lunedì 18 febbraio 2019

A proposito di Minimi Vitali di Alberto Mori: un dire plastico

recensione di Maria Grazia Martina
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Minimi Vitali un’Opera poetica di Alberto Mori pensata come attraversamento di un microcosmo di soste guidate dalla parola instancabile, afferrata nel senso del “visto”, nel display visivo. Ogni stazione all’interno del percorso stabilisce precise scritture, che in forma di frammento, transitano nella brevità di un senso attimale. Passi in punta di penna radiografati dall’obiettivo analitico del poeta, viaggiante per natura all’interno del poetare concreto, in quel tratto tra il sé e la parola, investigata e investigante l’umanità che infermabilmente trascorre e si fa poesia nel minimalismo vitale e vitalistico in quanto accadimento. 
L’occhio del poeta non sceglie, ma attentamente si intrattiene con le trasparenze, i suoni, i movimenti, i gesti, l’ombra e la luce, le persone! Incontri d’incroci sintattici vicini e lontani, abilmente intersecanti e senza tregua narrati.

Ancora la parola affiora tra il noto e l’inedito: un dire plastico tra la compostezza tridimensionale e la sequenza multipla di ritmi inattesi, che attribuisce allo spazio, al tempo, al compiersi e spostarsi, la specificità della ricerca di Alberto Mori. Una ricerca che nasce dal caso per assestarsi in verso: misurato, parcellizzato, aperto, sollecitato, concluso. Infinito.

Gli occhi del poeta sembrano tradurre “scenari sovraimpressi” labilissimi e allo stesso modo sedimentati, in questa riflessione sembra schiudersi per il lettore una possibile chiave di lettura dell’Opera.

Un’Opera in cui è sempre la vita delle “cose” la vera protagonista.

15 Febbraio 2019

Maria Grazia Martina ha iniziato il suo percorso creativo con la scrittura, interessandosi di critica d’arte in forma di prosa poetica. È in seguito approdata alla poesia visiva mediante l’elaborazione di un proprio segno calligrafico, sperimentando più territori espressivi: dalla scrittura, alla grafica manoscritta, alla fotografia, alla videopoesia. Ha partecipato – tra le altre – alla Biennale di Venezia 52. Esposizione Internazionale d’Arte, 2007, eventi collaterali, e nel 2017 alla Prima Biennale Internazionale di Arte Postale a Venezia, 57. Biennale di Venezia, Padiglione Tibet; a eventi di poesia sperimentale, di Mail Art e di Libri d’Artista nazionali e Internazionali. Le sue opere sono documentate in centri di arte contemporanea, associazioni culturali e istituzioni museali. Nata a San Cesario di Lecce, vive a Breganze (VI) dal 1986, è docente di Storia dell'Arte.

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