sabato 25 settembre 2021

Viaggio di purificazione tra gli Abbecedari in quarta tonica

su Medela di Alessandro Ramberti


recensione di Teresa Armenti

 


 

 
Suscita curiosità, stupore e contemplazione l’ultima fatica letteraria di Alessandro Ramberti. È un florilegio, sempre formato tascabile, di 60 pagine, dedicato alla madre Armanda, scomparsa di recente. È intitolato Medèla, un termine a me sconosciuto; il significato viene subito chiarito leggendo la premessa. “Medèla” è colei che si prende cura di qualcuno. È Medèla la madre; è Medèla la Madonna, “attenta e discreta; cura e ascolta-magnifica”. Può diventare Medèla anche la poesia, quando nei suoi versi si trovano parole che inondano di pace le corde dell’animo.
Il volumetto si presenta con uno stile particolare e raffinato: due terzine senza punteggiatura e un verso di chiusura. C’è armonia nel ritmo, precisione e proporzione tra le parti. Il testo è corredato da tre citazioni e da due Abbecedari, che si rifanno alla letteratura latina cristiana del Medioevo. Si tratta di un genere antico, che riprende quello dei "Salmi alfabetici" in ebraico. La citazione del ventiquattresimo canto del Purgatorio, che riporta la conversazione tra Dante Alighieri e Forese Donati, ci invita ad intraprendere un cammino di conversione, lasciandoci spingere dal vento dello Spirito. Le pagine della prima parte si aprono a ventaglio e, dopo varie letture, sussurrando a bassa voce i versi per afferrarne il senso, le parole danno vita a vibranti emozioni per la complessità e la profondità dei contenuti. Il poeta ci prende delicatamente per mano e ci invita ad intraprendere il viaggio dell’anima, scendendo, mentre si calpesta la ghiaia, tra le pieghe ruvide, piene di incrostazioni, e cercando di “estirpare la parte oscura”, che impedisce di agire con energia. Intanto, i sogni tentano di aprire i giorni e di librarsi in alto, evadendo dalla triste realtà pandemica, che ha potato gli abbracci e ha impedito la compagnia. Ci sono, però, gli abbracci di Dio, che non abbandona i suoi figli. Questi sono fiduciosi anche della protezione di Maria la quale, con il suo Sì, ha “portato una parola feconda che terremota il creato”. Consapevole della presenza divina nella natura, ognuno di noi deve averne cura e deve andare incontro agli altri, soprattutto soccorrendo i più deboli e rendendo leggero lo zaino che ha accompagnato il percorso pietroso.
La seconda parte inizia con la citazione del teologo Marco Pozza “… Affare dell’uomo è pregare / Affare di Dio è salvare”, che ci invita ad abbandonarci alla volontà di Dio. C’è una full immersion nella Bibbia dove, con intense e brevi pennellate, vengono presentate le storie dei vari personaggi.
Betsabea, Ester, Ruth e Sara sono le donne del Vecchio Testamento forti, intraprendenti, fedeli al Dio di Israele. Sono volti segnati dalla gioia e dal dolore, dalla lode e dal lamento, dalla forza e dall'astuzia. Scelte da Dio per compiere una missione, credono alla loro vocazione e lottano anche a costo della vita in favore del loro popolo. La regina Ester è un grande esempio di coraggio, umiltà e modestia. Nonostante la sua bellezza e la sua posizione non è orgogliosa: chiede ad altri aiuto e consigli.
Daniele, Isacco, Natan e Uria sono mossi da sentimenti nobili e si piegano al divino volere.
Andrea e Giovanni, folgorati dallo sguardo di Gesù, diventano suoi discepoli; Tommaso rappresenta il nostro bisogno di concretezza. Paolo è ponte-profeta. Al contrario di Cesare, la cui moneta è simbolo di potere, Dio bussa al cuore dell’uomo con discrezione ed attende. Maria assume “l’incalcolabile”, avvicina l’umanità al cielo e si prende cura di ogni uomo con tenerezza.
Questi ritratti biblici sono in grado di fornirci una chiave di lettura del mondo attuale e della vita e possono guidarci anche nell’esperienza presente, invitandoci a salire il monte Hermon per contemplare il volto di Gesù, consapevoli di essere “granelli a scorrere nell’istmo / abbiamo pure un nome una scintilla”.

2 commenti:

claudia piccinno ha detto...

bellissima recensione per un libro prezioso

Alessandro Ramberti ha detto...

Grazie di cuore Claudia e Teresa