lunedì 28 dicembre 2020

“Uno straordinario poemetto intimista… omaggio al celeberrimo poeta”

L’Ora di Pascoli/The Hour of Pascoli 

di Massimo Parolini, Fara Editore 2020

recensione di Gian Ruggero Manzoni




Massimo Parolini, fra i promotori del Premio di Poesia Città di Trento - Oltre le mura, è nato a Castelfranco Veneto (TV) nel 1967 e si è laureato in Filosofia presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia con una tesi su La coscienza di Zeno; è stato addetto stampa del Centro Universitario Teatrale (CUT) di Venezia (fondato su iniziativa di Giorgio Gaber) per il quale ha scritto e rappresentato le commedie Il medico della peste e Svevo e Joyce. Con la Casa Editrice Editoria Universitaria ha pubblicato un libro di poesie sulla guerra nella ex Jugoslavia, Non più martire in assenza d’ali, che ha vinto un Premio Speciale al Concorso Internazionale di Poesia San Marco-Città di Venezia. Dal 1995 si è trasferito a Trento. Come giornalista ha collaborato dal 1997 alle pagine culturali dei quotidiani Alto Adige, Adige, Corriere del Trentino e Didascalie. Dal 1997 è insegnante di italiano e storia presso le scuole superiori del Trentino. Attualmente è docente presso il Liceo artistico Vittoria di Trento. Da alcuni anni è curatore di mostre di artisti trentini del Novecento. Nel 2015 ha pubblicato la raccolta La via cava con cui ha vinto molti premi. 
L’Ora di Pascoli/The Hour of Pascoli è uno straordinario poemetto intimista, in edizione bilingue, con traduzione inglese di Francesca Diano, omaggio al celeberrimo poeta nato a San Mauro di Romagna nel 1855 il quale aveva un forte attaccamento verso la propria famiglia e cercava rifugio entro “le pareti del nido”. L’autore, tramite la bellezza dei versi, suoi e del poeta che lo ha ispirato, svela magistralmente al lettore il miracolo divino della ricomposizione di quel nido familiare nella notte di San Martino. Della raccolta, impreziosita dalle meravigliose illustrazioni dell’artista Pietro Verdini, così ha scritto Alice Concetti, docente dell’Università degli Studi di Firenze: “Nasce da lontano l’attitudine poetica di Massimo Parolini, così come lontana è la sua appartenenza geografica: lontana dal luogo pascoliano per definizione, la Romagna, e lontana soprattutto dal luogo di elezione in Toscana, il luogo scelto da Pascoli come sua vera e definitiva dimora, cioè Castelvecchio di Barga in Garfagnana. Pascoli l’ha conosciuto sui banchi di scuola, come tutti gli italiani, che, anche senza saperlo e anche a prescindere dalle strade prese da adulti, continuano a portare dentro qualcosa dell’unico poeta davvero nazionalpopolare che la nostra tradizione letteraria conosca. E la passione si perfeziona e si approfondisce quando Parolini passa dall’altra parte della barricata, diventando a sua volta insegnante, incaricato quindi di trasmettere e perpetuare il verbo pascoliano presso nuove generazioni di studenti. Il caso di Parolini è uno dei rari e felici casi in cui la passione non si arresta a uno stadio di mera contemplazione o solitaria e autoreferenziale lettura nel silenzio della propria cameretta, ma si trasforma in attività creatrice, come le talee che, pur trapiantate in altri luoghi, riproducono i fiori della pianta madre e danno vita a nuovi esemplari”. 
Alla domanda del perché dedicarsi a un simile omaggio, Massimo Parolini ha così risposto: “Con la raccolta La via Cava ho vinto nel 2017 il secondo premio del Concorso di poesia Giovanni Pascoli - L’Ora di Barga. Nell’occasione della premiazione ho avuto modo di visitare il museo. Maria ha mantenuto tutto come era alla morte del fratello, avvenuta nel 1912. Durante la visita ho potuto percepire la grande energia che sprigiona quel luogo, le vibrazioni degli oggetti della casa, diventata museo ministeriale, come la macchina per scrivere, il collare del cane ecc. Quando sono tornato in albergo, dopo la visita guidata, ispirato dall’esperienza appena vissuta, ho iniziato subito a scrivere i primi versi. Nel testo, tutta la parte in corsivo sono versi di Giovanni Pascoli, invece le cuciture non in corsivo sono scritte da me”. 
L’insieme a mio avviso è interessante a seguito di questo dialogo continuo tra i versi del grande poeta romagnolo e di Parolini il quale, con maestria, dà forma a “collage poetici” riuscendo a mantenere viva, entro le sue composizioni, anche quelle del Pascoli. Sperimento interessante che vi consiglio di leggere.

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