venerdì 24 marzo 2023

Recensione di Irène Duboeuf a "Il libro di Sabbia" di Marilyne Bertoncini (Bertoni Editore)

 



Con questo nuovo lavoro che riunisce tre raccolte edite in francese e qui pubblicate nella loro versione italiana, Marilyne Bertoncini – che scrive sia in italiano che in francese – ci offre l'immensità di un universo di sabbia, acqua e vento attraversato da profumi , colori dove tutto è movimento, fluidità e metamorfosi, come le dune di sabbia che illustrano la copertina. Il titolo riprende quello di un libro – e di un racconto – di Borges.

Sarà questo libro collegato a Il libro di sabbia dell'autore argentino? A priori, no. Tuttavia è chiaro che ci sono evidenti affinità: vi è presente la dimensione del mistero così come quella del fantastico. Con Marilyne Bertoncini, infatti, i paesaggi di un'infanzia fiamminga si trasformano e la sabbia dall'"intensa fragranza minerale" (è quella dei ricordi) diventa Sabbia, nome di battesimo di una creatura onirica e fantastica, forse leggendaria, più spesso indicata come Lei, donna-duna senza volto, anima errante dagli occhi di fiore, allo stesso tempo risplendente e pallida, cinta da una corona di spine, muta, soffocante, soffocata dal carattere stesso della sua stessa costituzione! Perché se la fluidità della sabbia suggerisce una somiglianza con l'oceano: "La duna mima l'oceano", non è l'oceano: la sabbia è una "schiuma secca": risucchia, soffoca , uccide!

La sabbia nella sua bocca la soffoca come un bavaglio

e inoltre :

L'orco di sabbia ocra divora la sua parola

 

L'autrice, "figlia delle sabbie", e figlia simbolica di Sabbia, "Sono figlia di Sabbia/ma le parole/sono mie" si proietta nei suoi ricordi e questa donna di sabbia che non sa parlare ma che vive dentro di lei e si esprime attraverso la sua poesia – Io grido/ Io SCRIVO – potrebbe essere l'anima segreta del suo passato, perché vedremo che i tempi si intrecciano e questa è un'altra affinità con Borges: la concezione del tempo (anche qui al centro della scrittura), un tempo senza inizio né fine – non dimentichiamo che la raccolta inizia con questo verso: “Non ho nessun ricordo dell'avvenire, disse Lei”). Un tempo non lineare ma labirintico che ignora ogni cronologia: i ricordi emergono in modo improbabile e disordinato, come frammenti di vita riflessi in specchi rotti riportati dalle maree e in cui tutto si mescola e si confonde. “Se lo spazio è infinito, noi siamo in qualsiasi punto dello spazio. Se il tempo è infinito, noi siamo in qualsiasi punto del tempo. »

 

Nel Libro di Sabbia di Marilyne Bertoncini, le terre desolate e gli orti del Nord sorgono dietro le ombre fruscianti, il mormorio delle fontane, si sovrappongono alla morbidezza ammaliante di fragranze quasi orientali, e al silenzio che divora le statue in rovina. un giardino popolato di anime morte sopra il quale il cielo si scioglie e brucia le stelle. Il paradiso confina con l'inferno.

Passo i confini assegnati alle cose/dalle parole” scrive. Non c'è più confine tra passato e presente, ombra e luce, realtà e immaginazione, vita e morte, "Nude nues denudate" si legge in  francese e italiano nella stessa linea a pagina 19.

Un'altra figura mitica della raccolta : Leila, un nome intimamente legato al fiore lilla. Le poesie dedicate all'una e all'altra si intrecciano creando l'effetto se non di un dialogo, almeno di un'eco, al centro di una lunga poesia intitolata La notte di Lilla Leila, col nome colore di notte, oggetto di un amore impossibile, assoluto ed eterno, del poeta beduino Majnûn, appare qui come la “sorella del cuore” dell'autore.

       Dolce Sorella

                 nella mia lingua

                     segreta

 

una confessione scandita da silenzi. Il  poeta non dirà altro, sta a noi leggere il dolore dell'assenza nel bianco della pagina, perché Il Libro di Sabbia  è, per definizione, un libro sfuggente. Un libro che può essere interpretato in diversi modi, su cui il lettore può proiettare le proprie immagini nel "labirinto delle notti".

Se, in Borges, segni e illustrazioni scompaiono misteriosamente da pagine appena lette, e quindi sono visibili una sola volta, qui è l'eterno movimento della sabbia che tutto trasforma, non trattiene le tracce solo in modo effimero ricordandoci che tutto accade una volta sola.

Così è per i ricordi che sono come impronte nella soffice sabbia immediatamente ricoperta dalle onde dell'oceano. La memoria stessa è destinata a scomparire...

la sabbia succhiava la mia caviglia

risucchiato la mia memoria

improvvisare ta del mio piede si riempie di un minuscolo frayanto di specchio

l'onda successiva lo ingoia

 

Questo libro dell'impermanenza ci parla di assenza, infinito e sogni, visioni fugaci che solo le parole possono catturare. Libro di memorie dove nessun evento viene svelato ma suggerito attraverso l’acume delle percezioni (colori, suoni, odori) rivelando emozioni intatte. Tra queste si segnala una predilezione per il viola, disponibile in tutte le sue sfumature (lilla, lavanda, vinaccia, malva, ecc.) e che probabilmente non deve nulla al caso. Se la città di Parma non viene mai citata, è molto presente nella simbologia dei colori. Un libro contro l'oblio? Senza dubbio.

L'autore scrive con accuratezza e delicatezza un'impermanenza infestata dalla mitologia e dalle leggende e che si conclude in una danza macabra dove la morte coronata di stelle porta via sia i sogni dei morti che i ricordi dei vivi. Ma dove stanno andando? …RICAPITO…. IMPOSSIBILE… è la risposta data nell'ultimo verso della raccolta, che può essere tradotto come “sconosciuto a questo indirizzo” o “mancata consegna”.

 

Irène Duboeuf, 7 febbraio 2023

 

trad. Marilyne Bertoncini

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