sabato 14 novembre 2020

“Han lasciato tutto / quasi com'era. Case e strade vuote.”

Giancarlo Baroni, Il colore del tempo (Poesie e Fotografie), Quaderni della Fondazione Daniele Ponchiroli, n. 5, impresso in 250 esemplari numerati nel giugno 2020 da Arti Grafiche Castello di Viadana con il Patrocinio del Comune di Viadana, s.i.p.

Presentazione di Gabriele Oselini

Prefazione di Fabrizio Azzali

recensione di AR


Un libro che dà gioia sfogliare: i versi, sobri e materici, sono splendide ecfrasi (in particolare nell'ultima sezione “Farfalle variopinte”) o fotogrammi di vita che si calano con pennellate intense e pulsanti nella realtà, una realtà che abbracciano con partecipazione e passione: “Voglio averti sempre più vicino / per me sei Cheope Chefren Micerino. / Monte di pietra cima da scalare / cunicolo profondo da esplorare” (p. 19, sezione “Fonte di luce”).

I versi che abbiamo posto a titolo di questa recensione sono quelli che aprono Gli enigmi della Città ideale (p. 133) poesia che continua così: “Dove saranno scomparsi // e per quali motivi? / Il cielo terso la città pulita. / Uniche tracce di vita due piccioni // appollaiati sopra un cornicione: / avanguardie che annunciano il ritorno / o ultimi sopravvissuti?”

Il timbro poetico di Giancarlo Baroni potremmo definirlo espressionista moderato da una vena filosofica scettica ma forse non così distaccata e pessimista come sembra adombrare Fabrizio Azzali nella peraltro perspicua e invitante Prefazione (che analizza in particolare il suggestivo ampio inserto fotografico), dove afferma (p. 9): “… la riproduzione fotografica nell’attimo in cui salva, uccide la vita che recupera e ciò che pare presenza è frutto di un artificio mimetico, il riflesso appunto di una lontananza e di un oblio, proprio come accade ad Orfeo, che condanna la sua Euridice alla definitiva notte degli Inferi con un solo sguardo raggelante.”  

Sia nelle foto che nei versi è certo presente una “inquadratura” laterale e istantanea ma, ci pare, non algida, bensì intrisa di ironia e di un umorismo che è anche partecipazione, condivisione di un sentire, di una bellezza che non risiede solo negli “occhi del poeta” (cfr. p. 10 in chiusura della Prefazione) ma anche in quelli degli spettatori, dei lettori, in definitiva dei compagni di viaggio. Consideriamo ad esempio il dinamico flash de Il discobolo (p. 54 in chiusa alla sezione “Il passato colorato”): “Energia concentrata in un punto / torsione del dorso Bang // esplode l’universo”, poesia che dialoga benissimo con la foto a p. 93 che qui sotto riproduciamo con uno scatto da cellulare.



Un libro dunque chi ci fa assaporare la luce tagliente e avvolgente di foto-poesie che arrivano al cuore della nostra condizione umana, introdotto dai ficcanti “colpi bassi” della Luce di Bartolo Cattafi che potete leggere integralmente qui 

leparoleelecose.it

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