivere le proprie.
Sue opere sono presenti su FaraPoesia e sul blog dello scrittore.

Nessun commento: