giovedì 9 gennaio 2020

Una poesia da cui promana una energia segreta

Fara Editore 2019

recensione di Gian Ruggero Manzoni

http://www.faraeditore.it/vademecum/30-Colibripadre.html

 
Nata a Rimini, ove risiede, Anna Maria Tamburini, laureata in Letteratura Italiana con il prof. Ezio Raimondi, con la sua tesi di laurea ha portato all'attenzione del mondo accademico e della critica l'opera di Agostino Venanzio Reali, al quale ha dedicato numerosi altri studi. È infatti fondatrice dell’Associazione Culturale Agostino Venanzio Reali e dell'omonimo Premio di Poesia. Si occupa del rapporto tra letteratura e teologia, con particolare riguardo agli aspetti di intertestualità biblica. Ha avviato, come docente incaricata presso l’ISSR Alberto Marvelli di Rimini (collegato alla Facoltà Teologica dell'Emilia Romagna), il corso di Letteratura e Teologia per la Laurea Magistrale di indirizzo Pedagogico-Didattico e Arte Sacra e Turismo Religioso. Ha collaborato e collabora con siti, riviste, quotidiani, tra cui “Campi Immaginabili”, “Humanitas”, “Studium”, “Città di Vita”, “L’Osservatore Romano”, “Donne Chiesa Mondo”. Ha pubblicato, tra i tanti, i volumi: Nóstoi, La poesia di Agostino Reali, Per amore e conoscenza. Cifre bibliche nella poesia di M. Guidacci, C. Campo, A.V. Reali, Dipingere la parola. La teologia della bellezza nell’opera di Agostino Venanzio Reali, Agostino Venanzio Reali. Via Crucis. Breccia nel mistero. Di lei ha scritto il compianto Giorgio Bárberi Squarotti: “Le sue poesie mi sembrano davvero molto belle: nette, essenziali, fortemente inventive e visionarie, nuove per immagini, figure e concetti: l’orso, la canna vocale al vento, la fede del fiore, la mortella, il molto fuoco sono, in particolare, felicemente mirabili”. Dalla prefazione al libro di Gianfranco Lauretano: “La poesia di Anna Maria Tamburini, attraverso una trama instancabile e discreta di immagini e una voce tesa e lirica, non rinuncia mai al pensiero, alla ricerca di un senso. […] L’autrice sembra suggerire una concentrazione, un desiderio di vedere bene, di chiarezza. Ci mette di fronte a un mondo che è già prodigio in sé, un luogo che chiede solo che ci si accorga di esso e mediante un forte investimento dello sguardo tenta di restituire l’energia segreta che scaturisce da tutto, dai colori e dalla luce, addirittura uno ‘spreco’, un’abbondanza di cui testimoniano diverse poesie”. L’opera di questa autrice risulta delicata, leggermente pennellata, oserei, per usare un termine pittorico, acquerellata, per come le tinte si uniscono fra loro, sfumando l’una nell’altra.

Nessun commento: