venerdì 24 marzo 2023

IT'S FRIDAY! Alcune poesie di Emanuela Dalla Libera tratte da "Infinito andare"

 


It's friday è una rubrica di poesia a cura di Luca Pizzolitto



Ci vuole un luogo


Ci vuole un luogo a perdonar la vita

che incida di luce le ombre distorte

sul mondo e di erba nuova rivesta

i cigli sospesi nel sonno d’inverno,

un luogo fatto di semi e di zolle,

steli rinati all’esile tocco di un canto

e danze sottili di fronde, orme di gechi

su muri scrostati dagli anni, e voli

di falchi su cime di alberi al vento

contorti, invitti all’insonnia del tempo.

Ci vuole un luogo dove sui greppi

ascoltino i millenni in silenzio il silenzio

del tempo e lascino al vento le parole

da dire, dove vagare lontano restando

ai ceppi di un elce e nel presente che arde

attendere folli che l’ultima notte cancelli

se stessa, come il frutto che cade al cadere

del suo ultimo giorno nell’incavo vasto

in cui, franta, ogni cosa si arrende.


**


Giorno d’inverno


Il mondo è rimasto fuori a misurare

passi sospesi sull’orlo di un’aurora,

inquietudini tramate nel cielo grigio

di questo inverno che chiude gli occhi

a spasimi di vita. Tornerà il tempo

a reclamare sguardi sul divenire inesorabile

del mondo, a scuotere nell’anima i sensi

addormentati e riportare al cielo voci rinverdite.

Ma ora voglio restare avvolta nel silenzio,

nella sospensione ingannevole del domani

che ritorna, voglio guardare di là del vetro

la fronda che si muove al vento e la pioggia

bagna di un lento gocciolare, l’erba cieca

sul ciglio dell’attesa, e ristare, voglio,

nell’oblio della vita che è già stata,

immobile in questa assenza di moto

e di dolore, attendere impassibile il tempo

da guadare nel gorgo di stagioni orbe di colore,

come il tronco che all’acqua ruvido resiste,

come la terra che al vento indomita rimane.



**


Infinito andare


Di là dalla collina, in fondo all’orizzonte,

il mare sta immobile nella foga del tramonto.

A oriente, sopra le cime quiete dei cipressi,

sopra il sonno argenteo degli ulivi, lenta sale

la luna, e paziente in sé raccoglie il borbottio

delle fronde nel vento inerme a trattenere il tempo.

Domani ci accoglierà di fronte un nuovo giorno,

verrà dal magma muto che ancora non sappiamo,

risalirà portando sulle onde gli enigmi di un tempo

ancora spoglio, che poi, sfiorito, disperderà

nel grembo del silenzio l’odore del passato.

Si dissolvono, così, nell’infinito andare delle trame

dentro l’universo, le nostre diafane stagioni,

conflagra in nude spoglie il dolore della terra,

e migrano i pensieri come stormi all’orizzonte

a ricercare nel rosso del tramonto visioni perdute

dentro sogni, chimere a reggere l’ombra della sorte.


**


La luce dell’estate


Si scioglie, nella trasparenza fresca

di un aprile silenzioso, lo sferragliare

acuto di un treno in gara con il vento,

e nell’abbandono inerte al finestrino

vola il pensiero ai colli sul confine,

al verde fragile di rami tra le foglie,

agli aliti nel sottobosco di risvegli

e di prodigi. Si rivestono i canneti

lungo i fossi, respira un corso d’acqua

tra rive di alberi in preghiera, declina

senza pena la sera nel tramonto e sembra

avere quiete il mondo che divampa

all’eco di lontane primavere nel glicine

contorto che pende sopra un muro.

Ma improvviso frange la corsa

dentro il vento, il buio in un tunnel

delle notti sotto un colle addormentate,

e un’inquietudine tracima di cose sconosciute.

Ci sarà, al di là, la luce dell’estate?




Poesie da Infinito Andare (Il Convivio 2022), prefazione di Alfredo Rienzi





Emanuela Dalla Libera è nata a Vicenza, laureata a Padova in Lettere e Filosofia, ha insegnato Materie Letterarie negli istituti superiori. Trasferitasi da qualche tempo in Maremma Toscana si dedica alla poesia. Ha pubblicato due sillogi poetiche, “Lo sguardo altrove” e “ἡσυχία Sedimentare il tempo”, entrambe edite da Gilgamesh. Fa parte di associazioni culturali e collabora con riviste di critica letteraria. Ha partecipato a concorsi letterari nazionali e internazionali, ottenendo numerosi premi e riconoscimenti.

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